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Scenari

Unione Ristoranti del Buon Ricordo: si punta sull’estero. E spunta un menu degustazione

12 Dicembre 2018
I_nuovi_associati I_nuovi_associati

Intanto entrano a far parte dell'associazione 9 nuovi locali


(I nuovi associati al gruppo del Buon ricordo)

di Michele Pizzillo, Milano

E’ stata la prima associazione italiana di imprenditori della ristorazione e oggi, con 109 locali associati, l’Unione Ristoranti del Buon Ricordo è la più numerosa ed anche la più nota tra i consumatori. 

Accumunando, sotto l’egida della cucina del territorio, insegne di città e di campagna, con presenze in tutte le regioni italiane più nove locali all’estero. A caratterizzare ciascun ristorante e a creare fra di loro un trait d’union, è il piatto-simbolo dipinto a mano dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri di Salerno su cui è disegnata la specialità del locale. Il piatto, com’è noto, viene donato agli ospiti come ricordo di una piacevole esperienza gastronomica indimenticabile. Un dono che anima un’associazione di collezionisti di questi piatti che, comunque, è ben distinta dalle attività dei ristoratori. All’evento di che si è tenuto a Milano per fare un bilancio delle iniziative dell’Unione ma, anche, per valutare alcune proposte finalizzate a rendere sempre più attiva la presenza dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo agli eventi che hanno l’obiettivo di valorizzare sempre di più la cucina italiana, si è avuto l’impressione di una sorta di cambio di rotta pur nella continuità di una storia davvero prestigiosa.

Tant’è vero che il presidente, Cesare Carbone del ristorante “La Manuelina” di Recco e il segretario operativo, Luciano Spigaroli del ristorante “Al Cavallino Bianco” di Polesine Zibello, hanno parlato dell’organizzazione di appuntamenti “che nel nome del Buon Ricordo riuniranno l’Italia a Tavola”, del rilancio dell’associazione all’estero, proprio per valorizzare la più autentica e rigorosa cucina italiana anche oltre confine” facendo capire che nei prossimi mesi ci saranno altre novità. E, aggiunge Carbone: “Il Buon Ricordo esiste da 55 anni. In questo lasso di tempo il mondo è cambiato, la ristorazione è cambiata, noi ristoratori siamo cambiati ma non abbiamo mutato l’entusiasmo dei nostri padri per la grande cucina italiana. Il nostro messaggio parla di continuità e professionalità al servizio del cliente, senza dimenticare che il nostro palcoscenico è la sala del nostro ristorante dove proponiamo la nostra cucina con lo stile di accoglienza che ci ha sempre contraddistinto”. E, infine, la novità del piatto in ceramica, che dal 2019 non sarà più regalato a chi degusterà la specialità del locale, ma a chi sceglierà di fare un’esperienza enogastronomica completa, degustando il Menù del Buon Ricordo che ciascun ristorante sta mettendo a punto proprio in questi giorni. Si tratterà di un menù degustazione che avrà sempre come punto fermo la specialità simbolo del locale. L’idea, è stato sottolineato nel corso dell’evento milanese, è quella di creare una sorta di giro d’Italia  per collezionisti di emozioni, dedicato alla scoperta della straordinaria varietà dei territori e della gastronomia della Penisola.


(La guida del 2019)

Prima della grande cena con piatti preparati dagli chef dei locali associati, sono stati presentati i novenuovi ristoranti che dal 2019 entrano a far parte del sodalizio e, ovviamente, anche la loro specialità. Si tratta, a Parma, de “La Forchettà” di Angelo Cammarata, con il Risotto al radicchio rosso, salsa di Parmigiano, gel di ribes e prosciutto di Parma. A Montù Beccaria, in provincia di Pavia, de “La Locanda dei Beccaria” di Luisa e Franco Casella, con Le stagioni del risotto. A Morano Calabro, nel cosentino, il ristorante “l’Antico Borgo” di Pierluigi Vacca, con lo Sformato di baccalà con crema di ceci e peperoni cruschi. Ad Avigliano, in provincia di Potenza, all’Osteria “Al Borgo” di Rocco Rosa, con il Baccalaj cu gli peprinij rosica rosica. A Marina di Carrara il ristorante “Ciccio Marina” di Filippo Ferrari, che propone la Zuppetta di mare del Buon Ricordo. A Menaggio, in provincia di Como, il “Ristorante del Porto Menaggio”  di Roberto Longa e Sara Bovo, con i Tagliolini semi-integrali fatti a mano con Bitto e Pesteda di Grosio. A Castrocaro Terme, in Romagna, la “Trattoria Bolognesi da Melania” di Melania Bolognesi,  con il Curzul con zucchine, guanciale e pecorino di fossa. A Parigi sono due le new entry, “A Tavola” di Onofrio Giammarresi,  con la Tagliata di tonno in agrodolce e a “Le Cherche Midi” di Nello e Lydie Di Meo, con i Ravioli di Cherche Midi. 

Infine, cinque locali cambiano la propria specialità. E, cioè, “Osteria La Fefa”, di Finale Emilia che adesso propone Insalata di coniglio, verdure dell'orto, maionese e uovo di quaglia; “Ristorante Gardesana” di Torri del Benaco, nel veronese, con Girelle di persico al burro e timo; Ristorante “La Fornace” di San Vittore Olona, in provincia di Milano, Reale di manzo “cbt” laccato con spuma di patate al Montebore; ristorante “La Luna nel Bosco”, di Pignola, in provincia di Potenza, con La crapiata; Ristorante “Prêt à Porter” di Bagno di Romagna, con Lombata di coniglio in porchetta.