Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

“Produrre birre artigianali? Non ti fa diventare ricco. In Italia meglio il Nord del Sud”

15 Giugno 2018
BIRRA-MESSINA_4 BIRRA-MESSINA_4

Jef Van den Steen, mastro birraio belga e guru delle artigianali, è stato ospite ad un evento organizzato dalla Forneria Messina a Monreale parla del mondo delle artigianali: “Chi si avvicina a questo mondo pensando di fare soldi, sbaglia di grosso”


(Federico Casarin, Elia Adanti, Jef Van den Steen e Gianmichele Messina – ph Vincenzo Ganci)

Non chiamatelo maestro, sennò storce la bocca e ti guarda con diffidenza. Prima di regalarvi un sorriso che vi comunica quanto vi abbia preso in giro un secondo prima. 

Lui è Jef Van den Steen, titolare del birrificio belga De Glazen Toren, ma vero guru del mondo brassicolo artigianale. Personaggio nel vero senso della parola, tratti caratteristici indimenticabili, magari ti spilla una birra entre accenna un passo di danza. E' stato ospite in Sicilia, precisamente nella Forneria Messina di San Martino delle Scale, frazione montana del comune di Monreale in provincia di Palermo. L'occasione, una festa di inizio stagione estiva (seppur con qualche pioggia) organizzata da Gianmichele Messina, padrone di casa perfetto per un evento che ha messo insieme non solo Van de Steen, ma anche altri due giovani birrai, Federico Casarin del birrificio del Doge ed Elia Adanti del birrificio Renton. I tre hanno portato in degustazione nove birre (una più buona dell'altra), insieme alle specialità locali preparate da Lorena Messina e dal suo staff. Ma la serata è stata anche l'occasione per scambiare due chiacchiere con il guru della birra artigianale che ci tiene a precisare: “Ho un birrificio solo dal 2004 – dice Jef – Prima producevo la birra solo per me, i miei familiari e miei amici”. Il Belgio per chi produce birra, è considerata una sorta di “bibbia” da seguire: “Ed in effetti – dice Jef – le regioni del Nord Italia, molto più vicine al Belgio, ma anche alla Germania e all'Austria, luoghi che fanno scuola per la produzione delle birre, mi sembrano ad un livello superiore rispetto a quelle del centro e sud Italia. In ogni caso il livello generale italiano è molto buono”. Un fenomeno, quello della birra artigianale che è “esploso” nell'ultimo periodo: “Non solo in Italia, ma in tutto il mondo – dice Jef – Questo perché la gente si è stufata di bere produzioni industriali, per certi versi senza carattere e tutte uguali. Vogliono bere bene”. Ma il fenomeno dei birrifici non va collegato al business: “Chi pensa di aprire un birrificio perché vuole fare soldi, si sbaglia di grosso – dice – La vita di un mastro birraio è molto sacrificata e attorno al magico mondo di malti e orzi non ci sono tanti soldi”. Il birrificio di Jef lo scorso anno ha prodotto circa 150 mila litri di birra. 

Per Federico Casarin, il fenomeno dei birrifici ad un certo punto si esaurirà: “Questo perché ci sarà una selezione naturale sulla qualità – dice – Chi produce una birra che magari piace, deve essere in grado di rifarla l'anno dopo e garantire una certa quantità di bottiglie. E non tutti sanno farlo. Sfido tutti a mantenere il gusto di una birra a distanza di 5 mesi”. Il Birrificio del Doge, che si trova a Zero Branco in provincia di Treviso, lo scorso anno ha chiuso una produzione di 250 mila litri di birra: “Noi ci ispiriamo all'Austria – dice Federico – ma poi ci lasciamo travolgere dal momento, perché c'è una birra adatta ad ogni momento. In questo periodo stiamo sperimentando prodotti con fiori e spezie”.

Elia, del birrificio Renton che si trova a Fano, dice la sua: “Oggi aprire un birrificio è davvero una scelta coraggiosa – dice – perché la qualità media delle produzioni è elevatissima. Non hai il tempo di affermarti pian piano sul mercato, ma devi essere pronto sotto tutti i punti di vista, da quello della produzione, passando dal marketing e fino alla comunicazione. E per farlo è chiaro che alle spalle devi avere un investitore”. Lui ha iniziato la sua carriera dieci anni fa prima come consulente, poi come socio nel birrificio che produce una media di 120 mila litri di birra e che vende tra Italia, Svezia, Svizzera, Belgio e Olanda: “Il fatto che ci sia molta concorrenza mi piace ed è un bene – dice – Questo ti stimola a fare sempre meglio e presentare ai clienti dei prodotti di una qualità sempre superiore”.

G.V.