Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Best in Sicily 2009

I premiati 2009

04 Maggio 2009

I premiati 2009

Azienda agricola Cinque Colli
Premio
Miglior produttore di olio

Il premio Best In Sicily 2008 come miglior produttore di olio va all’azienda agricola Cinque Colli. I circa ventisette ettari di superficie a 250 metri sopra il livello del mare nel territorio di Chiaramonte Gulfi (Rg), di cui quindici coltivati a tonda Iblea con 3450 piante da vaso, sono suoli tradizionalmente conosciuti per l’allevamento di uliveti atti a produrre oli di alto pregio e dalle eccellenti proprietà organolettiche. Le attrezzature tecnologicamente avanzate, unite allo storico e scrupoloso lavoro manuale permettono di seguire attentamente tutte le fasi di oleificazione dalla raccolta alla spremitura a ciclo continuo. Il risultato finale è lodevole: l’aspetto è particolarmente limpido e dal caratteristico colore giallo dorato, il profumo delicatamente fruttato al contatto col palato sprigiona note di foglie di pomodoro. Accorto, giovane ed intraprendente Sebastiano Giaquinta (nella foto), assieme al valido supporto della famiglia, gestisce con grande successo l’azienda Cinque Colli.


Capinera
Premio
Miglior ristorante

Un confortevole ristorante, uno chef preparato, l’Isola Bella e lo splendido mare di Taormina. Vorremmo sintetizzare con queste poche parole, ma così è troppo semplice e dobbiamo fare un passo indietro. La storia dei migliori passa, nella quasi totalità dei casi, dal confronto e dall’apprendistato con grandi maestri. La personalità farà col tempo la differenza. Se è vero che queste sono le premesse del successo, Pietro D’Agostino (nella foto) non si è fatto mancare nulla. Londra, Ginevra, Montecarlo, navi da crociera negli Stati Uniti, Francia, Torino, sono solo alcune delle sue tappe.
La sua cucina è lineare, fatta di prodotti eccellenti del territorio, soprattutto pesce e verdure. La preferenza è per la valorizzazione della freschezza, della leggerezza, delle cotture a bassa temperatura e delle tecniche che esaltano la qualità degli alimenti, senza però rinunciare a ostriche Belon, foie-gras e caviale. Al ristorante si fa tutto, il pane, i grissini, le paste, i dessert. Il menù è contenuto, non si va oltre le cinque proposte a portata. Eppure, pensate: nelle cucine della Capinera ci sono sei persone per trentacinque coperti. Anche l’acqua ha la sua importanza, tanto da provvedere ad una “carta delle acque” con una ventina tra etichette nazionali ed internazionali, tra le quali Norvegia, Argentina, Regno Unito, Olanda e Sud-Africa. La carta dei vini riporta un migliaio di etichette che comprendono la Sicilia e le principali regioni d’Italia, ma anche il il Nuovo Mondo e i grandi vini francesi. Poi, a ragione, la carta degli oli siciliani. Che dire? Best in Sicily!
 

Signum Salina
Premio Miglior albergo

Professionalità, spiccato spirito d’accoglienza, eccellente qualità sia per la struttura che per la ristorazione sono solo alcune delle doti che hanno decretato il Signum Salina Best in Sicily 2008 per la categoria hotel. La filosofia che contraddistingue Luca, Clara e Michele Caruso (- gestori e proprietari – è ammiccare al presente elogiando il passato. Il nome del resort prende le mosse dalla sospensione temporanea dei lavori di ristrutturazione dell’antico borgo per mezzo dell’apposizione di un sigillo (dal latino “Signum”). Un cancelletto in ferro si apre sul breve sentiero – cinto da gelsomini, bouganville, e capperi in fiore – che conduce all’hotel; la terrazza adibita a zona ristorante e lounge bar domina il Mar Tirreno ed è perfettamente integrata nella vegetazione eoliana. Il design degli ambienti in stile coloniale è frutto di una sapiente e minuziosa ricerca in diversi antiquari d’Europa, e si riscopre gradevolmente nelle 30 camere sparse fra i rigogliosi giardini della struttura. Ogni camera è diversa dalle altre: cannella, cappero, e ginestra sono alcuni dei nomi delle stanze che rendono omaggio alle piante della vegetazione salinese. Aria climatizzata e ventole a soffitto, telefono e connessione ad internet, servizio in camera, frigobar con specialità del luogo e, nei confortevoli letti 200×200 cm, lenzuola rigorosamente in lino nelle quali ci si riappropria di sensazioni d’infanzia smarrite nel tempo. La biblioteca, adiacente alla cantina, è particolarmente rilassante e ricca di volumi da consultare e sfogliare; da qualche anno fra le pareti della loro biblioteca si consuma la moda del “bookcrossing”, ovvero lasciare un proprio libro già letto per portarne via uno da leggere. La tranquilità domina anche nella zona piscina e da un piccolo accesso nei pressi è possibile raggiungere agevolmente la spiaggia più vicina. Rispetto delle forme e materiali originari, grandi spazi ariosi con angoli relax, colori armoniosi, dettagli preziosi come i lavandini ricavati da antiche fonti di marmo, tappeti di ceramica recuperati da vecchi pavimenti locali e mattonelle alle pareti che portano la firma dell’architetto Basile sono inoltre il suggestivo scenario della neonata Signum Spa.

