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Scenari

Il marchio “Qualità sicura” della Regione Siciliana: ecco le società che fanno i controlli

03 Agosto 2021

di Giorgio Vaiana

Entra nel vivo il marchio “Qualità sicura” voluto fortemente dalla Regione siciliana per garantire una filiera tracciata, sicura e “pulita”.

Sono cinque le filiere che potranno beneficiare del marchio: quella del grano duro e derivati, quella bovina, quella del latte crudo vaccino e derivati, quella della carne ovina, quella del latte crudo ovino, caprino e derivati. Per ogni filiera sono stati creati cinque disciplinari ad hoc, conformi alla norma UNI EN ISO 22005/ sulla rintracciabilità nelle filiere agroalimentare. Ogni azienda potrà scegliere di aderire liberamente al disciplinare a cui appartiene, ma dovrà accettare le regolo molto “stringenti” necessarie per ottenere il marchio “Qualità sicura”. Si tratta, com’è noto (leggi questo articolo> e quest’altro> per saperne di più) di un marchio ideto dalla Regione siciliana e approvato dalla comunità europea che dà la certezza assoluta di qualità al consumatore finale. Un modo, anche, per mettere in rete l’intera filiera da chi produce la materia prima fino a chi confeziona e vende il prodotto finale.

Per l’avvio del marchio, la Regione ha iniziato un programma di scrittura dei disciplinari riservato a quei prodotti che difficilmente potrebbero ottenere i marchi Dop o Igp per via della loro filiera molto complessa e frammentata. Sono quattro le società che si occuperanno dei controlli delle aziende: CCPB – Bologna; CoRFilCarni – Messina; CODEX – Scordia (Ct); CSQA – Thiene (Vi). Società che già si occupano della verifica sui disciplinari del biologico o delle denominazioni. Nella logica del libero mercato, non è previsto un tariffario comune per i controlli: ogni società potrà applicare i costi che preferisce, quindi le aziende potranno rivolgersi al miglior offerente. Il sistema, dunque, prevede una fase di “autocontrollo” da parte dell’azienda che dovrà avere contezza di rispettare quanto prevede il disciplinare. Poi arriveranno le visite ispettive in azienda che certificheranno il rispetto dei disciplinari. A quel punto dall’organismo di controllo parte “l’ok” alla Regione. Questo vuol dire che l’azienda può utilizzare il marchio “qualità sicura” nei propri prodotti. L’obiettivo della Regione, però, non è solo quello di garantire al consumatore finale un prodotto certificato, quindi sano e sicuro. Ma anche di fare rete tra i produttori dell’intera fileira, per garantire un prezzo equo. Dopo la conformità, scatta l’ultima fase da parte della Regione che stilerà un contratto con l’azienda che servirà a regolamentare l’uso del marchio: per chi sgarra, infatti, sono previste sanzioni pesanti.