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Scenari

Come comunicare il vino all’estero: il twit di Francesco Zonin e le considerazioni del presidente del Consorzio Chianti Classico

09 Ottobre 2013
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Francesco Zonin, Sergio Zingarelli

“Come spiegare le differenze se ti trovi a Tokyo?”. E’ il twitt lanciato poco fa da Francesco Zonin, vice presidente di Casa Vinicola Zonindall’altro capo del mondo, dal Giappone, dove attualmente si trova per promuovere l’azienda e incontrare buyer e importatori.

Un interrogativo messo in rete per invitare quanti lo seguono sul social network, wine lover, colleghi produttori, operatori del settore e la stampa, a riflettere su quale sia la strada per comunicare al meglio, in modo univoco, chiaro e forte il vino italiano oltre confine. In questo caso, come segnalato dagli hashtag, prende come riferimento il Chianti Classico quale icona della produzione nazionale. Con una formulazione sintentica ma esplicativa, il produttore si fa portavoce di un quesito su cui il mondo del vino dibatte da tempo, chiedendosi, appunto, se il consumatore straniero sia pronto, abbia cioè tutti gli strumenti, per capire a fondo le denominazioni italiane e le varie tipologie in cui si suddividono, se sia il caso di comunicargli i “mille rivoli” in cui spesso queste (ad eccezione proprio del Chianti Classico) si disperdono e se sia necessaria o meno una semplificazione. Questo è il primo twit di una serie con cui Zonin inaugura la finestra virtuale #comelapenso, iniziativa per condividere con il popolo della rete e i professionisti del vino provocazioni, istanze di miglioramento, pensieri maturati durante le trasferte all’estero, voluta anche per coinvolgere gli altri produttori, italiani e non, a scambiare idee, a prendere parte ad un dibattito corale.

Cogliendo questo spunto, abbiamo interpellato il presidente del Consorzio Chianti Classico, Sergio Zingarelli per un commento al quesito lanciato da Zonin. “Il Giappone fa parte dei mercati maturi – risponde -. I consumatori sanno cosa è il vino italiano e conoscono la nostra denominazione. A loro possiamo spiegare la differenza tra la zona storica dove nasce il Chianti, che è quella del Chianti Classico, e gli altri areali, e su questo stiamo lavorando, con una forte opera di comunicazione. Quello che cerchiamo oggi di fare è di differenziarci dal punto di vista intanto grafico, dando una percezione immediata  con l’ausilio del nostro simbolo, il Gallo Nero. Segno forte di riconoscimento che ci differenzia e identifica. Per quanto riguarda le tipologie, Classico e Riserva, le spieghiamo con le degustazioni e le informazioni che diamo attraverso i nostri media e gli incontri,  poi con la Gran Selezione che lanceremo sul mercato potremo mettere più ordine. Siamo all’inizio e di lavoro da fare ce n’è tanto. E per operare nel modo migliore spetta al Consorzio e ai produttori stessi con le proprie attività comunicare in modo sinergico”. Zingarelli non manifesta quindi alcuna preoccupazione sulla percezione che del Chianti Classico possano avere i mercati maturi. Un lavoro totalmente diverso lo richiede invece la promozione nei mercati emergenti. “In Cina, per esempio, bisogna fare passi indietro – spiega -. Lì bisogna partire da zero, spiegare intanto cosa è l’Italia, che è un Paese produttore di vino. Questo lì il consumatore medio non lo sa. Poi bisogna far capire quali sono le regioni viticole e le principali denominazioni italiane. E' inutile andare a spiegare la Gran Selezione, si rischierebbe di fare un passo più lungo della gamba, perché estremamente prematuro”.

Manuela Laiacona