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Scenari

Milazzo è la “perla del Tirreno” e pensa in grande: così si progetta la stagione turistica

30 Aprile 2021
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La cittadina messinese pronta a ripartire in questa estate. E gli alberghi pensano ad un nuovo turismo: non più solo “business men”, ma di un certo livello. Grazie a strutture luxury che pensano anche ad una cucina gourmet

di Marcella Ruggeri

Se da un lato Taormina viene celebrata come la Perla dello Jonio, a dominare un altro mare stupefacente per i suoi tramonti al polo opposto di Messina si leva un’altra perla, quella del Tirreno ovvero Milazzo. Questa terra baciata dal Dio del Sole si posiziona come la più insolata d’Italia ed oggi più che mai si ripromette di galoppare nel circuito economico e turistico più importante lungo il litorale nord orientale della Sicilia, non solo per il “business man” ma anche per il target dell’utenza straniera. Il Covid-19 ha sospeso un po’ l’affluenza delle persone che frequentano questa cittadina per esigenze professionali. Ma la “Penisola Aurea” e patria del gigante Polifemo (dove “Odissèos naufraga nel suo peregrinare”), così come è denominata Milazzo, non molla e vuole rifiorire con gli imprenditori della fetta alberghiera, anzi tutta la riviera tirrenica, appunto, si innesta nel potenziamento dei servizi.

A parlare della voglia di ricominciare, spiegando le ali dall’instabilità spietata del periodo, è la vicepresidente di Federalberghi Messina, Marinella Ricciardello, nonché titolare del Villaggio Residence “Testa di Monaco” a Capo d’Orlando, un’altra ridente cittadina del versante tirrenico, molto gremita in alta stagione. L’albergatrice è anche referente esclusiva in Italia, da dieci anni, di una scuola di alta formazione manageriale, “Swiss Education Group e Alumnia” del Cesar Ritz College che istruisce tanti giovani ad affrontare questa dimensione privilegiata che è l’imprenditoria della ricettività alberghiera e ti mette in contatto e in relazione con il mondo intero. “C’è una stasi imperante nel business degli hotel e tutti siamo nella stessa barca – afferma la vicepresidente – La gente, la clientela è stimolata ad intraprendere un turismo di prossimità e noi siamo pronti ad offrirlo, ma dobbiamo fare i conti con le spese. Per essere lungimiranti nella nostra economia, non abbiamo interesse ad aprire per un periodo breve come si può prospettare il ponte dell’1 Maggio. Non si riesce a mettere in moto adesso la macchina della ristorazione. Possiamo iniziare ad accettare la fruizione di camere e colazione verso l’estate, considerando anche B&B e case vacanze. Personalmente, sto rinunciando alle poche prenotazioni pervenute nel prossimo weekend che ha due giorni rossi e, come me, l’ha fatto qualcun altro. In queste zone, siamo abituati ad una stagione di un paio di mesi: addirittura da metà luglio fino alla fine di agosto perché si registra il flusso più intenso di avventori, poi tutto si svuota. Non avviene come a Milazzo dove si sviluppa il profilo “Mice” (meeting incentive congress events), tramite la presenza della Raffineria, un esempio su tanti. E’ chiaro che la diffusione del Coronavirus ha cambiato un po’ le carte, per cui le richieste potrebbero mobilitarsi più tardi e dilatarsi fino alla fine settembre. Questo è un fenomeno che riguarda più i villaggi. La percezione è da una parte quella dell’ottimismo, dall’altra ci sentiamo attaccati alla notizia perché tutti dobbiamo seguire la giostra dei colori di Regioni e Paesi, del “Green pass” che è ancora non è definito nelle sue prerogative e della pressione degli utenti impauriti che vogliono la garanzia di rimborso. L’andamento dei decreti ci fa adeguare a quella che è la situazione. L’unica perplessità insormontabile per chi prenota è la perdita della caparra”. A quel punto, secondo Ricciardello, chi ha la mania del viaggio, si vaccina e si dirige in Grecia e/o in Spagna. I vacanzieri non intendono dire addio alla parte conviviale delle trasferte, l’enogastronomia è essenziale. E’ certo che bisogna cancellare il coprifuoco perché resta un deterrente per le uscite e soprattutto per i ristoratori. Paradossalmente, gli alberghi sarebbero favoriti da questo perché gli utenti mangerebbero solo al loro interno.

