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Scenari

Doc Sicilia, richiesta di idoneità per 40 mila ettari. Oltre 3mila i soggetti aderenti al Consorzio

27 Settembre 2012
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La macchina della Doc Sicilia oramai è partita.

Da pochi mesi si è istituito il Consorzio, ancora non operativo perché in attesa del riconoscimento da parte del Ministero. E da ogni angolo della Sicilia i viticoltori stanno inviando le richieste di idoneità alla denominazione delle loro superfici vitate. C’è stata una prima tornata di registrazione dei documenti da inserire sul Sian, il sistema informativo agricolo nazionale gestito da Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura. Al mese di maggio/giugno erano arrivate richieste di inserimento per 32 mila ettari. La provincia di Trapani, che vanta la superficie vitata più estesa, con 16.625 ettari. A seguire quella di Agrigento con 12.300 ettari. Poco meno di 5 mila la provincia di Palermo. Caltanissetta con  672. Solo 300 gli ettari della provincia di Catania per cui si è inviata la richiesta. Per 400 quella di Siracusa. Di questi ettari, poco più di 12mila sono di chi ha anche aderito al consorzio, cioè appartenenti a 3200 soggetti, tra trasformatori e viticoltori.

Da agosto ad oggi continuano ad essere inviate le richieste di iscrizione. L’ultimo dato aggiornato vede salire il numero di ettari a 40 mila. Tra i nuovi 9mila vi sono anche quelli delle province di Ragusa, Enna, e Messina, ma il numero preciso è attualmente in fase di elaborazione. La stima su quanti poi saranno gli ettolitri di vino, ottenuti dalle uve coltivare in queste superfici, che si fregeranno della denominazione Doc Sicilia non è calcolabile. Dipende dalla scelta dei produttori, dalle loro mire commerciali e dalla filosofia produttiva. Entro gennaio però i produttori dovranno dichiarare quanti saranno gli ettari destinati alla produzione di vini a Doc Sicilia o a indicazione geografica o allo sfuso.

Se da un lato allora una parte consistente della Sicilia del vino sembra sposare la nuova denominazione, sussiste ancora lo stato di stand by per il Consorzio. Non si sa quando arriverà il riconoscimento da Roma a cui, già più volte, è stato mandato lo statuto rivisto e corretto. Allo stato embrionale, attualmente, il Consorzio vede Antonio Rallo come presidente e nella compagine le associazioni di categoria. Poi una volta ottenuto l’ok dal Ministero si procederà alle elezioni che porteranno alla formazione del consiglio di amministrazione e alla nomina del presidente. 

Marina V. Carrera