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Scenari

“Così coltiviamo l’olio d’oliva extravergine nel pieno rispetto del territorio”

09 Marzo 2020
I_frantoiani I_frantoiani

di Michele Pizzillo

Il toccasana per la salute e per il palato? L’olio extravergine di oliva, purchè sia garantito da produttori che hanno a cuore la loro terra e l’importanza di una sana alimentazione.

A pensarla così è Riccardo Scarpellini, presidente del Consorzio Opera Olei, organismo creato da sei produttori con l’obiettivo di raccontare l’eccellenza della produzione olearia in una sorta di “giro d’Italia” della qualità. Infatti, le sei aziende operano in territori particolarmente vocati per la coltura dell’olivo, come Puglia, Calabria, Sicilia, Umbria, Toscana, Trentino – rappresentano quasi l’80% della produzione oleicola italiana – che, secondo Opera Olei “sono l’espressione dell’Italia che produce, che progredisce, che crede nel buono”. E, aggiunge Scarpellini, “si tratta di produttori che girano il mondo, che si confrontano, che hanno avuto la volontà di aggregarsi e di confrontarsi nel nome del valore e del rispetto della natura”. Tanto da essere dei veri e propri “maestri d’olio” perché sono riusciti a creare, ognuno per il proprio territorio, un olio evo emozionale, che porta con sé il gusto, la tradizione e il sole che scalda le loro terre. Secondo il team del Consorzio “in un momento in cui il mondo dell’olivicoltura è statico, il nostro Consorzio cresce per volontà di investimenti, per impegno, per diffusione della cultura dell’olio extra vergine di oliva d’eccellenza”. Insomma, un monito per gli altri viticoltori, perché la qualità paga, sempre. 

(Donato Conserva e Salvatore Cutrera)

Oltre a produrre olio di qualità, i sei olivicoltori di Opera Olei sono impegnati a valorizzare i territori dove operano, a dimostrare come fanno a produrre olio emozionale e gli abbinamenti ideali tra cultivar e ricette “perché l’olio evo ha uno spirito che unito ad altre materie prime ne esalta il gusto”, sottolinea Scarpellini. E, così, i 6 olivicoltori hanno coinvolto Matia Barciulli, lo chef stellato dell’Osteria di Badia a Passignano, da sempre impegnato a promuovere la cultura dell’olio extravergine di oliva di qualità e che ha sottolineato nel corso della presentazione del Consorzio a Milano – “l’entusiasmo per l’emozione che può dare un olio veramente straordinario come quello prodotto dalle sei aziende di Opera Olei”. E, cioè, Olearia San Giorgio, di San Giorgio Morgeto, nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, rappresentata da Mimmo Fazari; Agraria Riva del Garda, che associa 80 olivicoltori di cui il direttore Massimo Fia sottolinea l’impegno a tutelare la cultivar autoctona Casaliva; Frantoi Cutrera dei siciliani Monti Iblei, raccontati da Salvatore Cultrera; Azienda agraria Viola, di Foligno, che Marco Viola descrive come la terra degli extra vergine per antonomasia; Frantoi Franci, di Montenero d’Orcia, con Giorgio Franci che mostra la loro collocazione al centro di tre paesaggi iconici della Toscana: Monte Amiata, Maremma e Val d’Orcia; Mimì, di Modugno, con Donato Conserva che ricorda il sogno del padre, Mimì appunto, un autotrasportatore che nella terra dell’olio per antonomasia, la Puglia, voleva produrre uno degli oli più buoni d’Italia.

(Matia Barciulli)

L’eccellenza dei sei territori rappresentati dai produttori del Consorzio Opera Olei, è sintetizzato in un cofanetto di 6 bottiglie da 100 millilitri di olio extravergine d’oliva monocultivar. In pratica, 6 declinazioni dell’eccellenza dedicato al gusto; 6 modi di intendere la cultura dell’olio come principale interprete dei piatti, che a Milano ha pensato a farlo Barciulli. Gli oli evo della confezione sono il calabrese L’Ottobriatico dell’Olearia San Giorgio, ottenuto dalla cultivar omonima; il trentino 46° Parallelo, che l’Agraria Riva del Garda produce dalla cultivar autoctona Casaliva; il siciliano Primo, dei Frantoi Cultrera, a base di Tonda Iblea; l’umbro Il Sincero dell’azienda agraria Viola che nasce dalla cultivar Moraiolo; il toscano Villa Magra Grand Cru del Frantoio Franci , ottenuto da olive Frantoio; e il pugliese Coratina-Mimì, ovviamente dall’autoctona Coratina.
Le sei bottiglie della confezione sono ordinate per intensità e accompagnate da un vademecum con cui i produttori suggeriscono gli abbinamenti in cucina.