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Scenari

Maricetta Gianfalla (Alias): “Così è cambiata la comunicazione visiva del vino”

04 Luglio 2022
Maricetta Gianfalla e Marco Castagna Maricetta Gianfalla e Marco Castagna

Come è cambiato il modo di comunicare l’immagine di un’azienda attraverso un’etichetta? Cosa attrae il consumatore?

Lo abbiamo chiesto a Marco Castagna e Maricetta Gianfalla, titolari di Alias, l’agenzia di comunicazione e design di Palermo, specializzata nella progettazione di etichette per cantine vinicole e spesso premiata all’International Packaging Competition al Vinitaly di Verona. Partiamo dal mercato: come cambia il modo di comunicare visivamente l’azienda? “L’identità visiva delle aziende del vino – afferma Maricetta Gianfalla – da decenni è in continua evoluzione, La spinta è arrivata principalmente dai mercati esteri come gli Stati Uniti, l’Australia, il Sud America, che, non avendo una tradizione vitivinicola dalle radici antiche, hanno cominciato a sperimentare e innovare, alla ricerca di un appeal che invogliasse i consumatori grazie all’utilizzo di nuovi linguaggi. In questo senso le aziende si impegnano per cercare un percorso di comunicazione personale che dia valore al brand”. C’è in buona sostanza una maggiore attenzione al bisogno di comunicare un’identità e ciò che più rappresenta l’azienda, senza la tentazione di lasciarsi sedurre da un’estetica priva di contenuto. “Il consumatore in generale cerca nel vino la piacevolezza, il consumatore esperto un’esperienza sensoriale di qualità. Questa tendenza si esprime nel packaging. Le etichette sono una promessa: devono esprimere valore. In alcuni casi il progetto grafico regala una esperienza fisica, non solo visiva, ma anche tattile”. Da queste considerazioni è sempre più evidente, per le agenzie di grafica, il bisogno di ricercare materiali e nobilitazioni.

Facciamo qualche esempio. “Si spazia dalle vernici che rendono la sensazione di ruvidezza agli inchiostri i cui colori variano con la temperatura o si illuminano al buio, passando per le lavorazioni come il debossing che “scava” la carta ai rilevi 3D su più livelli, oppure ai fogli metallici che regalano ricchezza e pregio”, spiega Maricetta. Oltre alle nobilitazioni è il contenuto a dare valore, ad ancorare il messaggio esprimendo un forte senso di appartenenza al territorio, per esempio. “La grafica è volta a esprimere contenuti che diano suggestioni del territorio di provenienza – aggiunge la graphic designer – siano narrazioni di tradizioni culturali legate all’azienda o a storie di famiglia. Su questi contenuti negli ultimi anni si è molto incrementata la presenza di illustrazioni arricchite da un uso generoso del colore. Posso fare qualche esempio citando la progettazione della linea Cardilla delle Cantine Pellegrino. Il brief si imperniava sulla valorizzazione del nome della cantina e delle terre in cui insistono i vigneti. Raffigurare dei semplici attrezzi da lavoro o da trasporto con illustrazioni realizzate con la tecnica dell’incisione ci consentiva di catturare l’attenzione del consumatore utilizzando delle presenze iconiche che riportassero immediatamente a un vissuto campagnolo, tradizionale, come se fossero quasi parti di un ricordo d’infanzia. E che si affermassero per la loro forza evocativa in un progetto di estrema semplicità e pulizia formale. Il lavoro svolto per la cantina Genegricola invece ha ricostruito l’immagine del brand Bricco dei Guazzi a partire degli stilemi araldici tradizionali rivisitati in chiave moderna. Il progetto ha rivisitato lo stemma storico della cantina piemontese con un design moderno, memorabile nelle sue linee essenziali. In accordo con il nuovo logo si è declinata tutta la linea di prodotti grazie a una selezione personalizzata del colore affiancata ad un lettering dedicato realizzato manualmente da una calligrafa”.

Maricetta e Marco nel corso della loro lunga esperienza professionale hanno realizzato campagne di comunicazione collaborando con artisti di fama internazionali come Milton Glaser e Guido Crepax. Creano marchi per istituzioni prestigiose. Pur lavorando alla comunicazione in diversi ambiti e per diverse strutture, dal teatro Massimo al Teatro Biondo da palazzo Zino al Pianc Aipnc di Bruxelles, il loro core business è rimasto per anni ed è tuttora quello della progettazione delle etichette di vino.

F.L.