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Scenari

“Il successo di Fud? Un locale alla portata di tutti”

31 Ottobre 2017
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(Gandolfo Dominici e Andrea Graziano. Sullo sfondo i ragazzi della facoltà di economia dell'università di Palermo)

di Anna Sampino, Palermo

“La migliore strategia di marketing: raccontare tutto ciò che si fa con semplicità”. Studenti di Economia a lezione di Marketing, con un docente d'eccezione, uno di quelli che ben racconta – e rappresenta – la Sicilia che funziona: Andrea Graziano, fondatore e titolare di Fud – Bottega Sicula.

In realtà chiamare lezione, quella tenuta ieri pomeriggio da Graziano all'Aula Colletti dell'Ateneo di Palermo, rischia di essere un po' riduttivo. Si dovrebbe parlare più di un laboratorio creativo che ha dimostrato come si può riuscire a coinvolgere e attrarre la gente con gioco, passione e semplicità. Per far capire di cosa si parla, il visionario ristoratore ha offerto panini (il delizioso suit drims, con la mortadella d'asino di Chiaramonte Gulfi) e birra artigianale dell'azienda Tarì di Modica (della selezione esclusiva Bir Fud). “Ho voluto dimostrare intanto cos'è Fud e poi come si può raccontare un prodotto in modo semplice e giocoso”, spiega Graziano. Il racconto di una socialità che ha poi avuto la sua vetrina sui social network: spazio a selfie e scatti tra studenti con i “coppi” di patatine fritte e panini in mano. “La prima regola del marketing è quella di raccontare tutto ciò che si fa. Noi di Fud lo facciamo ogni giorno in modo semplice e immediato”. È proprio dalla semplicità che, racconta l'imprenditore, nasce la storia della sua “Bottega sicula”, che si ispira all'idea del fast-food ma lo rivoluziona mettendo in risalto quella “sicilianità” che lo contraddistingue in tutto, dalle materie prime selezionate al linguaggio.

In modo goliardico e scherzoso, come il simpatico e riconoscibile “inglese sicilianizzato” – tanto da coniare il termine “fuddish” -, della serie “scrivo come parlo”, dove l'hamburger è Am Burgher e il cheese burger è il Cis burgher. “Fud è nato con l'idea di rendere tutto più semplice, in un momento in cui l'alta enogastronomia è diventata un po' troppo elitaria, abbiamo creato un locale alla portata di tutti. Dai costi alle parole, per esempio, che tutti possono capire perché scritte per come si pronunciano”.Per non parlare del logo scelto: l'antico timbro postale, stampato artigianalmente da un tipografo modicano. “Una versione confort – spiega Graziano -, che trasmette valori di familiarità e affidabilità”. Ancora, la trovata del “tavolo sociale”: ci si può trovare seduti assieme a gente sconosciuta, con cui magari si finisce per parlare durante la cena.

Tutte trovate divertenti e giocose, senza dubbio, ma anche studiate e create da un'attenta strategia comunicativa: Fud ha un suo “carattere”, è riconoscibile. Lo dimostra il successo di quella che da una piccola bottega in via Santa Filomena a Catania si è trasformata in una catena, presente anche a Palermo, capace di mettere in moto una vera e propria filiera produttiva, puntando a piccoli fornitori locali. “Per alcuni di loro – spiega – Fud rappresenta il 90-95% del loro fatturato”. Il fenomeno Fud vive tantissimo sui social. Giusto qualche numero: 75mila follower su Facebook e 17mila su Instagram. Tanti i nuovi progetti, tra questi la Fud Farm, dove vengono coltivate erbe aromatiche – che poi andranno a condire i panini – e ben presto anche le arance, con cui Graziano vuole produrre un'aranciata marchio Fud.