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Scenari

Fondi Ue, la Sicilia studia il sistema catalano per le imprese

13 Marzo 2012
Rosaria-Barresi Rosaria-Barresi

L’assessorato regionale all’Agricoltura sta studiando in atto il modello catalano di contribuzione alle imprese.

Lo ha reso noto Rosaria Barresi (nella foto), direttore generale del dipartimento interventi strutturali.

Tale sistema si sviluppa in tre fasi in grado di dimezzare la tempistica di finanziamento. Raggruppa dieci misure che sono rivolte solo alle imprese ed è organizzato secondo una procedura attraverso cui la domanda  viene presentata una sola volta con un contratto di sviluppo sulle misure che interessano. Ogni anno il periodo di presentazione della domanda cade il 1 febbraio e termina il 30 aprile, con essa va presentato anche l’allegato del pagamento unico. 

In quei tre mesi, l’azienda aggiorna la sua situazione, dando tutte le informazioni e presentando i nuovi progetti.   Dal 30 aprile l’amministrazione valuta i documenti depositati. 

“La Catalogna fa questo, ed è l’unica in Europa che ha un sistema del genere – dice la Barresi- è innovativo. D’altronde loro non hanno problemi di spesa. Se questa idea verrà tradotta per la prossima programmazione 2014-2020, significa chiedere anche all’organismo pagatore di adeguare il sistema. La regione avrebbe sempre il controllo di gestione mentre l’Agea potrebbe essere l’organismo pagatore. Questo progetto dovrebbe essere fatto in unione, in sinergia. Sarebbe una rivoluzione, non solo per la Regione Sicilia, ma anche per l’Italia”. Si lavorerebbe per fasi,  dunque e non per progetto.

Le fasi del modello catalano si articolano in quelle della ricezione, selezione e finanziamento. In un anno l’azienda deve chiudere le tre fasi. “La cosa migliore- afferma la Barresi- è la semplificazione per le aziende perché sanno che devono lavorare tutto l’anno per presentare la domanda in quella fase.  Stiamo organizzando questi study -visit per cui ci sono alcuni ispettori dell’Ipa che stanno studiando in Catalogna il sistema e un coordinatore dell’Assessorato.  E sono lì per studiare questo progetto di sviluppo che loro chiamano contratto generale di sviluppo”.

Infine la Barresi, sottolinea come i Catalani siano amministrativamente molto organizzati. “Hanno quattro province, ma il territorio della Catalogna è grande come la Sicilia. Dentro le province hanno le comarche, associazioni di comuni, ovvero una zona omogenea di territorio che agevola l’apparato amministrativo”.

Maria Antonietta Pioppo