Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Il futuro? L’ e-commerce

15 Settembre 2011
nutella nutella

Repiu’teiscion: è il suono di una parola che gli inglesi pronunziano così, ma scrivono reputation.

E la si può trovare all’apice di una  piramide se questa è assunta ad un grafico che gli advisor systems  analyst italiani tracciano per la rappresentazione grafica finalizzata  alle priorità del nuovo fenomeno dell’ e commerce. Per questi  analisti, il sistema dell’organizzazione del mercato digitale, a cui  sempre più si stanno affacciando i potenziali acquirenti del segmento  del vino, si sviluppa lungo due assi perpendicolari. E all’apice del  criterio verticale hanno collocato la voce, ovvero il valore,  “reputazione”.
Questo è uno dei primi concept che ha reso affascinante una  relazione tenutasi nel talk show organizzato dal Consorzio Genius Vini  con la collaborazione di “Civiltà del bere” nell’ambito della prima  giornata della Vino Vip di Cortina d’Ampezzo. Il tema: “Il viaggio di  Bacco da Gutenberg a Zuckerberg”. Due nomi legati a due storiche  invenzioni la stampa e Facebook, il social network, ed altrettante  rivoluzioni. Quelle che hanno sconvolto in forme e tempi diversi, la  comunicazione. Una terza rivoluzione è già in atto ed è quella di  rapportarsi, più che vendere, in quel nuovo mercato rappresentato dal  mondo digitale. Che secondo i dati forniti da Netcomm, un consorzio  per il commercio elettronico, ha pur sempre, eccome, un significativo  valore economico attestatosi intorno ad una quota che in Italia  supera 8 milioni di compratori e un fatturato in costante crescita,  stando alle stime dei primi sei mesi del 2011, che supererà presto  gli otto miliardi di euro. Ed è stato per questo che Matteo Esposito,  Ceo dell’agenzia creativa “Imille” specializzata in nuovi media con  sede a Milano, ha concretizzato uno studio di settore per capire e  individuare gli strumenti più adeguati per gestire questo segmento di  potenziali compratori. Strumenti che prescindono più di quanto  lascino intendere dai criteri di uno scientifico marketing. Tant’è che  al gradino più sotto di questa piramide ha collocato una seconda  keyword: engagement. A rendere facilmente più fruibile il senso di  questo secondo concetto, che vuol dire agganciare, ci viene incontro  il paradigma di quella idea geniale che è stata Disneyland. Nata nel  1955 con un unico obiettivo, Disneyland voleva portare, anzi,  agganciare, delle persone, per poi condurle a realizzare dei sogni.  “Ecco dunque che oggi per noi quella di “intercettare” i sogni delle  persone – sostiene Esposito – attraverso idee non convenzionali, e  quindi “agganciare” un traffico, un popolo, insomma delle persone, per  portarle poi verso un mezzo digitale che è il nostro sito, diventa la  primaria esigenza. E la reputazione è la prima cosa che dobbiamo  trattare quando facciamo digital marketing soprattutto nel settore del  vino”. Questa parola chiave è stata individuata studiando la storia  dei vini francesi che già nel 1445 godevano di una buona reputazione.  E nel 1855 quando nacque la loro classificazione, “Aoc” il criterio di  prelazione (grand cru, premier cru, ecc.) fu guidato da un discorso  reputazionale. Ma aggancio e reputazione sono solo due termini della  catena organizzativa di un mercato digitale. A questi si devono  aggiungere altri due anelli che sono altrettanti livelli imperativi:  il punto di vista e linguaggio. Per sintetizzare in “quarantanove  parole” ecco quali possono essere i dieci comandamenti del mercato  digitale: innanzitutto devi esserci (non importa dove, basta esserci,  su Facebook, You tube, Foursquare, LinkedIn); devi sostenere il tuo  marchio; puntellare la tua reputation; ed ancora, saper parlare, esser  convincenti; usare il linguaggio giusto; attirare il pubblico e  realizzare i suoi sogni (engagement); fai della creatività il tuo  strumento di comunicazione preferito; fallo sempre con stile; sii  chiaro, trasparente, affidabile ed infine offri più servizi che puoi.  Poi c’è l’asse orizzontale, fatto dal popolo dei blogger, dai social  network dalle chat. La Nutella, ad esempio, ha il suo blog e un  giorno la Ferrero ha scoperto che aveva “agganciato” tre milioni di  fan. “Quando devono lanciare un nuovo prodotto oggi in Ferrero sanno  che con un click mandano, a costo zero, un messaggio a tre milioni di  utenti interessati e che già hanno espresso una preferenza su quella  marca”. Esposito ha continuato così per quasi un’ora deliziando la  platea con queste chicche di marketing creativo.

Ha ricevuto un lungo  applauso e José Rallo (nella foto sopra) si è alzata pure in piedi per allungare la  standing ovation. E si è guadagnata una replica. Così la passionaria  del vino siciliano, ma anche una “mamma coraggio” che conosce le  insidie di un mondo telematico ancor poco conosciuto in Italia e che  si mette in gioco, ed espone la sua faccia e anche l’immagine  dell’azienda perché “il fine è sapere chi è che beve oggi? Quale vino  beve, se di qualità e magari di Donnafugata, ecco devo fare anch’io  un’ operazione di engagement, lo devo intercettare, agganciare, o mi  devo far intercettare, vogliamo esserci in questo villaggio globale e  sappiamo che implica investimenti, il munirsi di coraggio perché i  rischi sono dietro l’angolo e poi investire sulle risorse umane e  quelle finanziarie. E sui linguaggi giusti: quelli del vino di  qualità, del fascino, della bellezza, dei sapori, della luce e dei  colori. Ed è questa, per noi, la rete su cui puntiamo di far navigare  tutto il mondo. Il “wwwdellepassioni” che noi riteniamo il più  vincente”.

Stefano Gurrera