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Scenari

Ribaltone nel consorzio Oltrepò Pavese: sfiduciato il presidente Gatti. C’è Fugazza

18 Giugno 2020
Gilda_Fugazza Gilda_Fugazza

di Emanuele Scarci

Nel turbolento Oltrepò Pavese il consiglio di amministrazione del Consorzio sfiducia il presidente Luigi Gatti e apre la strada alla nuova presidente Gilda Fugazza: rimarrà in carica fino al rinnovo dell’organo di gestione, il prossimo aprile.

Gatti è stato destituito la settimana dopo il via libera al nuovo regolamento per l’allargamento del cda a nuovi membri. Ora dovrà superare il vaglio dell’assemblea del Consorzio dell’Oltrepò Pavese. Perché il nuovo regolamento? “E’ una richiesta avanzata da molte aziende – risponde Fugazza, titolare dell’azienda Mondonico e commercialista – per facilitare le adesioni al Consorzio e allargare la base sociale. Sono stati posti degli scaglioni per le aziende più piccole ed è stato fissato un tetto affinché nessuno possa raggiungere il 51%”. La denominazione dell’Oltrepò Pavese è molto frazionata. La superficie media è di 5 ettari ma 1.800 aziende hanno una superficie inferiore a 5 ettari e 14 superano i 75 ettari. “Al di là delle medie – aggiunge Fugazza – c’è molta differenza, ma se tutti partecipano ne potremo soddisfare le esigenze”. Questo punto è stato uno dei motivi alla base della sfiducia dell’ex presidente Gatti? “Passiamo alla domanda successiva – risponde Fugazza -. Non m’interessa soffermarmi sul passato ma devo pensare al futuro”.

Il secondo punto del programma della nuova presidenza è la promozione dei prodotti legati al territorio. Quali sono le risorse disponibili del consorzio per la promozione? “Il bilancio è in corso di deposito e non è ancora pubblico”. Allora le risorse del bilancio precedente? “Tralascerei i numeri. In generale il Consorzio ha l’erga omnes: più soci aderiscono più risorse avremo”. Durante il lockdown le vendite dei vini dell’Oltrepò pavese nella grande distribuzione sono cresciute, ma la chiusura dell’Horeca e il blocco dell’export ha fatto schizzare le scorte. Secondo i dati di Cantina Italia del Mipaaf, lo scorso 10 giugno le giacenze dell’Oltrepò Doc sono risultate di 168 mila ettolitri contro 155 mila, circa il 10% in più di un anno fa. Le giacenze di Oltrepò metodo classico sono salite oltre 37 mila ettolitri, il 12% in più. “Il metodo classico – commenta Fugazza – ha sofferto la mancanza degli apertivi”. Ma se le giacenze salgono i prezzi scendono: in febbraio, prima del lockdown, le quotazioni alla Borsa merci di Broni di Pinot Nero, Pinot grigio, Bonarda e Barbera dell’Oltrepò sono crollate tra l’8 e il 10%.

Il Consorzio ricorrerà al taglio delle rese? “Il Consorzio può operare sulle Doc ma se intervenisse ci sarebbe una ricaduta sull’Igp – risponde Fugazza -. Qui in Oltrepò non ho la percezione che una riduzione delle rese produca un aumento dei prezzi. Se in Veneto e nella Doc Prosecco hanno agito sulle rese le dico che sono zone e storie un po’ diverse dalle nostre”.  In economia quando c’è un eccesso di produzione e prezzi deboli s’interviene sulla produzione. “Allora le dico che Bardolino e Lugana hanno agito sulle rese ma senza alcun vantaggio sui prezzi. Va tutto valutato con i numeri alla mano, non dev’essere uno spot”.