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Scenari

Caramelle, che passione! Gli italiani ne mangiano a chili. E le preferite sono…

17 Ottobre 2022
Un momento del convegno Un momento del convegno

La notte di Halloween, il 31 ottobre, è alle porte e oltre 11 milioni di italiani già si stanno organizzando per fare qualche “simpatica pazzia”.

Ma, se qualcuno pensa che i pazzerelli protagonisti di questo evento importato dagli Stati Uniti siano solo i bambini, si sbaglia. Invece, non è così, secondo quanto è emerso da “Piacere Caramelle”, incontro organizzato a Milano dall’Unione italiana food per presentare i dati dell’indagine Bva Doxa sul rapporto degli italiani con questo particolare alimento. In questa occasione, stimolati dalla giornalista Tarsia Trevisan di Class Editori, Alessia Fiano (Unione italiana Food), Jolanda Viceconte (Bva Doxa), Mauro Ferraresi (Università Iulm Milano dove è docente di consumi e comunicazione) e il produttore Luigi Serra hanno evidenziato che quello delle caramelle è “un mondo davvero variegato per gusti e formati e gusti, oltre che un settore tecnologicamente avanzato e innovativo che, però, porta ad una dimensione emozionale, che rimanda all’infanzia e agli affetti”, secondo Alessia Fiano. Mentre Ferraresi ha evidenziato che “le caramelle segnano il tempo interno, un nostro percorso storico, intimo. Un potente richiamo alle Madeleine di Proust”. Ma è solo l’introduzione a quello che segue con l’indagine Bva Doxa che fotografa un settore che produce 89.424 tonnellate per un valore di 763 milioni di euro, ma con un leggero affanno perché registra un calo del 6% sull’anno precedente. Una flessione bilanciata dall’andamento dell’export che con un +34% per 19.172 tonnellate di prodotto e un fatturato di 64 milioni di euro. Poi c’è il trend positivo del primo semestre del 2022, che vede crescere l’export del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. D’altronde per ciascuno di noi c’è la caramella giusta, commenta Luigi Serra, perché ci presentiamo sul mercato con un’ampia gamma di tipologie di caramelle – delle dure alle gommose, dalle gelée alle ripiene, dalle pastiglie o tavolette, mou o toffee, mentine e lecca-lecca – che rispondono ai gusti, alle esigenze e alle disponibilità economiche di tutti.

Tutto, poi, confermato dall’indagine Bva Doxa voluta dall’Unione italiana food. Nel nostro Paese, infatti, 9 italiani su 10 (91%) consumano le caramelle e più della metà (57%) lo fa almeno 1-2 volte a settimana. Per un italiano su 3 (34%) non c’è un momento preferito per mangiare una caramella, anche se le ore del pomeriggio (39%) e della mattina (30%) si fanno preferire al dopo cena (12%) e al dopo pranzo (10%). Per la metà degli italiani (45%), al primo posto tra le motivazioni legate al consumo c’è la capacità di rinfrescare l’alito. Subito dopo emerge il lato “comfort food”: le mangiamo per concederci qualcosa di buono (40%). A seguire, il 38% le considera un aiuto per combattere il mal di gola. Infine, il consumo si identifica con la voglia di rilassarsi (22%), i viaggi (21%), vedere la tv (16%). Anche un prodotto che richiama il prendersi qualche minuto per sé stessi (45%). Per 4 italiani su 10 (41%) mette di buon umore. E, i dati resi noti durante l’incontro milanese, evidenziano che la caramella richiama l’infanzia per il 28% degli intervistati e il 49% indica le “mentine” come la tipologia preferita, seguite dalle “morbide o gommose” (48%) e dalle “dure” (39%). Subito dietro le gelée (31%), le ripiene (27%), le mou/toffee (27%), le pastiglie (23%) e le lecca-lecca (10%). Il 44% le preferisce con lo zucchero, il 56% senza. In più c’è da tenere presente che nel futuro le tendenze vedranno privilegiare l’orientamento verso prodotti con meno ingredienti. Il fattore “senza” avrà un peso in fase di produzione. Con menta, eucalipto e anice (57%), agrumi (46%) e liquirizia (40%) come gusti più apprezzati, seguiti da frutti di bosco, erbe naturali, caffè, miele, caramello, latte, cola, creme, gusti esotici, amarena.

Facendo un passo indietro, ricordiamo che l’alimento più antico considerato più simile ad una caramella era la frutta candita con il miele, prelevato direttamente dagli alveari e unito alla frutta candita, consumato come dolce nell’Antica Grecia e nell’Antica Romano. Poi arrivarono i bastoncini di zucchero di canna che in latino si chiamavano “canna mellis”, ossia canna di miele, da cui deriva la parola spagnola “caramel”, italianizzata “caramella”. Questi bastoncini erano già conosciuti in Siria prima dell’anno Mille e fu Goffredo di Buglione che, in occasione della prima crociata (1097-1099), li importò in Italia. La diffusione e la popolarità della caramella aumentò con lo sviluppo della coltivazione della barbabietola da zucchero. La maggiore quantità di materia prima disponibile permise di aumentare la produzione di confetti, tondini di zucchero aromatizzati e pasticche di orzo, prima in piccoli laboratori e poi, dalla seconda metà dell’Ottocento, con la nascita delle prime industrie. E’ dopo la Prima Guerra Mondiale che si assiste al boom delle caramelle. In quegli anni i confettieri idearono una gamma infinita di caramelle dalle forme e dai sapori più svariati. Nacquero così le grandi fabbriche di dolciumi, che ancora oggi ricoprono un ampio spazio nell’economia mondiale e andarono via via affinandosi, specializzandosi nella modellazione delle caramelle, creando diversi tipi di forme e aumentandone la disponibilità e la vendita sul mercato. Dopo queste reminiscenze storiche, sempre dall’indagine Bva Doxa si apprende che le caramelle sono un prodotto acquistato soprattutto per gli adulti; è il prodotto dolciario più consumato durante la festa di Halloween, che verrà festeggiata da 1 italiano su 4. Nel nostro Paese ci sono oltre 25 milioni di consumatori abituali di caramelle, che preferiscono le “mentine” (49%), le “morbide o gommose” (48%), le “dure” (39%), le gelée (31%), le ripiene e le mou/toffee (27%). La caramella ha un potere sullo stato d’animo: per 4 persone su 10 mette buonumore. Tant’è che Ronald Reagan diceva: “si può scoprire molto del carattere di un collega dal modo in cui mangia le caramelle di gelatina”.

Michele Pizzillo