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Scenari

Catania: “O Acceleriamo le trattative o la nuova Pac non entra in vigore”

01 Giugno 2012

 

Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania (nella foto) chiede l’accelerazione delle trattative per la riforma della Politica Agricola Comune.

“Se ci ritroveremo all’inizio del 2013 ancora in alto mare sulle scelte fondamentali, senza una posizione comune in Consiglio, a livello di Parlamento e di trilogo, quando si chiuderà il negoziato sul bilancio complessivo comunitario rischiamo che non ci siano più i tempi perché la nuova Pac entri in vigore, come previsto, dal 2014”, lo ha detto il minostro nel suo intervento al convegno, che si è tenuto a Roma,  ‘Il coraggio di cambiare – La cooperazione agroalimentare di Francia, Italia, Spagna e Portogallo presenta ai Parlamentari europei gli emendamenti alla Pac post 2013’, organizzato da Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare e Agci Agrital.
 
“Tra le novità più recenti in merito al negoziato in corso, una delle più rilevanti – ha aggiuntoCatania – riguarda la posizione assunta dal Parlamento europeo che sembrerebbe orientato verso modifiche di rilievo rispetto al modello di Pac proposto dalla Commissione europea”.
 
Uno dei temi su cui si è avviato il negoziato in Consiglio europeo è quello del greening, la misura obbligatoria della Pac  che obbliga i produttori ad un ulteriore pagamento, calcolato in percentuale per ettaro, per il rinverdimento, e che stabilisce criteri, tra cui la diversificazione delle colture, che comporterebbero pesanti investimenti per le piccole aziende penalizzandole.
 
Un gruppo di Paesi membri avrebbe firmato un documento di radicale contrapposizione alla Commissione. “Si è prefigurato un sistema alternativo di greening. L’Italia non ha sottoscritto però questo documento. Con la Commissione dobbiamo invece continuare a dialogare. È proprio dal dialogo che abbiamo portato avanti in questi mesi che stanno emergendo i primi risultati. Inoltre la Commissione ha accettato che la diversificazione obbligatoria delle colture prevista dal greening non debba più essere adottata dalle aziende agricole fino a 10 ettari, mentre il limite precedente era fissato a 3. Una modifica che per la nostra agricoltura è tutt’altro che secondaria”.
 
Poi sul tema della ripartizione delle risorse tra i Paesi membri il ministro ha dichiarato. “All’interno del negoziato che stiamo affrontando in sede comunitaria un altro punto sul quale intendiamo lottare fino in fondo, così come abbiamo detto fin dal principio, è quello del criterio della ripartizione delle risorse tra i Paesi membri, che non può essere basato sulla superficie, ma piuttosto sulla rilevanza dell’agricoltura nel suo complesso, a partire dalla produzione, dal lavoro impiegato e dalle imprese coinvolte”.

C.d.G.