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L'intervento

Analisi e giudizi del vino, gli addetti ai lavori dovrebbero avere la “sindrome del ginecologo”

05 Giugno 2017
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di Daniele Cernilli, Doctor Wine

Spero che tutti i ginecologi del mondo mi perdonino se faccio una forzatura e li prendo per esempio, forse in modo improprio ma spero efficace per i miei fini divulgativi. 

Per il loro lavoro, infatti, i ginecologi, ma anche le androloghe, devono per forza considerare il sesso in modo scientifico e medico. Poi in privato saranno anche amanti appassionati, ma non quando visitano e prendono in considerazione i problemi fisici e di salute dei loro pazienti. Ecco, chi assaggia vino e dà giudizi dovrebbe avere qualcosa in comune con quella che io chiamo la “sindrome del ginecologo”, e che consiste in un distacco “tecnico” con l’oggetto della sua indagine. Il che non vuol dire non riconoscere che a volte quell’“oggetto dell’indagine” sia particolarmente attraente, ma sempre nei limiti concessi da un ambito principalmente professionale e che prevede serenità e, appunto, distacco. Questo fa sì, ad esempio, che chi ha ruolo e responsabilità di analisi e di giudizio, non debba farsi coinvolgere più di tanto, e in questo consiste la differenza nel nostro mondo fra appassionati e professionisti.

I primi sono “amanti”, i secondi “ginecologi”, insomma. Lo so, sono proprio sul filo del rasoio, ma spero che nessuno di voi voglia mettermi sulla graticola per questo. E se scrivo cose del genere è perché all’ultima manifestazione organizzata a Roma dalla Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) ho vissuto in modo molto drammatico questa contraddizione. Da analista sensoriale, giudice e giornalista dovevo mantenere un ruolo distaccato, ma da vecchio appassionato, quale sono sempre stato, non ho potuto fare a meno, arrivato a casa, di comprami online sei bottiglie miste dei vini valtellinesi di Ar.pe.pe. che, Sassella Rocce Rosse 2007 in primis, ho trovato semplicemente deliziosi. E ho scoperto che, tutto sommato, la “sindrome del ginecologo” che spesso mi colpisce, ogni tanto fa eccezione. Per fortuna ritorno amante, di vini e spero non solo, e mi abbandono a passioni nuove e antiche. Un disastro, insomma.

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