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Scenari

Advini Italia cerca cantine in Piemonte e Toscana: “Ma con un fatturato da 50 milioni”

17 Ottobre 2021

di Emanuele Scarci

Advini Italia a caccia di cantine da acquisire in Piemonte e Toscana. Advini Italia è la partnership tra il gigante francese Advini (51%) e La Collina dei Ciliegi (49%).

Dopo qualche anno di strutturazione e corposi investimenti, la cantina della Valpantena di proprietà di Massimo Gianolli, titolare anche della società finanziaria Generalfinance, è pronta per il salto di qualità. Uno degli obiettivi della partnership italo-francese è anche quello di distribuire i fine wine della cantina veronese inizialmente in 5 dei 100 mercati dove Advini è già operativa con vini propri e di terzi. E poi coprirli tutti in 10 anni. La Collina dei Ciliegi conta su 53 ettari, di cui 30 a vigneto biologico, 11 etichette suddivise in due collezioni (Classica e Riserva) più i nuovi Cru del SuperValpantena. “Purtroppo – dichiara Gianolli – la pandemia ha paralizzato per un anno il piano industriale condiviso con il nostro partner francese Advini, ma ora l’abbiamo riprogrammato. Abbiamo già perso 6 mesi del 2021, ma quest’anno torneremo a fatturare 2,5 milioni che intendiamo portare a 10 milioni in 5 anni. Tuttavia vogliamo svilupparci anche per linee esterne: stiamo infatti cercando cantine grandi, da almeno 50 milioni di fatturato, da acquisire oppure stringere partnership”.

Dove cercate?
“In Piemonte, Toscana e anche in altre regioni”.

Avete incaricato per la ricerca una banca d’affari?
“Tutti gli advisor sono stati allertati, ma per ora ci muoviamo noi. Cerchiamo aziende che vogliano condividere il nostro percorso sul lungo termine e non necessariamente debbono cedere la maggioranza. Io stesso ho ceduto una quota di Generalfinance, mantenendo il 53%, ma mi sono aperto grandi prospettive di crescita. Quando avremo trovate le aziende, il tavolo si allargherà ad Advini e poi entreranno in campo gli advisor”.

Ipotizzando che una cantina di questa stazza realizzi un Margine operativo lordo del 10-20%, il prezzo d’acquisto potrebbe variare da 50 a 100 milioni…
“Sì, i valori sono questi”.

Insomma, un approccio diverso da quello di Clessidra con Botter e Mondodelvino.
“Clessidra è un ottimo fondo, ma opera in una prospettiva speculativa. Advini è un grande operatore di lungo termine e opera in diversi Paesi europei”.

Vi interessa solo la parte produttiva e il brand della cantina o anche i vigneti e la parte immobiliare?
“Interessa sia l’una che l’altra. Ma non è una conditio sine qua non. Il titolare può scindere le parti”.