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Taormina Gourmet 2022

Vigna vecchia… fa buon vino: a Tg22 il tasting che svela la verità

23 Ottobre 2022
ph Vincenzo Ganci - Migi Press ph Vincenzo Ganci - Migi Press

di Clara Minissale

“La tradizione non è il culto delle ceneri, ma la conservazione del fuoco”.

La Master of Wine Sarah Abbott, co founder della “Old Wines Conference” e Michele Sha, Old Vines Conference Ambassador in Italia, hanno portato a Taormina Gourmet i vini delle vigne vecchie. “Old wines dal grande futuro” è la degustazione esclusiva che si è tenuta in sala Belvedere, all’Hotel Villa Diodoro. L’idea che sta alla base della “Old wines conference” è quella di creare una nuova categoria di vini. “Si tratta di vini dalla grande energia – ha detto Abbott – frutto di un lavoro incredibile fatto in vigna e che esprimono grande qualità e tratti molto distintivi”. La Old Wine Conference è stata lanciata nel marzo 2021. Sarah Abbott ne ha ripercorso brevemente la storia, quindi ha dato il via alla degustazione di 13 etichette da tutta Italia. Ed ecco i vini degustati. 

Mirco Mariotti, Brut Nature Abbatia M.C. 2018
È un metodo classico prodotto da 100 per cento uva Fortana. Si tratta di un vino delicato e intenso con aromi di rosa e ribes. È salino, energico, pulito. In bocca è fresco e persistente.

Ruggeri Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Brut Vecchie Viti 2021
Un bouquet fruttato e floreale, con aromi di fiori di acacia, magnolia bianca, note di pera e mela. In bocca è fresco ed intenso, vellutato al palato con note di frutti bianchi e pesca. Il perlage è fine e persistente, con una complessità supportata da una solida acidità e una elegante nota agrumata sul finale.

Quintodecimo Exultet 2021
Un fiano di 35 anni, scoperto e recuperato da Luigi Moio quando ha acquistato la tenuta campana. Racchiude in sé tutta la mineralità del Fiano e un grande spettro aromatico. Un vino che va oltre le tipicità del Fiano e si colloca in cima alla classifica dei migliori bianchi italiani, riuscendo a combinare caratteristiche locali con un aroma internazionale e una perfetta coesione di mineralità e morbidezza.

Villa Bogdano, Lison Classico Docg 2019
L’area di produzione è al confine tra Veneto e Friuli, a circa 20 chilometri dalla costa adriatica e ad una sessantina dalle Alpi. Il vino fa una crio macerazione di 24 ore, una pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata in acciaio. Quindi otto mesi sui lieviti e tre mesi in bottiglia.

Gini Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2016
La leggenda del nome Salvarenza deriva da una giovane donna chiamata Renza, minacciata da un brigante e salvata da un nobile cavaliere nei luoghi in cui sono prodotte le uve di questo grande Cru. Le vigne hanno più di cento anni e danno vita ad un vino che può invecchiare a lungo. Il bouquet è complesso, profondo, minerale, con aromi di frutti gialli e frutta esotica. Al palato è grasso, minerale, con accenni di pietra focaia e chiodo di garofano. Denso, rotondo, intenso, con un finale persistente.

Cantine Fratelli Addimanda, Acinell 2019
Vino che nasce da uve Roviello bianco, noto dai vignaioli locali come Grecomusc. Il nome Acinell deriva dalla forma degli acini che sono piccoli. La cantina Addimanda, grazie alla presenza nel suo territorio di vigne vecchie di secoli, ha ripiantato parte delle vigne partendo da questa varietà.

Vinchio Vaglio, Barbera d’Asti Docg, 50 Vigne Vecchie
I grappoli arrivano da una vigna di una cinquantina d’anni. Dopo un’attenta selezione, l’uva viene raccolta a mano la mattina, messa in casse perforate e portata in cantina il pomeriggio, per preservarne l’integrità. È un vino dall’aroma eccellente.

Bentu Luna, Be Luna 2019
È un rosso sardo composto da 40 per cento Bovale Sardo, 35 per cento Cannonau ed il restante 25 per cento di Monica. La produzione è di sole 1.200 bottiglie, da uve di una vigna di 115 anni. Al naso è un vino complesso e intenso, con note di ciliegie, tabacco e macchia Mediterranea, esaltate da una nota balsamica che evoca la vecchia Sardegna.

Elisabetta Foradori, Granato 2009
È il vino di una delle iconiche produttrici di Teroldego che fa le cose in maniera originale, cercando di sviluppare metodi che possano migliorare queste uve in grado di rappresentare un territorio. Il suo vino è intenso e concentrato, minerale, floreale e speziato al tempo stesso e sviluppa un notevole dinamismo. Dal 2002 la vigna produce in biodinamico.

I Vigneri, Vinupetra Viticentenarie 2016
Con questo vino ci si sposta sull’Etna, quasi un omaggio al vicino vulcano e al lavoro straordinario di Salvo Foti. A contraddistinguerlo è una ricchezza al palato che nasce da una complessità di gusto che spazia dalla moka alla pietra focaia. Un tannino netto e preciso definisce il gusto.

Feudi di San Gregorio, Serpico 2015
Dall’Etna all’Irpinia, con uve Aglianico doc dalla storica vigna “Dal Re”. È un vino che fa fermentazione alcolica e macerazione in acciaio per quattro settimane, matura per 18 mesi in barrique francesi e poi 12 mesi in bottiglia. Un vino emblematico dei rossi dell’Italia del sud.

Pietro Beconcini, Vigna Le Nicchie 2016
Vino molto vecchio, prodotto in 3 mila bottiglie. Tempranillo 100 per cento. In bocca è molto tannico, una caratteristica che fa pensare alla storia di queste antiche vigne e a cosa significhi coltivare la terra e produrre vino.

Cantina Roena, Enantio Riserva, Terra dei forti Doc, 1865 Pre fillossera
Raccolta manuale tra fine di ottobre e primi di novembre e selezione dei grappoli in campo. Invecchia 24 mesi in botti grandi, dopo otto mesi in acciaio e poi ancora un lungo invecchiamento in bottiglia. Un vino caratterizzato da una bella maturazione.

ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci, Migi Press)