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Scenari

L’appello di FederVini: “Comparto sotto attacco. Ecco le nostre proposte”

12 Ottobre 2022
Un momento del convegno Un momento del convegno

di Emanuele Scarci

Contrastare l’irrazionale demonizzazione delle bevande alcoliche da parte di organismi sovranazionali, attenuare i costi di approvvigionamento energetico e defiscalizzare la crescita dimensionale delle imprese.

Sono queste alcune delle richieste emerse nel corso della “Wine Agenda”, appuntamento di Federvini-Milano Wine Week, e dirette al Parlamento in via di insediamento e al Governo di prossima costituzione. Richieste di carattere emergenziale, frutto di una situazione aggravatasi negli ultimi mesi. Le proposte di Federvini trovano riscontro nei contenuti dello studio realizzato dall’Area studi Mediobanca, nel quale si evidenzia il gap che le imprese vitivinicole italiane registrano rispetto a produttori esteri, in particolare francesi, sotto il profilo dei valori unitari. Un export, quello del vino italiano, definito da Mediobanca “concentrato, di prossimità ma ancora povero”, in particolare sotto il profilo del prezzo medio: 3,22 dollari per la Francia contro 2,53 dollari per l’Italia. Un dato in parte compensato dal confronto sui volumi di esportazione, che vede l’Italia prevalere ampiamente nel confronto con la Francia, e sul trend di crescita del valore complessivo delle esportazioni negli ultimi 10 anni: + 39,4 % per l’Italia, + 29,5% per la Francia.

Caos materie prime
Secondo quanto evidenziato dai dati dell’Osservatorio di Federvini, in collaborazione con Nomisma e TradeLab, l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime per il packaging, come la carta per le etichette (+36%), le capsule e soprattutto il vetro (+47%), stanno mettendo a dura prova la produzione delle imprese del comparto, e conseguentemente la loro crescita. Le aziende hanno subito l’impennata dei costi di produzione e trasporti, con l’energia, in particolare, che ha segnato rincari tra il 150 e il 200%. Tutto questo in un quadro inflattivo che vede l’85% degli italiani adottare, o pronti ad adottare, strategie di risparmio per contrastare la diminuzione del potere di acquisto. Secondo Nomisma, nei primi 6 mesi del 2022 il mercato del vino in Italia ha registrato una contrazione delle vendite in Gdo a valore e volume a fronte però di una forte ripresa dei consumi nel canale Horeca. Contestualmente l’export ha proseguito la sua corsa, con ottime performance in valore (+14% nel primo semestre dell’anno rispetto) ma una stazionarietà in volume. La crescita del nostro export vitivinicolo in valore è però legata all’inflazione e all’apprezzamento del dollaro rispetto all’euro. Per quanto riguarda il mercato dei consumi fuori casa, secondo i dati di TradeLab, gli effetti della pandemia sono ancora visibili: nonostante siano terminate le restrizioni rispetto all’inizio della crisi. Il 2021 ha fatto registrare 65 miliardi di euro di consumi fuori casa legati ai servizi food & beverage contro gli 85 miliardi del 2019 (-23% rispetto ai livelli pre-pandemici).

Scenario internazionale
Secondo il dg di Federvini, Vittorio Cino, l’emergenza attuale è costituita “dall’attacco alle bevande alcoliche e al vino: riportare in etichetta che nuoce alla salute è un attacca alla reputazione del prodotto. Chiediamo tre cose alle istituzioni: un tavolo interministeriale tra Politiche agricole, Salute ed Esteri, per coordinarci e far sentire la nostra voce all’estero. Peraltro la nostra voce nell’Organizzazione mondiale della sanità si è sentita poco o niente”. Cino ha poi chiesto che nella Consulta alcol del ministero della Sanità si possano sedere anche i rappresentanti della produzione. Ma anche la riforma dell’etichettatura con la fuga in avanti dell’Irlanda con gli allarmi saluti in etichetta è un banco di prova. Infine, in Europa si discute del prossimo piano di promozione che comporta contributi per 350 milioni. “C’è chi chiede che ne vengano esclusi carni rosse e vino” ha sottolineato Cino. Beniamino Garofalo, amministratore delegato del gruppo Santa Margherita, nel suo intervento ha puntato sulla digitalizzazione nelle imprese: “Servono più manager specializzati per dialogare con i consumatori. E passare dal BtB al BtC. L’e-commerce generalista serve a vendere prodotti con lo sconto, ma non racconta le peculiarità del vino”. Infine, Ettore Nicoletto, ceo di Angelini Wines & Estates, ha detto che “è necessario avere la possibilità che le nostre imprese, fra loro complementari, costituiscano all’estero reti d’importazione e distribuzione. Il piano Ocm promozione dovrebbe avere una voce di spesa di questo tipo, anche per vincere la sfida competitiva con la Francia”.