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Scenari

Gennaro Esposito: “Nel mio mestiere mai dimenticare le proprie origini”

06 Luglio 2020
GennaroEsposito GennaroEsposito

di Annalucia Galeone

Appassionato, curioso e innovativo Gennaro Esposito, patron e chef de la Torre del Saracino, è uno dei volti più amati nel panorama della ristorazione italiana. L’autenticità, la carica umana ed empatica lo distinguono dall’insopportabile stereotipo televisivo.

“Nel mio mestiere dimenticare le proprie origini è un peccato mortale, un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future. Ricordiamocelo, ricordatevene”. Questo è il suo monito. E’ ripartito da dove tutto è iniziato. Nel 1991 ha inaugurato la Torre del Saracino per proporre una cucina che rispettasse e valorizzasse il territorio, ma che nel contempo fosse il frutto delle esperienze maturate durante i viaggi e gli stage che hanno segnato la sua vita e la professione. Attento a ogni dettaglio, dedica grande cura alla ricerca delle materie prime. L’Italia è il paese degli ingredienti buoni, semplici e straordinari, muovono le corde delle emozioni, hanno uma marcia in più, esaltarli è non solo facile ma anche divertente. Nel 2001 è arrivata la prima stella Michelin cui hanno fatto seguito le Tre Forchette del Gambero Rosso nel 2003, l’anno in cui nasce anche Festa a Vico, l’evento gastronomico organizzato per beneficenza ospitando quasi 400 colleghi ogni edizione. Nel 2008 gli è stata assegnata la seconda stella Michelin, nel 2011 è insignito del titolo di “Migliore Chef italiano dell’anno” per Identità Golose.

“Dentro ogni piatto ci sono tecniche, ricordi, esperienze, continuo confronto, invettiva, nel mio caso si aggiungono un forte legame con la mia terra e l’educazione al gusto caratterizzate dall’unicità e l’esclusività di alcuni prodotti, nessun professionista con buon senso dimentica le proprie radici o le mercifica – ribadisce Gennaro Esposito – La cucina è un’azione altruista, la bravura sta nel sapere elaborare un’espressione personale ispirandosi ai saperi e sapori della nostra cultura gastronomica e divulgarla agli altri. La tradizione non è altro che la sedimentazione di esperienze ripetute nel focolare domestico, ma attenzione, negli ultimi trent’anni sono pochissime le realtà meritevoli da poter essere classificate come nuove tradizioni. Rimane vivo solo ciò che ha una grande coerenza”. Nel 2009 ha lanciato una linea a marchio “Gennaro Esposito Chef” e ha avviato prestigiose collaborazioni con il ristorante Mammà a Capri (una stella Michelin) e il Rosselinis dell’hotel Palazzo Avino a Ravello (una stella Michelin). Membro del consiglio didattico dell’Università Gastronomica del Mezzogiorno, ha ricevuto il premio “Chef Mentor 2020” dalla Michelin perché universalmente riconosciuto come una guida sicura e prolifica per i giovani chef. Nel 2015 ha avviato IT ad Ibiza. L’esperienza replicata nel 2019 con l’apertura di IT Milano che ha ottenuto la prima stella Michelin a pochi mesi dall’inaugurazione e IT London. Alla riapertura del dopo il lockdown c’è stata grande curiosità. Lavoro, concretezza e qualità è una ricetta che funziona sempre.

“Il lavoro tra i fornelli da e toglie tanto, ruba il tempo e allontana dalla famiglia – sottolinea Gennaro Esposito -. Ai miei tempi aprire un ristorante era un gesto scevro dalle gabbie culturali, io sono stato mosso dalla curiosità e dalla voglia di misurarmi con qualcosa più grande di me, non ho pensato al business e ai riconoscimenti, nel tempo si sono rivelati carichi pesanti da sostenere. Oggi l’avviamento ha una maggiore complessità, i costi di gestione sono molto più onerosi, il coraggio e il salto nel vuoto rimangono gli stessi. Vale la pena rischiare con misura, senza dover dimostare niente a nessuno, il mio locale sembrava più un pub, l’ambiente era rustico e semplice, ho dato priorità ai piatti. Chi giudica i ristoranti deve saper valutare in modo competente, il giudizio rimane pur sempre un parere riduttivo, è difficile comporre il ritratto completo di uno chef, oggetto di indagine diventa più la filosofia o lo stile che il pregio di una portata piuttosto che un’altra”. Nonostante tutto Festa a Vico si farà, è stata postcipata. Sarà diversa, sarà innovativa, ma sarà sempre e comunque una ricorrenza degli chef, dei produttori e di tutti i brother in food. E’ pronta per diventare maggiorenne, anche se, con qualche mese di ritardo.

Torre del Saracino
via Torretta, 9 – Vico Equense (Na)
www.torredelsaracino.it
prenotazioni@torredelsaracino.it
t. 081 802 8555
Chiuso: mai
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no