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L'intervista

Andrea Graziano a 360°: “Come Fud è diventato un caso nazionale”

06 Settembre 2018
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Intervista esclusiva a Cronache di Gusto con l'imprenditore catanese che ha aperto Fud adesso, dopo Catania e Palermo, a Milano. Si parla anche di street food (“termine abusato”) e di Straordinario, la festa che si è tenuta a Milo qualche giorno fa


(Andrea Graziano)

di Giorgio Vaiana

Beccarlo non è facile. Lui è sempre diviso tra Catania, Palermo, Milano. Un giramondo che non sta mai fermo. Lo incontriamo da Fud Bocs a Palermo, un'altra delle sue geniali idee (per saperne di più clicca qui). 

Ci accoglie con il solito sorriso. Non si può non parlare di Straordinario, la festa del cibo da strada che si è tenuta qualche giorno fa a Milo, in provincia di Catania. “Straordinario è nato per gioco – racconta – Mi avevano chiesto di organizzare qualcosa nell'ambito dell'evento ViniMilo”. Era il 2012. Fud non c'era ancora (avrebbe aperto da lì a qualche mese), ma Andrea aveva già le idee chiare: “La parola street food non era usata e abusata come oggi – dice – Così come gli chef, non pensavamo minimamente a preparare cibo da strada. Io ho messo semplicemente tutto insieme”. Che non è in realtà cosi semplice… Ma una cosa doveva essere fondamentale in questo progetto: il fatto che l'evento fosse “fuori dal comune”, che fosse una festa, una sagra, dove produttori, chef e pubblico potessero interagire e rilassarsi. “Abbiamo pensato a un evento per un numero piccolo di persone in un contesto molto bello – spiega Andrea – Di eventi sul cibo e vino ce ne sono tantissimi e tutti bellissimi, ma spesso è difficile entrare, ci sono file, non hai mai tempo di parlare con gli chef, che escono dallo stress quotidiano del loro risorante per vivere un nuovo stress da evento. Noi volevamo tutto l'opposto, un evento in cui le persone fanno la differenza, dalla gente presente, ai produttori, ai vignaioli agli chef, una gestione e organizzazione che devono rasentare la perfezione. E i numeri ci danno ragione”. E che numeri: 800 persone presenti, biglietti sold out in pochi giorni (in due giorni staccati quasi 500 ticket), lista di attesa da 500 persone, 4.000 persone rimaste fuori. “Spero che Straordinario sarà sempre così – dice Andrea – Un modo per raccontare e far raccontare la Sicilia da chi la vede in maniera diversa, per mostrare quello che si può fare nella nostra terra”.


(Andrea Graziano e parte dello staff di Fud Bocs a Palermo)

Da Palermo, Andrea poi volerà a Milano. A proposito, come va Fud sui Navigli? “Siamo partiti fortissimo – dice Andrea – Il bilancio dei primi due mesi definitivo lo avremo a breve, ma siamo super-soddisfatti”. Nonostante le perplessità di qualcuno che consigliava di non aprire un locale ad agosto a Milano: “C'era anche chi mi diceva che avremmo chiuso nel giro di un paio di mesi – dice Andrea sorridendo – La cosa più emozionante per me è stata quella di vedere tanti siciliani dell'hinterland milanese e dei comuni vicini, venire apposta nel nostro locale. Abbiamo smosso e stiamo smuovendo tutto l'orgoglio siciliano che ci contraddistingue quando varchiamo lo Stretto di Messina”. Un successo che sta pian piano crescendo e Fud è sempre di più sulla bocca di tutti: “Siamo tra i pochissimi locali che stanno aperti dopo le 23 – dice Andrea – e siamo diventati il riferimento di chef, maitre e staff di ristoranti della zona che, quando chiudono, vengono a cenare da noi. E riparte la festa”. Un progetto che ha ricalcato le formule vincenti siciliane, “ma con una differenza – dice Andrea – Abbiamo assunto qui a Milano 34 persone (dovrebbero essere 40 a fine settembre) selezionandole tra quelle che non avevano nessuna esperienza. Le abbiamo formate e gettate nella mischia, chiedendo loro di riuscire a ricreare l'atmosfera che c'è nei locali di Palermo e Catania e che piace alle persone. Leggendo le recensioni, pensiamo di esserci riusciti”.

Per Andrea, Milano chiude un cerchio nazionale: “Avevamo già chiuso, in piccolo, quello in Sicilia, aprendo dopo Catania a Palermo – spiega – La scelta di Milano non è casuale: credo che sia sul podio, come importanza, delle città migliori d'Europa per enogastronomia. Abbiamo avuto richieste di apertura sia in Italia che all'estero. Per ora ci dedichiamo a quello che abbiamo”. Insomma Andrea comunque lascia aperto uno spiraglio, soprattutto per l'estero. “Siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto fino ad adesso – dice – Milano ci ha dato ancora di più consapevolezza. Ma uno dei nostri punti di forza è l'umiltà. Siamo sempre sul pezzo anche per questo. Il locale milanese non è stato aperto con l'intento di emigrare al Nord per cercare fortuna. Gli obiettivi li avevamo raggiunti qui in Sicilia. Il senso era quello di poter raccontare quello che avevamo fatto e come lo avevamo fatto. Siamo entrati è vero dalla porta principale, ma consapevoli delle nostre qualità”.