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Scenari

Vendemmia 2017, occhio al mercato. Boscaini: “Da irresponsabili aumentare i prezzi”

30 Ottobre 2017
boscaini boscaini

Marco Baccaglio de “I numeri del Vino”: “I vini di alta fascia non dovrebbero cambiare quotazioni. Occhio ai vini da tavola”


(Sandro Boscaini e Marco Baccaglio)

Le previsioni negative c'erano state. Molti produttori avevano accusato i “detrattori” di fare mala-informazione, di creare inutili allarmismi. Ma alla fine avevano ragione proprio coloro che avevano comunicato dati allarmanti e inquietanti. 

La vendemmia 2017 era stata annunciata come una delle più scarse degli ultimi anni. E così è stato. Come ha confermato lo stesso presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella (leggi qui). Ma non è un caso che interessa solo l'Italia. La vendemmia è stata scarsa in tutto il mondo tranne in Australia. Insomma ci sarà meno vino, “ma non rimarremo senza”, dice scherzando Marco Baccaglio, ideatore de I Numeri del vino. Il calo della vendemmia è dovuto soprattutto a due fenomeni atmosferici che si sono verificati in gran parte del mondo, con delle gelate fuori stagione (ad aprile) seguite da una estate particolarmente calda e arida, in cui praticamente non ha mai piovuto. “Ma attenzione a fare di tutta un'erba un fascio – dice Sandro Boscaini, presidente di FederVini – perché in Italia sia la vendemmia che la qualità dei vini non sono gli stessi”. Per il numero 1 di FederVini il calo c'è stato ed è evidente: “Da noi in Veneto si attesta sul 15/17 per cento – dice – ma il problema serio riguarda la psicosi dei mercati che da un lato, in questo momento, mi sembrano in attesa di nuovi sviluppi e dall'altro lato, invece, mi fanno avvertire una tensione emotiva proprio sull'onda di questo fenomeno che in Italia non si registrava da un po'”. 

“La produzione minore di vino è una cosa che riguarda tutto il mondo – dice Baccaglio – e non solo l'Italia. I mercati stanno attendendo sviluppi, è vero, ma non credo ci saranno impennate significative dei prezzi, perché alla fine i vini top, quelli di alta qualità, quelli che insomma vengono prodotti solo quando ci sono tutte le condizioni favorevoli, non faranno lievitare molto i propri costi. Semmai – prosegue Baccaglio – il fenomeno potrà interessare i vini comunemente chiamati da tavola, perché potrebbero aumentare i costi delle materie prime. Ma di solito questi vini sono prodotti dalle grandi cooperative che difficilmente aumentano i loro prezzi. Insomma una situazione tutta de definire”. “Credo – aggiunge Boscaini – che non sarà facile ritoccare i prezzi del mercato globale. Anche perché poi l'euro di certo non gioca a nostro favore. Bisogna essere prudenti. L'aumento del prezzo potrebbe essere fatto magari per quei vini che per ora stanno attraversando un periodo d'oro come il Prosecco o il Pinot Grigio che sono vini dell'annata, diciamo, cioè che si deve vendere solo quello che si produce. Ma non è così semplice come sembra. Non bisogna solo pensare che quest'anno ci saranno delle perdite per i produttori e quindi farsi ingolosire di eventuali ritocchi dei prezzi al rialzo. Bisogna guardare la filiera nel suo complesso e cercare di mantenere il cliente, ma soprattutto la quota di mercato conquistata a fatica”.  

“Prima di trarre conclusioni – dice Baccaglio – bisogna attendere la quota definitiva della produzione dei vini da tavola. Solo così avremo il quadro preciso della situazione. Geograficamente ci sarà meno vino da esportare, è vero, ma credo che il calo interesserà solo la fascia bassa dei vini del mondo”. Ma attenzione a un mercato che potrebbe essere inquinato da vino di scarsissima qualità o fatto con blend provenienti da luoghi sconosciuti: “Sarebbe un dramma per il nostro mercato – dice Boscaini – Mi auguro che ci sia buon senso e si faccia buon viso a cattiva sorte senza ricorrere a cose che potrebbero mettere in seria difficoltà la reputazione del vino italiano. Non voglio nemmeno pensarci”.

G.V.