Antica dolceria Bonajuto
Premio Migliore pasticceria

La pasticceria di Franco Ruta è una bottega dolciaria aperta dal 1880. In quella data, a Modica, tra gli svolazzi dell’appena nato barocco, l’avo Francesco Bonajuto iniziò a proporre delle specialità dolciarie d’ispirazione arabo-spagnola, già allora sulla strada del dimenticatoio. Oggi la pasticceria è nota in tutto il mondo per le ricette legate al cacao ed al cioccolato, un prodotto importato dagli spagnoli e lavorato per la prima volta proprio in Sicilia. Tra le ricette, la più famosa è di ispirazione azteca e prevede l’utilizzo a mo’ di energizzante di peperoncino nell’impasto. Ma la dolceria di Franco e di suo figlio Pier Paolo ha numerose frecce nel suo arco. Pensiamo all’ “Aranciata e Cedrata”, un dolce di origine araba legato alle festività natalizie; gli “’Mpanatigghi”, tanto cari a Leonardo Sciascia, biscotti da viaggio ripieni di carne, mandorle e cioccolato, che si rifanno alle empanadas o empadillas spagnole; i “Nucatoli”, il cui nome è annotato nei più antichi vocabolari siciliani e che deriva probabilmente da un termine latino che indicava il coniugare il miele con le mandorle; i cannoli con la ricotta vaccina; l’infinita pralineria. Anche l’atmosfera è d’emozione. I mobili antichi e scuri, le vetrine, i libri, le bottiglie, il caffé… Entrare nell’Antica Dolceria Bonajuto non è visitare una pasticceria, è accedere alla bottega di uno speziale, di uno studioso del Buon Gusto. Un Best in Sicily che vale il viaggio.
 

Fabio Sireci Feudo Montoni
Premio Miglior produttore di vino

C’è il produttore di vino e c’è il passionale del vino. Nella prima categoria ci sono quelli che il vino lo fanno buono, che lavorano tutto il giorno. che viaggiano per il mondo a promuovere le proprie etichette. Insomma la stragrande maggioranza. Poi ci sono i passionali del vino – ed è la seconda categoria – cioè coloro che passano notti insonni prima di una vendemmia, che in modo maniacale seguono l’uva come se si trattasse di quei bambini a cui non deve mancare niente; e che magari se c’è il rischio di una grandinata che incombe sul vigneto e la raccolta potrebbe pregiudicare la qualità del vino non esitano a voler aspettare rischiando che tutto vada in fumo, tranne la qualità. Lo avete capito: Fabio Sireci, giovane patron di Feudo Montoni, territorio di Cammarata, provincia di Agrigento, appartiene alla seconda categoria. Un po’ folli ma lucidi. Passionali da morire. E il vino, che è lo specchio di un produttore, ovviamente ne risente. Per fortuna, diciamo noi, anzi, i nostri palati. Sireci ha 25 ettari vitati, altitudini significative (dove può permettersi di fare grandi bianchi, ma siamo solo all’inizio), una produzione di appena 100 mila bottiglie. E soprattutto un Nero d’Avola, il selezione Vrucara, che è uno sballo, un gioiello enologico che può tenere testa anche a certi rossi francesi di pregio. Passione e qualità. Lo premiamo per questo. E siamo certi che anche in futuro non ci deluderà. E’ lui il miglior produttore di vino in Sicilia per il 2009.
 

