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Scenari

Costretta a registrarsi con un nuovo marchio per potere vendere in Cina

27 Settembre 2013
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E’ capitato alla proprietaria, di nazionalità cinese, di Chateau Listran.

Business woman che ha acquistato non molto tempo fa la tenuta appartenuta ad Arnaud Crété nella Medoc settentrionale. Si è dovuta scontrare con una pratica diffusa nel Paese della Muraglia, conosciuta come brand squatting. Una tattica di “sbarramento” che consiste nella pre registrazione di un nome che richiama quello di un’azienda o di un marchio di un altro Paese. Si sa che la Cina ha un debole per i vini francesi, dove si fanno investimenti da capogiro sui fine wine, e  dove è altissimo il livello di contraffazione delle etichette icona dell’enologia mondiale. L’appeal della Francia è fortissimo presso i consumatori, e proprio per tale motivo si pre registrano per lo più nomi di Chateau o maison, per facilitare la vendita di vini o prodotti che sono invece totalmente made in Cina. Un ostacolo, ammesso legalmente nel Paese, che porta gli originari proprietari del marchio (e sono numerosi) ad affrontare spese legali per tutelare il marchio e riacquistare i diritti , che possono ammontare da 8mila a 30 mila euro. Oppure, alternativa (paradossale), a piegarsi alla registrazione di uno nuovo. Pena l’esclusione dal mercato, l’impossibilità ad esportare.  E proprio quest’ultima strada è stata scelta dalla proprietà di Chateau Listran. Per assicurarsi un ingresso in Cina ha dovuto optare per una soluzione foneticamente similare, modificano il nome in Chateau L’Estran.

Maria Giambruno