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Scenari

Derthona, i produttori ci credono: “Il Timorasso ha un grande futuro”

05 Aprile 2022
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di Emanuele Scarci

Soltanto un milione di bottiglie ma tanta voglia di crescere. I produttori di Timorasso sono fiduciosi di poter replicare il successo degli ultimi anni.

Si è appena conclusa a Tortona l’anteprima in presenza Derthona Due.Zero. Sotto i riflettori l’annata 2020 di Timorasso, con 32 campioni di cui 5 da botte. Un vino ancora giovane per dare il meglio, ma dall’anno prossimo si potrò contare anche sulla Riserva. Derthona Due.Zero è stata anche l’occasione per fare il punto sull’iter che porterà all’introduzione della futura sottozona Derthona, antico appellativo della città di Tortona, e che consentirà di unire con un unico nome territorio, vino e vitigno. Contemplerà tre tipologie: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva, e sarà dedicata esclusivamente al Timorasso. “Saranno circa un milione le bottiglie che in futuro recheranno in etichetta il nome Derthona – ha detto il presidente del Consorzio vini colli tortonesi Gian Paolo Repetto -. E un progetto che intende valorizzare la longevità del Timorasso spostando ad un anno la data di immissione in commercio, che sale a tre anni nel caso della versione Riserva. Inoltre vengono fissate delle altitudini minime di impianto differenti per ognuno dei Comuni presenti nel disciplinare per valorizzare le peculiarità di un territorio molto vasto e che non può essere uniformato perché comprende 6 valli con climi differenti”. I colli tortonesi coprono 47 comuni con 5 vini: Timorasso, Barbera, Cortese, Dolcetto e Croatina.

La riscoperta
Il vitigno a bacca bianca ha rischiato l’estinzione: nel 1987 gli ettari di Timorasso erano arrivati a meno di un ettaro. Successivamente riscoperto da alcuni vignaioli, tra cui Walter Massa, nel 2000 gli ettari salirono a 3,5. Oggi sono 276 con oltre 50 produttori. “Il Timorasso ha un grande futuro – ha sostenuto, con enfasi, Massa – la qualità è tale che si può immaginare una grande diffusione internazionale”. Ciò presuppone un grande sviluppo della produzione, oggi ancora oscillante intorno al milione di bottiglie contro, per esempio, i 17 milioni del Verdicchio dei Castelli di Jesi e i 7 milioni del Collio. Serve inoltre anche un gran colpo d’acceleratore delle infrastrutture sul territorio dedicate all’ospitalità. Tuttavia i produttori sono convinti che il balzo degli ultimi 20 anni possa replicarsi o comunque accelerare nei prossimi anni: per esempio, i soci del Consorzio sono cresciuti dai 35 del 2015 ai 75 di oggi. E lo spazio per aumentare la produzione non manca, c’è grande disponibilità di ettari. Intanto per il 2022 i produttori segnalano grandi progressi di vendite per il Timorasso. “I vini bianchi li ho già venduti, con grande interesse dall’estero – ha sottolineato Massa -. I vini rossi invece sono ancora da inquadrare”.