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Il caso

Anteprime Toscana, i consorzi: “Vanno riviste. Ogni vino ha un suo tempo di lancio”

19 Luglio 2021

di Emanuele Scarci

Anteprime di Toscana da cambiare. Ne sono convinti anche i 5 Consorzi storici della rassegna annuale, ma sul “come” si dividono, anche perché diversi sono i tempi del lancio commerciale dei vini: Brunello, Chianti, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Vernaccia di San Gimignano.

E questo ha provocato una spaccatura tra chi è favorevole all’anticipo a novembre (come dichiarato dal Consorzio del Brunello di Montalcino>) e chi invece non potrebbe farlo, come il Chianti, e ritiene di mantenere le Anteprime a febbraio (leggi questo articolo>). L’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi ha ribadito che dividersi sarebbe un errore e qualora ci fossero esigenze diverse si cercherà di trovare una sintesi. Venerdì 16 luglio a Firenze Saccardi ha ricevuto il presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci che avrebbe ribadito la richiesta dei produttori di spostare la manifestazione Benvenuto Brunello prima dell’uscita delle annate di gennaio e realizzarla con un numero ridotto di giornalisti. Sul contenuto del meeting Bindocci tace e l’ufficio stampa del Consorzio non ha nessuna risposta.

Cambiare ma uniti
Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Nobile di Montepulciano, ribadisce “la necessità di rimodulare il format Anteprime. Ne ho parlato anche con la Saccardi e c’è la necessità di affrontare il tema in Avito, il Consorzio dei vini toscani. Vorremmo che le Anteprime potessero dividersi in più momenti sul territorio durante l’anno, con eventi dedicati singolarmente a stampa, operatori e appassionati. L’anticipo a novembre? Il Nobile esce a gennaio ed è un’ipotesi. Ma le divisioni, a lungo andare, sono perdenti. E le illusioni svaniscono all’alba”. Giovanni Busi, presidente del Consorzio vino Chianti, premette che la manifestazione così com’è non funziona, va rivista. E poi aggiunge: Non avrebbe senso per il Chianti anticipare a novembre un vino che esce a marzo. Che prodotto sarebbe?”. Infine conclude ironico: “Vedo che, come al solito, l’unione fa la forza”.