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Scenari

Export del vino italiano, 2020 un anno funesto. I dati di Nomisma a wine2wine digital

21 Novembre 2020

di Emanuele Scarci

La pandemia riporta indietro lo sviluppo del vino italiano.

Alla fine del 2020 per 7 aziende vitivinicole su 10 le vendite totali vireranno in negativo, solo per una 10 aumenteranno. L’emergenza sanitaria ha però ha fatto decollare l’e.commerce e la promozione sui social media. Gli effetti della pandemia saranno contrastati da un progetto organico di sviluppo dell’intera filiera vitivinicola annunciato dal ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova: è quanto emerso dal convegno ‘Il futuro del vino: visioni differenti, unica prospettiva”, preview di wine2wine digital che terrà banco fino al 24 di novembre a Veronafiere. Nel corso dell’evento è stata presentata da Denis Pantini l’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor, svolta su un panel di 165 aziende (4 miliardi di euro il fatturato cumulato, di cui 2,5 miliardi relativi all’export, circa il 40% del totale Italia): risalta la generale difficoltà delle imprese con i cali delle vendite nei canali horeca – in rosso nel 91% dei casi -, nel dettaglio specializzato – per 3 produttori su 4 -, dell’export – per il 63% delle aziende – e della vendita diretta in cantina, il cui gap è generato anche dalla fortissima contrazione degli arrivi enoturistici stranieri, in diminuzione per l’87% degli intervistati.

A fare da parziale contraltare, le vendite nella grande distribuzione italiana – in crescita per il 51% dei rispondenti – e il boom dell’online, riscontrato da 8 operatori su 10.
Il quadro dell’export, nonostante l’Italia abbia sofferto meno dei propri competitor, è comunque a tinte fosche: il 63% vede rosso, mentre le aziende in crescita sono solo il 18%. Tra i top 10 mercati maggiormente in difficoltà, Regno Unito e Stati Uniti sono le aree più critiche, in contrazione per il 60% del campione. A seguire, Giappone, Australia, Cina, Germania, Canada, Russia e Svizzera, in uno scenario globale che vede 9 piazze su 10 in negativo, con la sola Svezia a luce verde. Alla fine sono le piccole imprese, sotto il milione di euro, a scontare gli indicatori peggiori, con vendite in rosso nell’81% dei casi e con export (74% delle risposte), horeca (95%) e dettaglio specializzato (86%) in contrazione. Per José Rallo, contitolare della cantina siciliana Donnafugata, “stiamo attraversando una fase difficilissima, in cui, da un lato, cerchiamo di difendere il nostro canale tradizionale, la ristorazione e gli agenti; dall’altro, sosteniamo i ristoranti operativi nell’home delivery. Inoltre abbiamo accelerato sull’e.commerce e sui social media. In questi mesi abbiamo compiuto numerose degustazioni, realizzando 150mila contatti. E ottenendo grandi soddisfazioni in Germania. Ma siamo pronti per il rilancio negli Stati Uniti, il più grande mercato”.

A proposito del gigantesco mercato americano, Lamberto Frescobaldi, presidente del gruppo omonimo, ha puntualizzato che “i consumi non si sono contratti ma semplicemente spostati a casa. In generale rimango ottimista: dopo il primo lockdown c’è stato un rimbalzo poderoso e abbiamo alzato il rapporto qualità/prezzo”. Nel suo intervento Bellanova ha annunciato la prossima convocazione del tavolo specifico sul vino nell’ambito del Patto per l’export. Inoltre ha evidenziato l’esigenza di un nuovo progetto organico di sviluppo dell’intera filiera vitivinicola italiana. Per Bellanova si dovrà contare, ad esempio, sulle risorse (potenziate) destinate all’Ocm Promozione, sulla transizione alla certificazione sostenibile anche in chiave competitiva, sui piani nazionali di sostegno, sulla digitalizzazione e sull’ausilio di analisi e ricerche specifiche sui mercati target. Al ministro ha subito risposto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Veronafiere, con Vinitaly, è a disposizione per favorire il grande cambiamento del settore vitivinicolo annunciato oggi a wine2wine dalla ministra Bellanova. La strategia per attuare l’immediato rilancio del comparto, a cui ha fatto riferimento, ci trova allineati e pronti a favorire la filiera sul piano del business e della ripartenza sui mercati internazionali”.

Poi Mantovani ha aggiunto: “Ci ha fatto particolarmente piacere il pragmatismo della ministra nell’affrontare i temi urgenti determinati dalla crisi pandemica. In questi mesi difficili per il sistema fieristico, Vinitaly sta investendo risorse proprie per favorire al meglio la ripartenza del settore attraverso analisi, contatti continuativi con il trade e numerosi eventi in programmati all’estero, come Wine to Asia, la nostra prima fiera in presenza dedicata al comparto che si chiude oggi in Cina. Wine2wine in formato digitale dimostra che non abbiamo spento i motori e che saremo i primi alleati nella strategia annunciata per il vino italiano”.