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La degustazione

Cabernet Sauvignon, il vino più premiato di Tasca d’Almerita. Il racconto di sei annate e di una scommessa vinta

19 Febbraio 2014
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Il Conte Lucio Tasca d'Almerita ci credeva.

Intuiva il grande potenziale dell’habitat di Regaleali per i vitigni internazionali, presagiva la riuscita di una piccola scommessa che inevitabilmente avrebbe tracciato un solco generazionale e contribuito a dare il là alla storia dell’enologia moderna in Sicilia.

Era il 1979 e quelle barbatelle di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Pinot Nero a cui voleva a tutti costi dedicarsi le piantò di nascosto, in un piccolo fazzoletto tra i vigneti che davano lustro all’etichetta Regaleali. Lo fece all’insaputa del padre Giuseppe, il quale di internazionali non ne voleva proprio sapere, quale uomo della sua terra fedele alla tradizioni e al retaggio del passato. Poi il risultato della micro vinificazione “clandestina” diede ragione alla caparbietà e alla lungimiranza del giovane produttore. E presentato un giorno a tavola in bottiglia, a sorpresa, finì per conquistare il padre.  

Con quei sorsi che “sapevano di nuovo” e di territorio si apriva un nuovo capitolo. Il nome Tasca d’Almerita, che si distingueva nello scenario globale come icona della Sicilia del vino, si imponeva all'attenzione di tutti anche come firma interprete delle tendenze di consumo e in grado di rappresentare una cultura vinicola al passo con i tempi, capace di conquistare i palati d’oltreconfine. Si iniziò con 15 ettari nell’86. Oggi, i vitigni internazionali rappresentano il 20% della produzione.

Questo piccolo flashback, oltre a dirci tanto sulla tempra che ha sempre caratterizzato gli uomini Tasca d’Almerita e forgiato il fermento dell’azienda, contestualizza un viaggio temporale fatto qualche giorno fa sulle note del Cabernet Sauvignon,  in occasione di una verticale organizzata dall’Ais di Palermo.

A condurlo è stato Giuseppe Tasca, che affianca il fratello Alberto nella gestione dell’azienda seguendo la parte agronomica. L'assaggio delle annate presentate, i racconti degli aneddoti, delle tribolazioni e delle scelte legate ad esse, ci ha ricordato quanto sia insensato cancellare la tracce di un progetto, a dispetto del bollino “out”  che la moda del momento mette sui vini da vitigni internazionali e di quanto sostengono coloro che hanno rinnegano una parte importante del percorso enologico fatto. Il territorio, in fondo, parla sempre la propria lingua anche attraverso espressioni diverse, se dietro al progetto c’è sempre un lavoro sapiente in tutta la filiera, che sa leggere la natura e rispettarla, che non opta per le forzature. 

Il Cabernet di Tasca ha esordito ufficialmente nel mercato nel 1988 e da allora non è mai saltata un'annata. Vino che ha dato grandi soddisfazioni all'azienda, tanto da farle incassare il numero più alto di riconoscimenti e premi. La vinificazione prevede passaggio in legno dai 14 ai 18 mesi. Costo allo scaffale: 26 euro. 

Il 1998 si trova in una fase di maturazione perfetta. Grande eleganza. Non mostra segni di cedimento. Il bouquet è fine, evoluto e complesso. Spiccano note di sottobosco, di corteccia, di spezie dolci e sesamo. Scivola leggero. Buona acidità. Ha ancora tanta energia e anni di evoluzione davanti a sé. Note sull’annata: inverno freddo, primavera mite, estate fresca e ventilata. Data di vendemmia: 4 ottobre.
 
Il 2001 ancora giovane. Vivo il colore granato. Mostra il suo pedigree con le note di erbaceo e di peperone verde. Grande bevibiltà. Il sorso è setoso con lievi punte sapide. Rinfresca. Tiene con una piacevolissima acidità. Note sull’annata: Inverno mite, primavera piovosa a cui è seguita un’estate calda. Data di vendemmia: 3 ottobre.

Il 2003 strutturato, corposo. Ha una veste balsamica e di macchia mediterranea. Tannini maturi. Buona estrazione e persistente. Note sull’annata: Inverno mite, primavera piovosa ed estate fresca. Data di vendemmia: 3 settembre
 
Il 2005 frutto di una vendemmia più tardiva di quelle degustate. Ricco al naso, lo spettro è ampio: dalle note di dattero e noce a quelle fruttate e dell’arancia rossa sostenute da rosmarino ed erbe aromatiche. Corposo e pastoso. Lascia aroma di prugna secca, di confettura e frutta secca. Note sull’annata: Inverno freddo e piovoso, primavera fresca con piogge abbondanti, estate breve, mite e asciutta. Data di vendemmia: 14 ottobre.

Il 2007 è terroso e pungente. Ancora nel pieno dell’evoluzione, da degustare tra qualche anno. Di grande struttura. Vivace. Fresco e ampio. Regala note di spezie, di bergamotto, salvia e peperone verde. Note sull’annata: Inverno mite e asciutto, primavera calda e piovosa, estate lunga e temperata. Data di vendemmia: 13 settembre.
 
Il 2010 è intenso, già promette un buon invecchiamento. Ha tannini dolci, carnoso. Spiccano il frutto che risulta inebriante e note di macchia mediterranea. Note sull’annata: inverno molto piovoso, primavera fresca ed estate asciutta. Data di vendemmia: 5 ottobre.

Manuela Laiacona