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Scenari

Uiv lancia l’Osservatorio del Vino per export in Cina: “Urgente diversificare le strategie, Italia indietro rispetto ai competitor”

07 Marzo 2013
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Oramai quasi tutte le cantine italiane guardano all'oriente o a nuovi mercati come l'India ma alla fine le loro esportazioni finiscono per concentrarsi sui mercati esteri tradizionali.

La piazza che si contendono è sempre quella: Usa, Canada, Germania, Regno Unito e Svizzera. Sono gli sbocchi consolidati negli anni, assorbono il 65% del totale dell'export italiano. Riparo sicuro, soprattutto sotto la crisi, che però potrebbe rappresentare un rischio: concentrarsi solo su questi farebbe rimanere indietro rispetto ai competitor. 

Perché, nel frattempo, su Cina e Hong Kong altri Paesi rafforzano la loro posizione, come Francia, Australia o Sudafrica. Risultato della diversificazione di strategie che il comparto italiano sembra non avere del tutto attuato. Una criticità per Unione Italiana Vini che ha richiamato l'attenzione dei produttori sulla necessità di una pianificazione più coesa e coerente in Estremo Oriente. Infatti, secondo il quadro tracciato da Uiv, l'export italiano in questa parte di mondo è solo intorno al 5%, quando invece per la Francia costituisce, soprattutto Cina e Honk Kong, il 20% del fatturato. E come ha sottolineato Uiv non basta che l'Italia sia diventata il primo produttore di vino al mondo per volumi o che abbia chiuso il 2012 in positivo con un incremento del valore. 

L'Australia, per esempio, ha deciso di dirottare l'imbottigliato in Asia e lo sfuso verso il Vecchio Continente, nel Regno Unito. Tanto che l'Oriente è arrivato a garantire il 16% del suo fatturato. L'Italia, fa sapere Uiv, è solo al 2%, ed è stata superata persino da Spagna e Cile. 

Individuata la problematica dell'Italia, cioè l'essersi concentrata solo su una parte del mercato mondiale poverizzando poi il resto delle esportazioni in piccoli e medi mercati, l'Unione Italiana Vini ha lanciato un'iniziativa per aiutare le aziende a definire meglio le proprie strategie: l'Osservatorio del Vino. Attivato con la collaborazione di SymphonyIRI e del Consorzio privato 'Italia del Vino', quest'ultimo, guidato da Ettore Nicoletto (ad di Santa Margherita) riunisce 12 importanti cantine che nel 2012 hanno realizzato un fatturato complessivo di 905 milioni di euro, di cui quasi la metà dall'export.