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L'intervista

Antonello Maietta (Ais): “Più formazione, soprattutto per i docenti. Punto sul Sud”

25 Giugno 2018
Antonello_Maietta Antonello_Maietta


(Antonello Maietta)

di Michele Pizzillo

Terzo mandato alla guida dell’Associazione Italiana Sommelier per Antonello Maietta (lo raccontavamo in questo articolo e in quest'altro). 

E’ stato rieletto con il voto favorevole di 26 dei 31 membri del consiglio nazionale dell’Ais (3 gli astenuti, 2 i contrari) e resterà in carica sino al 2022 con Roberto Bellini come vice presidente. Entro la fine del mese, Maietta che è presidente dell’Ais dal 2010, sceglierà gli altri tre membri, probabilmente fra i nove eletti dai soci Ais, per completare la giunta che lo accompagnerà nel suo lavoro alla guida dei 40.000 sommelier iscritti alla prima associazione di sommelier che il prossimo 7 luglio festeggerà i 53 anni di attività. Durante il nostro incontro Maietta non ha fatto i nomi dei tre colleghi che vorrebbe nella giunta. Ma il fatto stesso che abbia ribadito la necessità di puntare sempre di più verso il Centro e il Sud della Penisola, ci fa intuire che il suo prossimo quadriennio vedrà questa parte dell’Italia sempre di più fra le attenzioni dell’Ais nazionale, anche nei ruoli di vertice. “Il Nord diciamo che è ormai conquistato dai sommelier. Qui la professione ha raggiunto standard di eccellenza che ci invidiano tutti per la capacità dei sommelier sia di costruire delle buone cantine e relative carte dei vini, sia di gestire la sala del ristorante. Una conferma di quanto sto dicendo, arriva dalla critica enogastronomica che ha sempre maggiore attenzione per quello che avviene in sala, nei ristoranti di qualsiasi livello”. Le novità, però, arrivano dal Sud, dove “registriamo una grande effervescenza nel mondo della sommelierie, una sempre più attiva partecipazione alla vita associativa e tutto questo – sottolinea con grande soddisfazione Maietta – contestualmente alla straordinaria crescita qualitativa delle produzioni enologiche, è molto positivo per il nostro Paese”.

Messa così, insomma, per l’Ais è una scommessa guardare verso Sud. “Potrebbe essere così, anche perché la partecipazione dei sommelier delle regioni meridionali alle recenti elezioni è stata molto vivace e molto attenta. E lo sottolineo con piacere. Nel programma c'è il potenziamento della qualificazione professionale dei sommelier, cominciando, però, dai docenti. Chi deve insegnare, deve essere molto preparato oltre che trasmettere a chi partecipa ai nostri corsi, tutto il suo sapere. Nei prossimi quattro anni, l’Ais investirà molto nella qualificazione dei docenti perché solo la passione non basta per contribuire alla crescita culturale di chi partecipa ai corsi Ais. Vogliamo essere anche protagonisti attivi alla creazione di nuovi posti di lavoro. L’enoturismo è in crescita, la ristorazione è sempre più qualificata, alle porte delle cantine bussano sempre più appassionati di vino, chi è interessato a questo mondo, vuole interloquire con persone qualificate, documentate, colte e capaci di raccontare con semplicità, per farlo comprendere a tutti, un prodotto come il vino, certamente complesso ma, spesso, reso ancora più complicato da comunicatori convinti che solo ricorrendo a termini quasi incomprensibili gli si da più valore. Per fare crescere la cultura del vino bastano termini semplici ma comunicati da professionisti bravi”.

“Per completare il percorso formativo del sommelier, dobbiamo puntare molto anche sull’olio che, oltretutto, è un prodotto trasversale, più del vino, visto che è consumato da tutti – dice Maietta – Insomma, il sommelier deve stare a contatto con il mondo agricolo perché vogliamo che diventi l’ambasciatore dell’agroalimentare italiano. Ergo, deve conoscere bene tutta la filiera e, nello stesso tempo, essere sempre aggiornato. Da docenti preparati per infondere le basi anche a chi frequenta i corsi Ais perché intravede la possibilità di scegliersi un mestiere che, ritengo, avrà sempre più bisogno di persone preparate visto i numeri che macina il turismo del vino”.

Per Maietta è anche importante potenziare le strutture territoriali che, comunque già godono di ampia autonomia; potenziandole, ci si assicura l’immediatezza delle decisioni per le iniziative locali che sono molto importanti per l’Ais. Non si sottrare, il presidente dell’Ais, a dire qualche parola sull’iniziativa di un socio che per conquistare qualche carica, ha percorso una strada in un certo qual senso moralmente deprecabile. “Quando aggiorneremo lo statuto, inseriremo delle clausole che limitino il più possibile il ricorso ad iniziative che potrebbero anche falsare il risultato elettorale. Non lo abbiamo fatto prima perchè non era mai successo qualcosa del genere. E, poi, dobbiamo tenere presente che un incarico ai vertici dell’Ais o di una struttura territoriale, non può durare a vita, e tanto meno essere trasformato a mestiere. Deve durare il tempo necessario per realizzare il proprio progetto di sviluppo e, contestualmente, per fare crescere gli altri. Poi si torna al proprio lavoro”, dice Maietta. Che prima delle elezioni, probabilmente era già pronto a tornare a Porto Venere, in provincia di La Spezia, all’enoteca di famiglia, “Antichi Sapori Liguri”, da dove è partito il suo percorso che lo ha portato ai vertici dell’Ais. Maietta è stato anche il Miglior sommelier d’Italia, nel 1990.