(Ngonia Bay)

C’è un fattore comune a tutte le ripartenze di hotel e resort, la clientela è alla ricerca di tranquillità anche per i ritmi rallentati e la diffidenza dovuti al lockdown. A Milazzo, sicuramente le aperture dell’Hotel ristorante “Ngonia Bay” e di “Eolian Milazzo Hotel” avanzano. Il titolare dell’Hotel “Ngonia Bay” 4 stelle, Marco Calabrese, annuncia l’avvio ufficiale il prossimo 7 maggio perché la Sicilia, in questo momento, è arancione fino al 2 maggio. Gli ordini saranno gestibili nel suggestivo Giardino d’Inverno (che si raggiunge dalla corte della struttura ed era l’antico vivaio), sfruttando gli spazi aperti da tre lati, con le vetrate sul pergolato. La capienza è di 150 persone ma, a prescindere, Calabrese conta di accettarne la metà (o meno) per ragioni di distanziamento. Ma la straordinarietà di questo nuovo inizio sarà il recupero “step by step” del cosiddetto “Bosco” immerso negli alberi secolari con spazi esterni e rigogliose piante che sarà inaugurato a metà luglio, insieme a tutta la zona con la piscina già conosciuta. La zona del “Bosco” sarà adibita a vari tipi di eventi ma soprattutto si cucinerà dal vivo con le griglie a vista. “La bellezza di questo luogo si respira entrando dalla corte della struttura – racconta Calabrese – e continuando da qui si creerà il percorso antico e privato che collega la zona del Tono al Capo Milazzo. Si tratta dello sbocco della ex Tonnara, dove i lavoratori giungevano. Allo stesso modo, abbiamo progettato di far salire i clienti sulla montagna che sorge alle spalle dell’albergo attraverso escursioni guidate. Stiamo rivoluzionando sempre di più il bar al piano terra portando un settore di nicchia, senza confusione, come richiesto dalla tendenza. Il target ristorazione è già di alto livello grazie allo chef Dario Pandolfo che ha lavorato in tanti locali stellati in Italia e all’Estero, al pasticcere che lavorava in una delle più importanti pasticcerie a Roma, al sous – chef che era al “Therasia Resort” a Vulcano. Un team tutto composto da giovani e di grande livello umano per organizzare un locale gourmet sia a pranzo che a cena: la loro freschezza unita all’esperienza permette di valorizzare i prodotti locali, insieme al territorio con il nuovo sentiero che condurrà al Capo, dove teniamo anche l’orto. Obiettivo è di arrivare alla stella Michelin. Contiamo su una grande filiera per il maialino dei Nebrodi, in questo la carne di Borrello è insuperabile, i gamberi prelevati direttamente dalle barche delle Isole Eolie, il tonno di Milazzo, il nostro orto del Capo”.

