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Vinitaly 2022

Il Parmigiano reggiano incontra la Scozia: che sorpresa gli abbinamenti con i gin

11 Aprile 2022
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di Emanuele Scarci

Parmigiano reggiano e gin, un connubio che non ti aspetti. Specie se l’abbinamento si realizza con stagionature diverse della Dop. L’obiettivo del Consorzio è sottolineare la versatilità del Parmigiano reggiano che, per la sua complessità di aromi e struttura, è un buon partner anche per i superalcolici internazionali.

L’evento dal titolo il “Parmigiano Reggiano incontra la Scozia” è stato realizzato a Verona dal Consorzio del Parmigiano reggiano in partnership con Scottish Development International, l’agenzia di promozione commerciale del governo scozzese, nel quadro di Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità. La manifestazione è in concomitanza di Vinitaly 2022.

Gli abbinamenti
Se un Parmigiano Reggiano “giovane”, stagionato 24 mesi, è consigliabile come aperitivo in abbinamento a gin sapidi, un 48 mesi si presenta con un carattere complesso e un sapore deciso con note di spezie, frutta secca e brodo di carne: si abbina con gin scozzese più agrumato o secco tra quelli migliori, come Harris, Hendrick’s e MacDuff.
L’evento è stato condotto da Aldo Bianchi, esperto di analisi sensoriale e Mirko Turconi, vincitore del Diageo reserve world class e miglior bartender d’Italia 2017. Secondo Turconi “gli abbinamenti tra Parmigiano Reggiano e gin sono atipici: il gin viene servito sia liscio che in versione gin tonic, con risultati diversi. Le botaniche, elemento caratterizzante di ogni gin, hanno reso molto divertenti gli abbinamenti con le diverse stagionature di Parmigiano reggiano: dal 24 al 72 mesi, ognuna ha caratteristiche e sentori propri”.

Effetto Brexit
Nel 2021 la produzione di Parmigiano reggiano è cresciuta del 3,9% a circa 4,1 milioni di forme rispetto al 2020 che, a sua volta, era balzata del 4,9% sul 2019. Sul fronte internazionale, la quota export del Parmigiano reggiano è salita al 45% (+2,9% sul 2020) con il Regno Unito quarto mercato con una quota dell’11%. Sempre nel 2021 il Regno Unito ha registrato un calo dell’import del 15,6%, causa Brexit. “All’inizio la Brexit ha comportato difficoltà negli scambi commerciali nonostante i dazi zero – ammette Catriona Graham, console britannico a Milano – e le piccole e medie imprese avevano bisogno di tempo prima di adeguarsi ai cambiamenti. Ora però le procedure doganali sono state chiarite”.