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Scenari

Unaprol: “Anomalie nel 50% degli oli made in Italy, contro la crisi frode riconquistare i marchi storici svenduti all’estero”

30 Gennaio 2014
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In piena tempesta scatenata dall’infografica, pubblicata sul New York Times appena pochi giorni fa, che accusa l’olio italiano di essere adulterato, ecco i dati di Unaprol.

Oggi l’Italia si conferma secondo produttore mondiale di olio d’oliva. Il più grande consorzio che riunisce le aziende olivicole del Paese lo ha confermato in occasione della presentazione alla Camera dei Deputati del libro “Extraverginità” dell’americano Tom Mueller. È proprio dal libro di Mueller che il quotidiano americano ha tratto i testi dell’animazione che ha fatto il giro del mondo. Il suo nome era citato fra i credits, ma oggi è sparito.

La campagna olivicola 2013/2014 si è conclusa con una produzione stimata di 480 mila tonnellate, in calo rispetto allo scorso anno (-8%). Una produzione da difendere, secondo il direttore di Unaprol, Pietro Sandali, soprattutto dai prezzi praticati dalla Gdo, 3,8 euro al litro in media. “Ogni settimana – dice Sandali – si trovano bottiglie in offerta che non riescono neanche a coprire i costi produttivi”. E così, secondo quanto emerge da un panel Unaprol-Inea, il 50% degli oli venduti al pubblico come made in Italy presenta “anomalie”.

Per difendersi Unaprol propone di  “investire su una maggiore segmentazione di mercato” e di puntare sull'e-commerce. Fondamentale, inoltre, investire su una informazione corretta e chiara, che metta in luce non solo le criticità, ma anche le tante eccellenze del settore. Il tema dell’informazione trova d’accordo Diego Soracco, curatore della Guida agli Extravergini di Slow Food, che ne aveva parlato proprio a Cronache di Gusto. E infine un “sogno” per Unaprol: riacquistare i marchi storici del made in Italy che sono stati svenduti all'estero, aiutando il consumatore ad effettuare una scelta consapevole, che non si basi solo ed esclusivamente sul prezzo più basso.

Stefania Giuffrè