Cooperativa Bionatura
Premio
Miglior produttore di formaggio

Il riferimento per trovare l’azienda di Antonio, Salvatore e Piero Valenti, rispettivamente di 40, 38 e 36 anni, sono i tubi del metanodotto realizzato sulla statale, a una decina di chilometri da Randazzo (anche se in territorio di Bronte), nel Catanese, ai piedi dell’Etna, con una vista mozzafiato sul vulcano che d’inverno regala la cima innevata e d’estate un’ombra che sembra irreale. Il caseificio si trova a ridosso del fiume Simeto, che non manca di far danni in occasione delle piene invernali, quando il corso d’acqua straripa affogando le contrade intorno. Ti accorgi che stai arrivando perché sono le pecore a guidarti fino al cancello d’ingresso.
La Cooperativa Bionatura lavora in regime biologico ed è anche dotata di un moderno punto vendita all’inizio del paese di Randazzo, all’interno del quale si possono acquistare provole di dimensioni record realizzate dai fratelli Valenti. I tre hanno un sogno: realizzare un consorzio che possa dare risposte ai tanti che chiedono la provola dei Nebrodi, una richiesta che le produzione frazionate dei tanti casari non riescono a soddisfare. Le vacche utilizzate per produrre i seicento chilogrammi di formaggio all’anno sono trenta Pezzate rosse austriache che pascolano all’interno della proprietà della cooperativa.
 

Agorà
Premio Miglior bar

Aperto nel 1991 dalla famiglia Balli, il bar Agorà è gestito dai fratelli Franco e Dino. Il locale, che si trova al Villaggio Mosè sulla statale 115, nonostante la posizione decentrata rispetto al centro di Agrigento, negli anni è diventato il bar di riferimento per tutti coloro che cercano la qualità e un buon caffè. Infatti, se vi trovate a passare da Agrigento e dintorni e chiedete di un buon bar-pasticceria, vi verrà indicato proprio questo locale.
Il bar ha un arredamento elegante ed accogliente, il personale è cortese e professionale. Oltre a distinguersi per l’ottimo caffè, una miscela a base di arabica di grande qualità, tutti i prodotti in vendita sono prodotti giornalmente nel laboratorio attiguo, a partire dai cornetti e tutti le proposte per la prima colazione. Molto varia la scelta gastronomica per quanto riguarda la rosticceria classica; da provare i croissant salati, farciti con salumi e formaggi.
La pasticceria è il vero punto di forza del locale, e le proposte coniugano i dolci classici della tradizione siciliana – paste di mandorle e dolci con crema di ricotta – con le torte più moderne, le mousse e i dolci al cioccolato. I proprietari, Dino si occupa direttamente del settore pasticceria, sono molto attenti alla qualità delle materie prime preferendo i prodotti locali, come le mandorle e i pistacchi di Raffadali.
Molto buoni i gelati di produzione artigianale, da provare quello al gusto di pistacchio. Per chi non rinuncia al rito dell’aperitivo, il bar offre stuzzichini salati, vino al bicchiere e cocktail vari preparati da un barman. Nei giorni feriali, nella sala attigua, per la pausa pranzo sono disponibili dei primi piatti espressi, secondi di carne e pesce, contorni. Da qualche anno per le feste natalizie e pasquali sono disponibili degli ottimi panettoni e colombe di produzione propria.
 

Ron
Premio
Miglior pizzeria

Il suo amore per la pizza è nato 25 anni fa. Considerato un lavoro solo per le prime ore, fare la pizza per Rosolino Garofalo (nella foto), in arte Ron, è diventata subito una passione. Che si è trasformata in arte, con particolare attenzione alla lievitazione. Ed è proprio questo il suo segreto, per una pizza digeribile e gustosa. Almeno 24 ore di lievitazione, le prime 12 a temperatura ambiente e poi una maturazione a 4 gradi. Siciliano accanito, riversa il suo amore per i prodotti della terra anche nella scelta degli ingredienti. Fondatore dell’Accademia della pizza siciliana, è accompagnato nella sua golosa avventura dalla compagna Cinzia e dalle tre figlie, Emma, Michela e Monica. Il suo nome gira ormai per il mondo. Ultimo gemellaggio con l’Australia, grazie a una trasferta a Perth. Nel corso degli ultimi anni, nel suo locale Mistral di Vergine Maria, a Palermo, ha ideato un centinaio di pizze e solo 61 sono quelle che vengono proposte con la formula degustazione chiamata “Giropizza”.
 

