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Scenari

Masi Agricola, entra Renzo Rosso nel Cda. E vuole con lui anche Lorenzo Tersi

22 Aprile 2021

di Emanuele Scarci

Renzo Rosso nel cda di Masi Agricola, ma non è il Re Mida del food&wine.

Con l’assemblea degli azionisti di domani 23 aprile, Mr Diesel diventerà consigliere di amministrazione. In due mosse l’imprenditore veneto è salito prima al 5 e poi al 7,5% del capitale della cantina della Valpolicella e ha prenotato due posti nel cda, uno per sé e l’altro per Lorenzo Tersi, consulente aziendale del vinicolo-finanziario, presente nei personaggi Top 100 di Cronache di Gusto.

Tra fashion e vino
Rosso è il fondatore del gruppo del fashion Diesel (ricavi per 1,3 miliardi nel 2020), con tanti brand, ultimo acquisito Jil Sander. Rosso però non è l’ultimo arrivato nel vino. Dal ’93 è proprietario della vicentina Diesel Farm, 100 ettari biodinamici tra pascoli, olivi, alberi da frutto e vigneti coltivati a Chardonnay, Pinot Nero, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Appena 20 mila bottiglie per un “vino sartoriale”: il suo Rosso di Rosso ha ottenuto 93 punti da Robert Parker. Sette anni fa è diventato azionista della catena del bio-retail EcorNaturaSì, ma nel 2020 è uscito sbattendo la porta e saltando subito dopo su Cortilia, dove è consigliere di amministrazione. Nel triennio 2017-19 il giro d’affari di Cortilia è salito da 7 a 12 milioni, ma anche le perdite sono salite da 2 a 3 milioni: complessivamente 7,5 milioni in un triennio. Rosso ha abboccato? No. Cortilia è una promettente start up e avrà bisogno anche dei consigli dell’imprenditore veneto per realizzare il suo primo utile di bilancio.

La bussola di Masi
L’imprenditore potrà dare consigli anche per la gestione di Masi, ma pensare di assumerne il controllo è difficile. La cantina della Valpolicella è blindata per il 73,5% dai fratelli Sandro, Bruno e Mario Boscaini, con quote paritetiche, inoltre vige un tetto statutario al possesso azionario del 40%. Ma non si sa mai. Masi è un produttore veneto di vini di pregio che negli ultimi anni attraversa una fase molto delicata della sua storia, ora aggravata dalla pandemia. Nel 2020 i ricavi sono scivolati del 19% a 51 milioni mentre la redditività sul fatturato è precipitata dal 28% del 2015 al 10,6% dell’anno scorso. In marzo la società ha lanciato un bond di 12 milioni sottoscritto da Cdp e UniCredit. La cantina della Valpolicella potrà riprendere quota con le riaperture di ristoranti ed enoteche, ma ha bisogno di una ridefinizione delle strategie per ritrovare la bussola della crescita.