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Scenari

Dove va l’Etna del vino/3. Marco Nicolosi: “Contrade ok, ma il pubblico paghi un ticket”

04 Maggio 2019
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(Marco Nicolosi)

di Francesca Landolina

“A Contrade anche il pubblico paghi. Un ticket di ingresso. Andrebbe bene pure una cifra simbolica, magari da destinare in beneficenza. Servirebbe ad attrarre chi ha un vero interesse alla manifestazione ed alla conoscenza dei vini dell’Etna”. 

È l’esordio del ragionamento di Marco Nicolosi Asmundo, patron della cantina Barone di Villagrande, a Milo, ex presidente della Strada del Vino dell’Etna e componente dell’ex cda del Consorzio Etna Doc. Anche lui intervistato in merito al dibattito aperto da Cronache di Gusto sul futuro dell’Etna del vino, sull’evento Contrade e più in generale sulla promozione del territorio. Come è noto l’edizione numero 12 di Contrade ha avuto due importanti novità: il pagamento di una quota da parte delle cantine partecipanti e la durata dell’evento articolato in due giornate e non più in una.

Ma su quest’ultima novità il pensiero del produttore non è favorevole.“Due giornate intere secondo me sono troppe – afferma – Mi piacerebbe che l’evento si tenesse in un solo giorno, ma all’interno della giornata si potrebbero prevedere dei momenti formativi dedicati ai giornalisti, alcuni worshop tematici per esempio – prosegue Nicolosi  oltre ad un evento serale, come la cena per produttori e stampa, ben riuscita quella di quest’anno organizzata dallo staff di Andrea Franchetti”.

E sul futuro della kermesse prosegue: “Contrade è un momento importante per il territorio. Nel sud d’Italia è una delle poche manifestazioni significative per il numero di presenze di giornalisti del settore. E bisogna riconoscere il merito ad Andrea Franchetti per l’intuizione e per l’impegno, grazie al quale nel tempo Contrade ha acquisito tanta notorietà. Se però volesse lasciare il testimone, penso che spetterebbe al Consorzio occuparsene in collaborazione con lo stesso Franchetti. Lo penso da otto anni a dire il vero. Non credo che serva un evento ex novo che si aggiunga a Contrade. Sarebbe in antitesi ad esso e ci vorrebbe tempo per affermarlo e per farlo conoscere. Sfrutterei invece il brand della manifestazione, ormai forte. Contrade dell’Etna funziona. A me interessa che il territorio cresca e in modo corretto”.

In sintesi, un evento nuovo per Nicolosi, oltre a sovrapporsi a Contrade dell’Etna, rischierebbe di non avere da subito la stessa forza mediatica. Almeno nei primi anni. “Contrade è già conosciuto – spiega – Sul futuro bisogna stare all’erta e vigilare. Ci si espone oggi e bisogna continuare a lavorare con cautela. Ma resto ottimista perché lo sono in modo inguaribile. Dopo 10 anni, la crescita dell’Etna è stata graduale, le aziende investono con le migliori intenzioni e con prodotti sempre più centrati”.

C’è dell’altro riguardo al tema della promozione e della comunicazione: “Non si è fatto ancora molto, anzi poco, a parte Contrade dell’Etna e la partecipazione del Consorzio al Vinitaly con un layout unico e riconoscibile, obiettivo raggiunto e ben riuscito. Poco altro. Il resto della promozione lo fanno le singole aziende al momento. Oggi però il Consorzio può e deve agire per fare una buona comunicazione del territorio intero”. E tra le proposte aggiunge: “Esporterei di più il territorio e importerei giornalisti organizzando educational per la stampa. All’estero si potrebbe esportare il modello Contrade, in piccolo, negli Stati Uniti, per esempio”.