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Scenari

Il successo del biologico in una tesi di laurea: come il marketing influenza le nostre scelte

23 Agosto 2018
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(Maria Giulia Franco)

Maria Giulia Franco, autrice di articoli per Cronache di Gusto si è laureata qualche settimana fa in scienze della comunicazione per le culture e le arti presso l'università di Palermo.

Ha scritto una tesi dal titolo “La natura ai tempi del marketing”, con relatore il professore di semiotica Gianfranco Marrone. Maria Giulia parte da una considerazione: in questi ultimi anni si è diffusa la convinzione che i cibi prodotti dalle industrie nel campo dell'alimentazione siano poco salutari per preferire quelli la cui tracciabilità è più trasparente. Abbiamo iniziato a preferire cibi meno artefatti di cui è rintracciabile la provenienza, a consumare ortaggi e frutta seguendo i ritmi naturali della loro produzione stagionale, ad accostarci con più fiducia all'agricoltura biologica. Sono sorti così una serie di marchi che promuovono un'idea del cibo che viene accostata ad un mondo potenzialmente naturale. Cosi, i prodotti biologici tendono sempre più a prevalere rispetto a tutti gli altri. La natura ha cominciato ad essere non solo pensata, ma anche scelta dai consumatori, oltre che ad esistere in un mondo distante e poco evoluto. Adesso non solo la natura deve essere protetta, salvaguardata e aiutata a mantenersi integra, ma deve anche essere portavoce di un prodotto. Prodotto che verrà scelto non solo per la buona qualità ma soprattutto perché porta avanti un'idea e un'immagine. I prodotti non sono più solo cereali, biscotti, o pasta, ma contengono storie, sempre più convincenti, che persuadono i consumatori, i quali ormai promuovono i loro acquisti come stili di vita. Si è giunti ad un punto in cui non è solo rilevante il cosa scegliere tra tutti i prodotti offerti, ma anche che tipo di storia condividere. Il biologico infatti ha reso ogni singolo alimento ricco di una valenza simbolica tale, che sarà proprio quella a giustificare sia il prezzo notevolmente più alto rispetto a tutti gli altri alimenti comuni, ma soprattutto ad assicurare la vicinanza con un mondo non contaminato dall'uomo. Attraverso l'analisi di alcuni prodotti alimentari di brand diversi, come Almaverde o Probios, è evidente come vi sia un pensiero costituito da strategie e tattiche che hanno come unico obiettivo quello di costruire una rete di fiducia con il consumatore.

Di seguito pubblichiamo un breve estratto della tesi. In fondo all'articolo un link dove è possibile scaricarla per intero.

E’ difficile oggi dare una definizione di natura poiché questo concetto ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, a causa dei vari modi di considerare la realtà. Fin dai tempi più antichi, il desiderio di progredire insito nell’uomo, ha concepito un’ idea di natura come un mondo dal quale tentare di discostarsi, poiché troppo selvaggio, troppo poco evoluto e proprio per questo quasi respingente; ma accanto, c’è sempre stata l’idea di una natura come qualcosa di incontaminato e contrapposto al progresso. Gli antichi poeti latini, come Virgilio e Orazio, parlavano dei “Saturnia regna”, un’età dell’oro in cui l’uomo viveva in una natura generosa che spontaneamente dava i suoi frutti; ciò si contrapponeva a un’idea di natura dove prevalevano la fatica e il lavoro e dove si era persa per sempre la spensieratezza sostituita dalla necessità dell’operosità dell’uomo. Nella cultura letteraria e nell’iconografia pittorica si rincorrono queste due concezioni, talvolta divenendo complementari, talvolta facendo prevalere il rimpianto per un mondo ormai definitivamente perso. Man mano che il progresso ha lasciato meno spazio alla natura con la pretesa di migliorare l’esistenza umana, è divenuto più’ forte il desiderio di recuperare un mondo naturale più a misura d’uomo. Nella nostra società industrializzata, la fuga dalla vita frenetica verso un’esistenza regolata da ritmi più naturali, ha significato recuperare uno stile di vita in cui anche e soprattutto i comportamenti alimentari, sono stati riconsiderati.

In questi ultimi anni si è diffusa la convinzione che i cibi prodotti dalle industrie nel campo dell’alimentazione siano poco salutari per preferire quelli la cui tracciabilità è più trasparente. Abbiamo iniziato a preferire cibi meno artefatti di cui è rintracciabile la provenienza, a consumare ortaggi e frutta seguendo i ritmi naturali della loro produzione stagionale, ad accostarci con più fiducia all’agricoltura biologica. Sono sorti così una serie di marchi che promuovono un’idea del cibo che viene accostata ad un mondo potenzialmente naturale. Cosi, i prodotti biologici tendono sempre più a prevalere rispetto a tutti gli altri. La natura ha cominciato ad essere non solo pensata, ma anche scelta dai consumatori, oltre che ad esistere in un mondo distante e poco evoluto. Adesso non solo la natura deve essere protetta, salvaguardata e aiutata a mantenersi integra, ma deve anche essere portavoce di un prodotto. Prodotto che verrà scelto non solo per la buona qualità ma soprattutto perchè porta avanti un’idea e un’immagine. I prodotti non sono più solo cereali, biscotti, o pasta, ma contengono storie, sempre più convincenti, che persuadono i consumatori, i quali ormai promuovono i loro acquisti come stili di vita.

Si è giunti ad un punto in cui non è solo rilevante il cosa scegliere tra tutti i prodotti offerti, ma anche che tipo di storia condividere. Il biologico infatti ha reso ogni singolo alimento ricco di una valenza simbolica tale, che sarà proprio quella a giustificare sia il prezzo notevolmente più alto rispetto a tutti gli altri alimenti comuni, ma soprattutto ad assicurare la vicinanza con un mondo non contaminato dall’uomo. Attraverso l’analisi di alcuni prodotti alimentari di brand diversi, come Almaverde o Probios, è evidente come vi sia un pensiero costituito da strategie e tattiche che hanno come unico obiettivo quello di costruire una rete di fiducia con il consumatore. Il packaging risulta infatti l’elemento determinante ed essenziale per ogni singolo prodotto poiché è proprio questo che lo avvicina ad un mondo non artificiale e non artefatto. Ma la confezione non è altro che questo, è un elemento costruito al fine di far apparire il prodotto come convincente e rassicurante. E’ una costruzione che però tenta in tutti modi di apparire come meno artificiale possibile, al contrario invece di tutti gli altri prodotti comuni che ritroviamo nei grandi supermercati. Prodotti di multinazionali che hanno come obiettivo quello di apparire come buoni e gustosi, senza se e senza ma, con una attenzione minore nei confronti dei singoli ingredienti utilizzati e della loro provenienza. Ultimamente anche i prodotti di grandi multinazionali hanno creato una linea di brand parallela che promuove questa nuova tendenza per apparire anche loro in una logica ormai diffusa e non rimanere fuori dalle possibili scelte dei consumatori.

IN QUESTO LINK E' POSSIBILE SCARICARE L'INTERA TESI DI LAUREA