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Scenari

Vinitaly, centomila metri quadrati per far decollare il vino italiano

06 Marzo 2014
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Ettore Riello, Giovanni Mantovani

da Roma Francesco Sicilia

Centomila metri quadrati di aree per gli stand già vendute, oltre quattromila espositori, un padiglione dedicato esclusivamente ai produttori dove sono attesi oltre 70 Paesi.

A un mese esatto dall'inizio, il Vinitaly (48^ edizione) si presenta con tutti i suoi numeri. Lo fa con una conferenza stampa in un hotel a due passi dalle Terme di Diocleziano, a Roma. Ritmo incalzante all'inizio grazie alla verve di Stevie Kim, direttore di Vinitaly International. Poi qualche intervento un po' lungo annulla lo sprint iniziale.

C'è Ettore Riello, presidente di Veronafiere che punta il dito contro Italian sound e contraffazione. “Non è più possibile che ci rubino 60 miliardi. Dovete trovare una soluzione!”.

È un appello al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che arriva dopo pochi minuti dall'inizio e fa tirare un sospiro di sollievo agli organizzatori. “Da tempo non viene un ministro”, ci aveva confidato pochi minuti prima Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere per poi scoprire che in realtà mai nessun ministro alle Politiche agricole ha partecipato alle conferenze stampa di presentazione. E la presenza vuole dire tanto.

Ed ecco Martina che spiega: “I numeri del vitivinicolo sono impressionanti, a partire dai 5 miliardi di export. Se solo potessimo trasferirli a tutto il Paese avremmo risolto il grande tema italiano. Ma si può fare ancora di più e Vinitaly rappresenta certamente un esempio”.

Mantovani, presentando le novità della kermesse che si terrà dal 6 al 9 aprile, sottolinea “Vininternational perché portiamo a Verona un mercato che ormai è globale”. E, strano a sentirsi, ma fondamentale in quei giorni “l'ampliamento dei parcheggi, circa duemila posti auto in più e l'aumento del numero di toilette”. Divertente l'infografica per raccontare il Vinitaly in cifre, immaginiamo che ci sia lo zampino della Kim nell'idea, che in pochi minuti ha descritto un po' le cifre e gli scenari. E poi un video di un minuto e mezzo in cui Thomas Matthews, uno dei big di Wine Spectator ha spiegato la forza del suo giornale (tre milioni di lettori in tutto il mondo)quasi quanto sia diventato per loro importante partecipare ad Opera Wine, quest'anno alla terza edizione con cento cantine e alcuni importanti nuovi ingressi da regioni vitivinicole meno note. E quella frase che vale uno slogan: “Gli americani amano il cibo e il vino italiano…”.