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Scenari

C’è il via libera dall’Unione europea: sì al Prosecco Rosé. Prime bottiglie a fine dicembre

28 Ottobre 2020

Via libera dell’Unione Europea al Prosecco rosè con la comunicazione di approvazione di una modifica ordinaria al disciplinare di produzione che consentirà di stappare le prime bottiglie già Capodanno nonostante i timori per possibili lockdown in Italia e nel mondo.

Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciarne l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 362/26. L’arrivo della tipologia rosé rappresenta un importante arricchimento per il vino italiano più esportato al mondo con un valore delle vendite di 533 milioni di euro nei primi sette mesi del 2020 nonostante le difficoltà determinate dal Covid-19 sugli scambi commerciali nazionali e sulle vendite delle ristorazione con lo stop a party e cerimonie. Con la nuova offerta il Prosecco si prepara a catturare un nuovo mercato che ha avuto negli ultimi anni una interessante crescita anche sui mercati esteri. L’obiettivo è il 10% della produzione, ovvero 50 milioni di bottiglie di prosecco rosé da immettere sul mercato.

Le bollicine più famose al mondo possono ora vantare un ulteriore riconoscimento ufficiale ed incontrare il gusto dei consumatori sempre più attenti all’origine e al saper bere, dopo l’avvenuta iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco lo scorso anno. L’importante novità ha un valore da traino per l’intero sistema vitivinicolo nazionale che per la prima volta dopo una crescita ininterrotta di 30 anni registra un contrazione del valore delle vendite all’estero del 3% nel corso dei primi sette mesi del 2020 a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus. Un dato preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy nel 2019.

La Doc Prosecco, dunque, da oggi potrà esportare l’ultimo nato di famiglia, il Prosecco Doc Rosé, tanto atteso dai principali mercati del mondo al punto che la stragrande maggioranza delle bottiglie prodotte era già stata prenotata prima ancora di uscire dalle autoclavi dove il disciplinare di produzione le impone un affinamento di almeno 60 giorni prima di essere messa a disposizione del consumatore. Si tratta di circa 20 milioni di bottiglie di nettare color rosa tenue, in parte già distribuite entro i confini nazionali tra settore Horeca (ristorazione) e Gdo (grande distribuzione organizzata) che ora potranno raggiungere anche i principali mercati esteri, dai quali il Consorzio si attende le maggiori soddisfazioni. “Infatti – conferma il presidente Stefano Zanette – dei 486 milioni di bottiglie prodotte, circa il l’80% di esse prende la via dell’export e, grazie al riconoscimento europeo, si stima che le vendite troveranno maggiore stimolo e vigore in questo ultimo trimestre del 2020. Mi congratulo con quei produttori che si sono dimostrati prontissimi ad afferrare questa opportunità, impegnandosi fin da subito per non farci cogliere impreparati”.

“Un ringraziamento – chiosa il Direttore Luca Giavi – lo dobbiamo come Consorzio in rappresentanza dell’intero sistema produttivo, alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali, alla Direzione Generale per l’Agricoltura della Commissione Europea, e a quegli europarlamentari, primo fra tutti Paolo De Castro, che si sono impegnati nel far capire l’opportunità di una tempestiva pubblicazione del provvedimento, in questo particolare momento che l’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno vivendo”. Dopo questo importante quanto atteso traguardo, il Consorzio sta già guardando al futuro, in settimana infatti, verranno avviati i primi test tesi a definire le tipologie da riservare ai produttori del territorio triestino e in particolare alla menzione Prosekar. Un’opportunità che guarda a un territorio dalle indubbie potenzialità, da condividere con un numero sempre maggiore di produttori locali.

C.d.G.