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Scenari

La Puglia si compatta attorno al “suo” vitigno. “No al Primitivo prodotto in Sicilia”

01 Maggio 2020
primitivo primitivo

 

La Puglia del vino compatta contro la possibilità che la Sicilia coltivi Primitivo.

Come anticipato da Cronache di Gusto (leggi qui larticolo>) sotto attacco c’e un decreto della Regione siciliana dell’agosto scorso che autorizza i viticoltori a poter coltivare il Primitivo. Seppur tardivamente la Puglia otto mesi dopo ha scoperto questo provvedimento e sta manifestando tutta la sua contrarietà. Ben cinque consorzi di tutela (tra i quali Primitivo di Manduria, Primitivo di Gioia del Colle e Castel del Monte) Assoenologi, il Movimento del Turismo del vino Puglia, le Donne del Vino, Cia e Confagricoltura. In estrema sintesi il timore della Puglia è che il Primitivo possa essere prodotto ed indicato in etichetta nei vini Igt Terre Siciliane. E quindi far diventare il vitigno più importante della Puglia un player made in Sicily soprattutto nei mercati internazionali. È per questo che i consorzi e le associazioni dicono: “Vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale.Tale intervento impedirebbe che il Primitivo possa essere presentato nelle descrizioni secondarie di etichette riferite a vini rossi senza vitigno che provengono da Dop e Igp di altre regioni italiane. Inoltre, si eviterebbe che nell’elenco dei sinonimi vengano aggiunte delle varietà di viti che possono essere utilizzati nell’etichettatura e nella presentazione dei vini”.

“Per noi – si spiega nel comunicato congiunto – questo provvedimento è inammissibile. Tale decisione offende la nostra storia. Il primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodottotraino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto.
Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anchedai tanti consumatori”. A questo punto la protesta si sposterà a Roma. Perché la Puglia vuole chiedere al ministero la possibilità di stoppare il decreto della Regione Siciliana.

C.d.G.