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Scenari

Etna, meno uva, ma alta qualità: e tornano a crescere gli imbottigliamenti

24 Novembre 2021
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Una maturazione nel complesso ottimale, un perfetto equilibrio di tutte le componenti delle uve e una grande sanità complessiva.

Sono questi i primi riscontri, tutti molto positivi, che il Consorzio di Tutela Etna Doc ha raccolto dai produttori presenti sui quattro versanti del vulcano a pochi giorni dalla conclusione della vendemmia. “Non è mai facile avere una visione omogenea dell’andamento vendemmiale sull’Etna a causa della grande eterogeneità presente nel nostro territorio – commenta il Direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta – La presenza di terreni con caratteristiche molto differenti per via delle diverse colate laviche che si sono avvicendate nel tempo, microclimi che variano anche in modo importante a seconda dei versanti del vulcano, la posizione dei vigneti ad altitudini molto variabili, dai 400 fino ad oltre 1000 metri e infine l’età delle piante, ci restituiscono uno scenario molto frastagliato. Nonostante questa oggettiva situazione, quest’anno a fronte di un lieve calo produttivo presente un po’ ovunque, registriamo allo stesso tempo una qualità e sanità delle uve sia a bacca bianca che rosse davvero entusiasmante”.

Notizie positive continuano ad arrivare anche sul fronte degli imbottigliamenti, tornati a crescere in riferimento anche agli anni precedenti l’inizio della pandemia. Osservando nel dettaglio i numeri relativi ai primi 10 mesi del 2021, gli ettolitri di Etna Doc imbottigliati sono stati pari a 31.675, poco più del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “Dati ancora incoraggianti, come quelli che avevamo registrato anche alla fine del primo semestre – continua Maurizio Lunetta – “La definitiva riapertura del canale Horeca, il nostro principale canale di riferimento, nonché gli ottimi segnali provenienti dall’export, continuano a sostenere i ritmi dell’imbottigliamento di un po’ tutte le tipologie, a partire dalle tipologie Etna bianco e rosso naturalmente”.

La vendemmia etnea è iniziata quest’anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, lievemente in anticipo in buona parte degli areali di produzione, ma si è poi protratta a lungo, come di consueto, concludendosi, tra le ultime in Italia, a fine ottobre e quest’anno, solo in pochi casi, a inizio novembre. La siccità, che ha caratterizzato i mesi precedenti la vendemmia, è un tratto comune presente in tutti i versanti e ha influito sulla quantità complessiva, riducendola lievemente rispetto alla passata stagione. L’arrivo delle piogge, anche se in modo non uniforme, ha poi prolungato la maturazione delle uve e la fase vendemmiale, consentendo un’ottima maturazione fenolica e un perfetto equilibrio complessivo.

“È ancora presto per poter esprimere un giudizio completo e definitivo naturalmente, ma dai primi riscontri in cantina la qualità dei profumi ci ha veramente impressionato – spiega Nicola Gumina, al timone dell’omonima azienda che si trova del versante Nord a Castiglione di Sicilia, a 750 metri di altitudine, dove trovano le condizioni ideali sia il Nerello Cappuccio e Mascalese che il Carricante, storiche uve autoctone del territorio etneo – È stata un’annata che ci ha fatto lavorare molto in vigna, prima a causa della prolungata siccità estiva e poi per le intense piogge di fine estate. In cambio siamo riusciti però a ottenere uve molto sane”. Rimanendo a Nord, riscontri sempre positivi sulla qualità delle uve arrivano anche da Francesco Cambria, che insieme alla sua famiglia conduce la cantina Cottanera, un’altra storica realtà di Castiglione di Sicilia. “La produzione è lievemente inferiore rispetto al 2020, ma la qualità è davvero elevata perché le uve sono maturate correttamente. Se le uve per le basi spumante e i bianchi sono state raccolte una decina di giorni anticipo a causa della siccità, al contrario la vendemmia delle varietà per i vini rossi si è protratta per più tempo con l’arrivo delle piogge”.

Spostandoci sul versante Est, troviamo uno dei terroir etnei tradizionalmente più vocati per la coltivazione del Carricante, ma non solo, e vigneti spesso adagiati su pendii anche molto ripidi che guardano al mare. “È un’annata che sembra promettere molto bene, con i vini bianchi che hanno un profilo aromatico particolarmente intenso per via della siccità estiva, ma senza mai derogare a freschezza e bevibilità, tipica di questo versante – afferma Claudio di Maria della Cantina Murgo, azienda che si trova a Santa Venerina, a 500 metri di altitudine – Anche noi registriamo un lieve calo delle quantità rispetto al 2020, ma al tempo stesso confermiamo di aver portato in cantina uve sanissime”. “Le uve quest’anno sono caratterizzate da uno stato sanitario davvero eccellente e le prospettive sono molto interessanti – commenta infine Margherita Platania della cantina Feudo Cavaliere, produttrice del versante Sud-Ovest, con vigneti posizionati a mille metri di altitudine – Anche alle nostre altitudini la siccità si è fatta sentire e quindi la quantità sarà minore. Però qui le viti germogliano più tardi e la vendemmia è tardiva: questo ci ha permesso di sfruttare le piogge autunnali che hanno consentito alle piante di riequilibrarsi. Inoltre le grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte, tipiche di questo versante, ci hanno consentito di ottenere una maturazione equilibrata. Siamo, quindi, fiduciosi e soddisfatti”.

C.d.G.