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Scenari

Incendi, in Italia +202 % rispetto al 2020: “Serve fermare abbandono campagne”

12 Agosto 2021

Il caldo africano spinge i grandi incendi che sono più che triplicati in Italia (+202%) nell’estate 2021 con danni per milioni di euro all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo nell’intera penisola, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Campania alla Basilicata fino ad Abruzzo, Marche, Molise e Toscana.

E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Effis all’11 agosto rispetto alla media storica 2008-2020 in relazione ai violenti roghi che stanno devastando il Paese con decine di migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea inceneriti dalle fiamme, animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti e fiamme che arrivano a lambire le città. Ma al conto dei danni immediati vanno aggiunti – ricorda Coldiretti – quelli a lungo termine considerato che per far rinascere tutto l’ecosistema forestale e tutte le attività umane tradizionali, dalla raccolta della legna a quella dei tartufi e dei piccoli frutti, dai ricerca dei funghi all’ecoturismo, saranno necessari circa quindici anni. Una situazione angosciante che l’Italia è costretta ad affrontare perché se da una parte 6 roghi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da boschi con quasi 1 su 3 (32%) che in Italia fa parte di aree protette.

Per difendere il bosco italiano occorre dunque creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali. Peraltro i roghi che devastano le foreste hanno anche l’effetto di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 3,4 miliardi nel 2020 ed un incremento del 27% nei primi quattro mesi del 2021.

C.d.G.