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Vini e territori

Codice Citra, avanti tutta sulla qualità: “La nostra forza, il grande terroir Abruzzo”

30 Aprile 2018
olivastri olivastri


(Lino Olivastri)

di Aurora Pullara

È un vitigno giovane, riscoperto negli anni '80, è il vitigno di Amatrice e delle zone terremotate tra il Lazio e l'Abruzzo, ma soprattutto ne è particolarmente affezionato Lino Olivastri, enologo del team di tecnici di Codice Citra, la più grande realtà produttiva vitivinicola d’Abruzzo. 

Stiamo parlando del Pecorino che l'azienda ha presentato in versione spumante brut e che ha conquistato punteggi significativi in alcuni concorsi enologici internazionali. Lo spumante che sta dando buone soddisfazioni è solo una delle sue “creazioni”: sull'olimpo di vari premi si sono posizionati anche il Bisanzio Montepulciano Dop 2016, Sistina, Palio Pecorino Igp terre di Chieti e Palio Montelpulciano Dop, il Caroso e il Laus Vitae, sempre Montepulciano. “Produciamo prevalentemente vitigni autoctoni: Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cococciola ma anche alloctoni: Chardonnay, Pinot, Merlot, Cabernet   – spiega Olivastri –  in totale sono un milione di ettolitri conferiti dalle 9 cantine associate, selezioniamo la parte migliore per l’imbottigliamento garantendo il monitoraggio costante della qualità a tutti i livelli della filiera produttiva”.

Qualità garantita anche dalla posizione geografica dei vitigni: “Un terroir unico e vastissimo, che si estende perpendicolarmente verso la costa, proteggendo dal vento e garantendo un clima sempre ottimale – infatti sottolinea sempre Olivastri – il terroir che comprende quasi tutta la provincia di Chieti e si estende da nord a sud per circa 80 chilometri e verso l’entroterra per circa 40 chilometri dalla costa. Si tratta del principale valore aggiunto dell’azienda, perché offre la possibilità di sfruttare terroir e microclimi differenti tra loro, con peculiarità uniche che donano uve con caratteristiche chimiche e aromatiche diverse e permettono anche di affrontare con tranquillità le annate difficili”.

Dulcis in fundo, proprio durante il Vinitaly, per festeggiare il 50° anniversario del Montepulciano Doc, è stata esposta per tutti e quattro i giorni della fiera di Verona un’opera d’arte all’interno dello stand dell’azienda abruzzese, frutto della performance artistica di Elisabetta Rogai, ideatrice di EnoArte, la tecnica artistica che consente di dipingere utilizzando il vino al posto dei colori. L’artista ha realizzato dal vivo un’opera al cui interno erano presenti quattro varietà di vino differenti che, con l’invecchiamento nel tempo, andranno a creare sfumature di diversa gradazione su tutta la tela. “L’opera dell’artista rappresenta un momento cruciale del lavoro dei nostri soci: un viticoltore raccoglie l’uva manualmente con le mani rivolte verso il cielo, tecnica tipica di vendemmia della pergola abruzzese” ha spiegato Olivastri.