 Calabrese e famiglia hanno acquistato la proprietà, 15 anni fa, dalla famiglia Calapai – D’Amico. Tonnara dismessa negli anni ottanta. Museo della tonnara del borgo di Milazzo convenzioni. Lo stabile ha tre piani (compresa la terrazza) e sette suite, una piscina scoperta in giardino, una mini in terrazza. Il ristorante lavora al chiuso fino a metà giugno, gli altri tre mesi in terrazza quindi fino a metà settembre. Le prenotazioni si muovono solitamente ad aprile. I giovani prediligevano booking, oggi non prenotano. C’è la chance di una tariffa flessibile per una cancellazione a ridosso dell’arrivo. Prima c’erano tante prenotazione tra maggio – giugno: l’80 per cento italiani e siciliani. Ora si parla solo di luglio e agosto. Premettendo che la struttura è chiusa da novembre, Calabrese lamenta un mancato incasso di sei mesi. Non ci sono prospettive di lavorare in maniera continuativa. “Avendo fatto i nostri carichi – commenta – ci siamo dati alla beneficienza, distribuendo 4mila pasti per i poveri associazione ‘Hope’, fatta per i poveri da novembre un mese e mezzo”. La specialità dello chef Pandolfo è la pasta col gambero. Ma la pandemia per lui è stata utile a ricercare nuovi produttori contadini, pescatori, allevatori per entrare nella filosofia Made in Sicily: ora ci sono seppia e triglie seguendo il periodo delle stagioni, carne modicana (non solo costata e filetto). Apprezzato nella stagione lo spaghetto al pomodoro in bianco con gambero di nassa.

Il direttore generale dell’Eolian Milazzo Hotel (4 stelle superior) Marco Falletta riferisce di una organizzazione sulla falsa riga dell’anno scorso. In questo segmento di mercato, ci sarà un turismo di prossimità con l’unica differenza che l’asticella si alzerà un po’. Si riaprirà il 28 giugno, dato importante per intercettare il cliente e capire di che colore siamo. La gente si è abituata a vivere con il virus. Si consentono le disdette di prenotazioni per luglio ed agosto quasi sotto la data di arrivo. Non si lavora da sei mesi. Nel 2019, invece, c’era la cancellazione su sito e telefono e sui portali. Ora la flessibilità è d’obbligo. Falletta dice: “Non si sa molto del “green pass”. Seguiamo indagini di Federalberghi e Assohotel, tutti i dati e analisi per segmento di chi si muove in coppia o famiglia. Situazione normale per segmenti del “business man”. Ma gli introiti maggiori derivano dal target alto, da chi si muove per piacere in coppia. Mentre l’italiano si muove nel periodo caldo, nel Nord Europa gli utenti optano per aprile, maggio e giugno. La misura dello “smart working” ha sottratto clientela. I rappresentanti si muovono ma non pernottano in questo mese e mezzo anche se c’è il polo industriale. C’è una gestione più strutturata qualitativamente. Costi importanti sono stati generati senza utili così abbiamo approfittato per realizzare una manutenzione straordinaria. Abbiamo un reparto attivo per i preventivi per quella che è un’altra risorsa – la convegnistica essendo dotati di un centro congressi. Ma abbiamo uno stop dall’1 novembre. Abbiamo perso il 100% rispetto al 2019. Il settore congressuale abbraccia aprile, maggio giugno e poi settembre – ottobre. Stiamo lavorando per i prossimi settembre e ottobre stiamo con grande flessibilità. Al momento, riceviamo spazi medico – scientifico e c’è un raggio di luce da Palermo. Da noi, l’industria del congressuale funziona con il settore “Mice” e abbiamo avuto un crollo dei matrimoni che alimenta un ramo d’azienda a singhiozzo”.

La struttura ha due piscine con acqua salata per gli ospiti dell’albergo: l’anno scorso, attivata una sola dal 28 giugno. “Ora c’è una maggiore consapevolezza in base al comportamento storico. Cercheremo di tornare alla normalità anche con le piscine – ribadisce il direttore –  prima fruibile una sessantina di lettini”. La società “Hlm”, formata da due milazzesi (una nel campo costruzioni industriali e una nel campo trasporti) ha rilevato l’Eolian che aveva 240 camere nel 2007. Ora ne ha 46, oltre ad appartamenti in vendita. Rimasto solo lo scheletro, l’edificio è stato riqualificato nel 2012 e ha aperto a maggio di quell’anno, con la direzione generale di Falletta. Questi, fiero della sua gavetta, è stato prima in Lombardia come barman, per poi essere chiamato dalla proprietà dell’Eolian. Fiducia e sintonia collaborativa tra loro hanno fatto nascere un connubio vincente anche con una decina di dipendenti.