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Scenari

Strada del Vino di Noto, nuovo direttore. E l’Enoteca viene affidata per tre anni

08 Maggio 2020
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Non ci si può incontrare ancora, ma ci sono cose importanti da decidere.

Per questo il Cda della Strada del Vino e dei sapori della Val di Noto ha deciso di riunirsi “virtualmente” per deliberare due importanti novità dell’associazione siciliana. La prima è il ruolo del direttore. Ruolo, strategico, che è stato affidato a Frankie Terranova. “Ed è una nomina molti importante – sottolinea il presidente della Stada Massimo Padova – perché Frankie è un esperto sia di turismo (ha fondato un importante tour operator) e sia per quanto riguarda la gestione del territorio e delle politiche promozionali (è stato fino allo scorso anno assessore nella giunta guidata dal sindaco Corrado Bonfanti). Frankie avrà il compito, delicatissimo, ma fondamentale, di programmare le attività per i prossimi due anni, sia che riguardino le attività interne all’enoteca che quelle sul territorio, con diverse proposte per il coinvolgimento di tutto il sistema turistico, compreso l’indotto. Nell’ultimo periodo c’eravamo un po’ troppo fossilizzati sempre sugli stessi eventi. Invece dobbiamo cercare di attrarre nuovi turisti, come quelli appassionati di cicloturismo o autoturismo”.

Ma non è tutto. Perché è stato scelto anche un nuovo affidatario dell’enoteca della Strada. La decisione non è stata semplice perché sono stati una decina i progetti ricevuti dalla Strada, tutti molti validi. Alla fine, spiega Padova, “abbiamo scelto Giorgio Baglieri, titolare del ristorante Dammuso a Noto che ha presentato una articolata progettazione delle attività dell’enoteca, da quella classica, quindi con la degustazione di vini, ad una serie di eventi collaterali che coinvolgeranno chef del territorio e metteranno in mostra le eccellenze agroalimentari di questa parte della Sicilia. Il contratto avrà la durata di tre anni”.

“In questo momento è ancora difficile poter programmare il futuro, vista l’emergenza sanitaria – spiega Padova – Non abbiamo esperienze in tal senso e ci siamo trovati a fronteggiare un nemico molto più grande di noi. Per le aziende vinicole, così come tutte le aziende siciliane, il problema non riguarda solo la nostra Regione e l’Italia, ma tutto il mondo, che è fermo a casua della pnademia. E quindi non entrano soldi nel salvadanaio. Si è fermato l’export e siamo tutti al verde. Inutile prenderci in giro con le vendite online. Queste non valgono nemmeno l’1 per cento del fatturato, non prendiamoci in giro. Da questa situazione si deve uscire con i piedi di piombo, cercando di capire le reali difficoltà di tutto, ma soprattutto sospendendo i pagamenti per almeno due, se non quattro mesi almeno. Altrimenti il sistema non ne uscirà fuori. E poi serve liquidità, ma reale. Sarà difficile, ma penso che riusciremo a far ripartire questa macchina”. Per Padova, ormai, la stagione enoturistca 2020 è andata: “Cercheremo di coinvolgere il mercato interno, anche se credo che il turismo sarà molto “local”, ossia proprio la gente del posto – dice – Difficile che la gente, pur avendo i soldi, si sposti per fare vacanze con guanti e mascherine. Non credo abbiano questo desiderio. La Sicilia per fortuna ha coste ampie e credo che saranno quelle le vacanze: ognuno nella spiaggia vicino casa”.

G.V.