Castelbuono
Premio Migliore Comune

Non fosse altro per la capacità di avere riscoperto, valorizzato e fatto conoscere un prodotto come la manna, Castelbuono meriterebbe questo premio dedicato all’eccellenza enogastronomica. In realtà c’è molto altro per questa cittadina da poco meno di diecimila abitanti arroccata sulle Madonie, ad un centinaio di chilometri da Palermo. L’offerta enogastronomica, infatti, è di prim’ordine: di dove mangiar bene, a Castelbuono, su Cronache di gusto, abbiamo parlato tante volte e ognuno di questi luoghi riesce ad essere una certezza ogni volta che si ritorna da quelle parti.
Il Comune è guidato da Mario Cicero (nella foto), 46 anni, agente di commercio che di cariche ne ha ricoperte: consigliere comunale, assessore, vice sindaco, segretario cittadino del suo partito (gli ex Ds) e presidente della locale Confesercenti. Cicero così riflette sui risultati raggiunti: “Abbiamo dato fiducia ed aiutato gli imprenditori ad investire in qualità (vino, olio, panettoni, gastronomia, formaggi,carne, manna), tutti prodotti unici. Abbiamo fatto tutto ciò utilizzando le nostre risorse, facendo economie, partecipando a bandi europei, dando vita a protocolli d’intesa tra i territori per lo sviluppo culturale ed economico e dando spazio alla nostra fantasia”.

Fratelli Badamo – Ars Pistoria 1990
Premio Miglior fornaio

È uno dei tre panifici di Isnello, piccola cittadina del Parco delle Madonie con poco meno di duemila abitanti. Gestito dai fratelli Badamo, Giuseppe e Nicola, sin dall’apertura nel 1990 il panificio si distingue per la produzione artigianale di biscotti secchi e dolci locali, ma soprattutto per la produzione del pane, impastato con farine prodotte con grani coltivati in Sicilia, alcuni dei quali varietà autoctone a rischio d’estinzione.Con una produzione giornaliera di appena 150 kg di pane, in tre diverse tipologie, si può parlare di una vera e propria produzione di nicchia alla quale i due fratelli si dedicano con passione.
Si va dalla pagnotta impastata con farina di grano Timilia – varietà autoctona tardiva – con la quale si ottiene un pane dalla colorazione scura, a quella impastata con una miscela composta per il 50% da farina di grano Russello, altra varietà autoctona recuperata, molto usata nella Sicilia sud-orientale e, infine, la ciabatta, fatta con un impasto a base di farina 00 e rimacinato. Per fare lievitare il pane viene usata la biga, più conosciuta nelle nostre zone come crescente, rinnovata quotidianamente con l’impasto del giorno. La farina di Timilia è molita a pietra in un mulino a Castelvetrano. Per assaggiare il pane di Timilia, non c’è bisogno di andare a Isnello, ma si può trovare a Palermo e a Catania nelle gastronomie più fornite o in alcuni ristoranti della zona.
 

F.lli Borrello
Premio
Miglior macellaio
 
C’è anche il miglior macellaio nella seconda edizione di Best in Sicily. Lo abbiamo voluto perché quello di chi seleziona le carni, come conoscono bene i gourmet e gli apassionati del genere, è un lavoro delicato, dove la tecnologia non può fare grandi cose e dove conta l’essere artigiani, l’esperienza di chi conosce un taglio di carne e il segreto per allevare mucche e maiali. Requisiti che possiedono Pippo e Franco Borrello, due fratelli che a Sinagra, provincia di Messina, sui Nebrodi, hanno il loro regno. E provvedono a tutto: allevano, macellano, stagionano, vendono e…cucinano. Provate a passare dalla loro trattoria per mangiare succulenti bistecche di maiale, pardon, suino nero dei Nebrodi, razza autoctona che vive allo stato semibrado. Ecco: se i Borrello meritano il premio Best in Sicily, lo si deve anche al fatto che oggi questa razza suina vive un momento di gloria grazie proprio al lavoro dei Borrello. Entrambi sono gli artefici del rilancio in grande stile del suino nero dei Nebrodi simbolo di biodiversità e soprattutto base fondamentale per prosciutti e salami sino a poco tempo fa sconosciuti. L’azienda può contare su vari campi per un totale di cento ettari in mezzo ai querceti che forniscono anche per buona parte dell’anno le ghiande, fonte di nutrimento per gli stessi animali. Allevarli allo stato semibrado è anche molto impegnativo. Ma sulla qualità delle carni non si discute. Ed ora ci auguriamo che arrivi per questa carne anche il marchio Dop. I Borrello ne sarebbero arci-contenti.
 

Carlo Alfano
Premio Ambasciatore siciliano del gusto

Partita da Siracusa la famiglia Alfano ha fondato, nel 1951 Ciborio. L’obiettivo? Soddisfare la crescente domanda di vini italiani e alimenti destinati ai ristoranti e alla gastronomie di qualità a Londra. Da allora gli Alfano si sono impegnati e adattati per soddisfare le mutevoli esigenze della ristorazione e di un pubblico sempre più esigente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un servizio nazionale per la ristorazione e il settore alberghiero con quattro sedi regionali.