Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'evento

“Mischiare sapori, storie e culture è fondamentale”

27 Aprile 2015
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Dai racconti sugli inizi professionali alle storie dei ristoranti aperti in Giappone e Cina, fino ad arrivare alle aspettative su Expo e a quello che significherà per la cucina italiana.

 Claudio Sadler, uno degli chef italiani più conosciuti al mondo, si racconta, rispondendo alle domande di giornalisti e blogger incontrati ieri al Charleston a Palermo, in occasione della prima cena della rassegna “L’Italia dei grandi chef al Charleston”, l’evento nato dalla collaborazione tra il ristorante palermitano e Cronache di gusto per portare la cucina gourmet nel locale cittadino.

Sadler che a Milano gestisce due ristoranti pluristellati Michelin, da oltre trent’anni firma una cucina creativa che parte dalle solide basi della tradizione italiana per essere reinventata seguendo l’amore per l’innovazione. “Mi piace la Sicilia, mi piacciono i prodotti siciliani – dice lo chef – e per questa cena ho pensato a piatti che ben si proiettino nel vostro clima. La mia non è una cucina complessa, ma è fatta di sapori molto italiani e tutte le volte che posso, utilizzo materie prime di produttori siciliani”. La contaminazione tra le cucine delle varie regioni è uno dei punti di forza di Sadler. “Sarebbe anestetizzante per uno chef fossilizzarsi solo su un tipo di cucina – spiega – mischiare sapori, storie, culture è fondamentale. Io stesso sono il frutto di una contaminazione di tradizioni: mio padre è trentino, mia madre di Modena, fin da piccolo ho assorbito due gastronomie molto lontane fra loro. Lavorare, poi, in Giappone e in Cina, dove ho aperto due ristoranti, mi ha dato la possibilità di assorbire ulteriori storie culinarie”.

Ed è proprio la voglia di unire cucine diverse che ha spinto Sadler a venire a Palermo e lavorare fianco a fianco con Angelo Gervasi, chef palermitano del Charleston. “La possibilità di cucinare insieme è la motivazione che mi ha spinto a venire – racconta – se devo lavorare in un ristorante voglio farlo accanto a chi ci cucina ogni giorno, unendo le proprie competenze e tradizioni per creare qualcosa di unico”. 

Ge.P.