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Scenari

Un altro “100” di James Suckling: è il Ceni Primo 2018. Prima volta di un Chianti classico

07 Giugno 2021

di Daniele Cernilli, DoctorWine

La notizia è che James Suckling, famoso wine critic americano, ha assegnato il punteggio di 100/100 al Chianti Classico Gran Selezione Ceni Primo 2018 del Castello di Brolio del Barone Ricasoli.

È la prima volta che accade per un Chianti Classico, è la riprova che Francesco Ricasoli, attuale proprietario dell’azienda, è tornato ad essere definitivamente ai vertici della qualità della zona, cosa che compete assolutamente alla tradizione della sua famiglia, e va sottolineato che Suckling, nonostante si tratti di un vino molto giovane, ha nei fatti stabilito che si tratta di un vino perfetto. Si è preso una bella responsabilità, ovviamente, ma uno dei compiti di chi fa il critico di vini è proprio quella di segnalare en primeur ai propri lettori cose di questo genere. Del resto Suckling è anche un grande esperto di Bordeaux e frequenta da decenni le degustazioni en primeur che lì vengono organizzate ogni anno e che determinano il valore delle annate e dei vini e consentono agli addetti ai lavori di acquistare in anticipo sull’uscita le etichette più prestigiose. Ha quindi una grande esperienza di assaggio di vini molto giovani ed è in grado di valutarli con cognizione di causa, facendo anche una scommessa sul futuro.

Ma cos’è un “vino perfetto”? Come si riesce a sostenere che si tratta di “perfezione”? Come si risponde alle obiezioni di chi osserva che dare il punteggio massimo a un vino che potrà evolvere e migliorare nel tempo è qualcosa di improprio? L’esperienza di assaggio, il fatto di saper immaginare cosa accadrà prevedibilmente a quel vino con il passare del tempo, la capacità di lettura delle caratteristiche organolettiche in prospettiva sono tutti elementi che fanno sì che la scommessa si possa ragionevolmente vincere. Nella fattispecie quel vino, e in questo concordo perfettamente con Suckling, si può già ora definire come un fuoriclasse. È frutto di un progetto che ha visto la scelta di cloni di sangiovese e di portainnesti adatti al terreno di quello specifico vigneto; è alla sua terza uscita dopo due versioni molto valide, quelle del 2016 e del 2017; deriva da una vendemmia, la 2018, che per la zona di Brolio è stata molto felice. Sotto il profilo organolettico il rapporto fra tannini particolarmente vellutati e composti, acidità tipica del vitigno, e corpo di ottimo peso estrattivo è davvero impressionante fin da adesso. Tutti segnali che indicano che potrà evolvere in modo molto felice per molti anni. Saperlo capire e saperlo prevedere è dovuto a conoscenza specifica della tipologia e a grande talento degustativo, cose che Suckling possiede indubbiamente.

Personalmente sono molto contento di quel giudizio. Il Castello di Brolio e i suoi vini fanno parte della storia enologica del Chianti Classico e del nostro Paese, sono l’equivalente chiantigiano dei grandi Château di Bordeaux e hanno rappresentato in epoche diverse dei veri punti di riferimento. Dal 1993 se ne occupa personalmente Francesco Ricasoli, con la collaborazione tecnica di Carlo Ferrini, e sono ormai molti anni che, dopo un ventennio complicato, quello degli anni Settanta e Ottanta, sono tornati ad essere ai vertici qualitativi della zona. I cru Ceni Primo, Colledià e Roncicone sono vini formidabili, territoriali e a loro modo “perfetti”. Perciò complimenti a Francesco Ricasoli e bravo Suckling che se n’è accorto e ci ha messo la faccia, scommettendo, ma con lungimiranza e competenza.

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