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Scenari

Mandorle, annus horribilis: “Vendute a prezzo stracciato. I produttori le lasciano sull’albero”

09 Settembre 2020
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di Geraldine Pedrotti

Globalizzazione, concorrenza sleale e una folle gara di prezzi al ribasso rischiano di cancellare la produzione delle mandorle in Italia.

Una serie di congiunture sfavorevoli, in questo strano 2020, stanno costringendo gli agricoltori di tutto il Paese, ma in particolar modo quelli siciliani, a tenere in magazzino le mandorle raccolte, poiché i prezzi di vendita di quest’anno sono così bassi da non coprire i costi di produzione. A lanciare l’allarme è Carla Sala, rappresentante Fnp Frutta in guscio dell’Anga nazionale, sezione giovanile di Confagricoltura, e imprenditrice agricola della provincia di Agrigento. “Quest’anno stiamo assistendo ad una concorrenza sleale, non solo da parte di paesi Extra Unione europea, ma anche degli stessi membri dell’Unione europea, che stanno “drogando” il mercato con mandorle vecchie, raccolte lo scorso anno e vendute ad un prezzo stracciato. E’ il caso della Spagna, per esempio, secondo produttore al mondo di mandorle dopo la California – spiega Carla Sala – Se a questo aggiungiamo anche la concorrenza da parte di tutti quei paesi come la Turchia o il Marocco dove il costo del lavoro è di gran lunga minore di quello dell’Italia e l’abbondante produzione della California di quest’anno, ci rendiamo conto di che tipo di guerra stiamo provando a combattere”.

Il risultato è che se l’anno scorso un chilo di mandorle italiane veniva venduto a 10 euro, cifra che raggiungeva i 12 euro per quelle biologiche, quest’anno il prezzo è crollato a 4.20 per le prime e 6 euro per le seconde. “Una cifra insostenibile, che sta costringendo molti agricoltori a non mettere sul mercato il raccolto di quest’anno, perché i costi di manodopera e produzione non sarebbero coperti dai ricavi – continua Sala – per fare un esempio concreto: soltanto per smallare, schiacciare e mettere in busta le mandorle biologiche sgusciate va via almeno 1,50 euro a chilo. A questo bisogna aggiungere la raccolta – il cui prezzo varia in base a zona, morfologia del territorio e ettaraggio – la tilleriatura e cura del terreno, compresa la concimazione, l’irrigazione e la potatura. A conti fatti nella quasi totalità dei casi il costo di produzione di un chilo di mandorle arriva ai 4 euro, in alcuni casi supera addirittura questa cifra. Che senso ha a questo punto continuare a produrre?”

E dire che il mercato delle mandorle sembrava essere diventato una piccola Eldorado per l’Italia, settimo produttore al mondo con 85 mila ettari di mandorleti e una produzione annua di 30 mila tonnellate. Buona parte di queste cifre riguardano proprio la Sicilia, che con i suoi 45 mila ettari e le sue pregiate varietà autoctone è, insieme alla Puglia, una delle regioni dove questa coltura è più diffusa. “Servono maggiori tutele da parte dello Stato italiano e dell’Unione europea – conclude la rappresentante Fnp dell’Anga – intervenendo con politiche attive di sostegno al Made in Italy o valutando anche l’opzione di una tassazione sulle mandorle che vengono da oltre confine. Le aziende agricole italiane stanno portando avanti un grande lavoro di tutela della biodiversità, attraverso al riscoperta delle varietà autoctone di mandorle che rischiano di scomparire. Uno sforzo che rischia di essere vano se continuiamo a giocare una partita ad armi impari, senza nessun tipo di tutela”.