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L'azienda

Amaro Amara, fatturato in crescita del 30 % annuo. E spunta un nuovo prodotto

07 Dicembre 2020
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di Clara Minissale

Un fatturato che cresce del trenta per cento annuo, un mercato in continua espansione, progetti avviati e altri nel cassetto, pronti a prendere il via e l’ultimo esercizio finanziario che si chiude con quasi un milione di fatturato.

Il segreto del successo di Amaro Amara, il liquore nato nel 2014 alle pendici dell’Etna dall’intuizione di Edoardo Strano, è senza dubbio concentrato nelle scorze di arance rosse di Sicilia igp ma deve molto anche all’artigianalità di un processo produttivo che permette di arrivare ad una concentrazione massima dei sapori dei tre elementi che lo compongono: arance rosse, erbe aromatiche dell’Etna ed acqua purissima delle sorgenti vulcaniche. Dall’anno del debutto di Amaro Amara sul mercato, si è passati da una produzione di 10 mila bottiglie alle attuali 80 mila. Una crescita costante che ha fatto lievitare anche il fatturato. A sancire la crescita sul mercato ha contribuito l’ingresso in Velier, azienda che da oltre sessant’anni distribuisce nel mondo vini e liquori e che ha accompagnato Amara verso segmenti di mercato medio alti, nelle migliori enoteche e nei migliori ristoranti d’Italia. Parallelamente, l’apertura verso buyer internazionali ha consentito l’arrivo in Stati Uniti, Giappone, Cina, Australia, Canada e in Europa, Germania, Svizzera, Belgio e Austria, raggiungendo con l’export quota trenta per cento della produzione. La Sicilia rimane, comunque, ancora il primo bacino di vendita, seguita a stretto giro da Roma e Milano.


La base produttiva attuale dell’azienda è costituita da circa 80 ettari di agrumeti, tutti in contrada San Martino Piana nel comune di Misterbianco, nel catanese. Cinquanta di questi ettari sono quelli che Edoardo Strano ha avuto in eredità dal nonno, produttore e commerciante intelligente che, in pochi anni, è riuscito a cambiare le sorti della sua famiglia e delle generazioni a venire con il commercio delle arance e il duro lavoro nei campi. È da questi campi e dalla volontà di dare a questa terra un nuovo valore che ha preso il via il progetto Amara. Gli ettari dedicati sono dieci, con reimpianti fatti nel 2010 per combattere la piaga della tristezza, mentre nel 2016 sono state impiantate le varietà Tarocco Gallo, Tarocco Nocellara e Meli, con l’obiettivo di accrescere la produzione nei prossimi anni. Amara, attualmente, è l’unico amaro siciliano ottenuto da un agrume con tracciabilità di filiera e certificato dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp. L’intero processo produttivo è affidato alla manualità di chi conosce bene il territorio. Le arance vengono selezionate da mani esperte che separano il frutto dalla buccia, poi messa in infusione in alcool. Per ottenere una maggiore concentrazione di aromi nel prodotto finale, viene adottata la tecnica dell’infusione multipla messa a punto da Strano e che consiste nel cambiare sette volte le bucce di arancia in macerazione nello stesso alcool. Analogo processo avviene con le erbe spontanee che vengono raccolte alle falde dell’Etna. Dopo sessanta giorni, i due preparati vengono miscelati con acqua purissima di sorgente etnea e posti a riposare nella cantina dell’antica masseria di famiglia, dove la pietra lavica garantisce una temperatura e un’umidità costante. Il ciclo di produzione si conclude dopo circa sei mesi, con l’imbottigliamento: Amara riposa in bottiglia per altri quaranta giorni prima di lasciare la piana di Catania.

Attualmente sono sei le persone impiegate nelle varie fasi di produzione a cui si aggiungono circa una dozzina di operai agricoli specializzati impegnati direttamente nell’agrumeto: si tratta di personale tutto locale, parte del quale lavora in azienda già dai tempi in cui era gestita dal nonno di Edoardo. E mentre gran parte del mondo imprenditoriale è impegnato nel difficile tentativo di curare le ferite economiche inferte dal Corona virus, nell’annus horribilis 2020, Amara prova a rilanciare e pensa a nuovi progetti. “Da una crisi nasce sempre un’opportunità, questo il mantra che ci siamo ripetuti in questo anno difficile – dice Edoardo Strano -. Di fronte alla disposizioni e alle misure per contrastare la pandemia che, inevitabilmente, hanno fatto diminuire i consumi e di conseguenza la produzione, abbiamo scelto di non fermarci. Abbiamo sfruttato questi mesi per aumentare le attività di comunicazione e marketing, incrementando gli investimenti e la programmazione di nuovi progetti per non farci trovare impreparati quando la tempesta sarebbe passata. Nei prossimi anni puntiamo a raggiungere nuovi mercati e aumentare la reputazione globale del nostro brand, raccontando la sua peculiarità di prodotto agricolo e legandolo alla promozione del nostro territorio. Inoltre, sono già in progress progetti di sviluppo complementari in cui vogliamo legare il brand Amaro Amara ad alcuni temi sociali che ci stanno particolarmente a cuore, in primis la sostenibilità ambientale e la tutela del nostro territorio”.

Intanto, nei giorni scorsi, l’azienda ha lanciato sul mercato Amara Caroni, l’amaro affinato per 12 mesi in botti che hanno contenuto rum Caroni, un distillato mitico per gli appassionati e i collezionisti di tutto il mondo. Sei botti di rovere americano da 190 litri, permettono ai sentori distintivi degli agrumi infusi in Amara di raggiungere un nuovo stato di maturazione grazie alla morbidezza e al tono vanigliato rilasciato dal legno. Una piccola produzione di pregio con il primo imbottigliamento in limited edition di 386 bottiglie destinato alla riserva di famiglia, a degustatori, partner commerciali e top client del brand. Le successive 1638 bottiglie del secondo imbottigliamento previsto per marzo del 2021, saranno inserite nel catalogo delle edizioni speciali e limitate di Velier e saranno distribuite a clienti selezionati. L’intuizione da cui è nato Amara Caroni è arrivata dopo una chiacchierata con Luca Gargano, patron di Velier. Proprio quest’ultimo, infatti, nel 2004 durante un viaggio a Trinidad, scoprì l’immenso stock Caroni e decise di imbottigliarlo facendolo invecchiare ai Tropici e regalando così al mondo un rum unico nel suo genere. L’idea di Strano è stata quella di portare in Contrada San Martino Piana, alcune botti del pregiato rum caraibico.

“Amara Caroni è un esperimento appassionante – spiega Strano – nato per gioco dalla collaborazione con Velier e diventato un progetto importante che sublima la mia passione per il mondo degli spirits. Avevo voglia di divertirmi con i legni e gli invecchiamenti e creare un’edizione limitata preziosa che potesse raccontare una nuova avventura siciliana”. É ideale a fine pasto o come liquore da meditazione. Tra gli abbinamenti gastronomici di maggiore successo, grazie alla sua nota alcolica e al suo corpo piacevole, si sposa perfettamente al cioccolato di Modica igp o ai formaggi mediamente stagionati come il Parmigiano Reggiano o il Ragusano dop. Per un’esperienza sensoriale unica, i veri estimatori potranno scoprire le note di Amara Caroni accompagnandolo a piatti di pesce, come i gamberoni sfumati al rum, oppure di carne, come le costine di maiale marinate e glassate in salsa barbecue.