Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Donald Trump ci riprova: e pensa di nuovo ai dazi. A forte rischio il Made in Italy

25 Giugno 2020
Donald_Trump Donald_Trump

E’ stata pubblicata la lista definitiva dei prodotti e dei Paesi europei sotto attacco dei nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che per l’Italia interessa i 2/3 del valore dell’export agroalimentare e si estende tra l’altro vino, olio e pasta Made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffè esportati negli Stati Uniti per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare l’avvenuta ufficializzazione sul sito del Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) dell’inizio il 26 giugno della procedura pubblica di consultazione per la revisione delle tariffe da applicare e della lista di prodotti europei colpiti da dazi addizionali a seguito della disputa sugli aiuti al settore aereonautico. Nell’ambito del sostegno Ue ad Airbus gli Usa – sottolinea la Coldiretti – sono stati autorizzati ad applicare sanzioni all’Unione Europea per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari dal Wto, che dovrebbe però a breve esprimersi sulla disputa parallela per i finanziamenti Usa a Boeing la quale darebbe a Bruxelles margini per proporre contromisure. Con la nuova consultazione gli Stati Uniti minacciano di aumentare i dazi fino al 100 per cento in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dopo l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25 per cento che hanno colpito per un valore di mezzo miliardo di euro specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. L’export del Made in Italy agroalimentare negli Stati Uniti nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, ma con un aumento del 10 per cento nel primo quadrimestre del 2020 nonostante l’emergenza coronavirus. Il vino con un valore delle esportazioni di oltre 1,5 miliardi di euro, è il prodotto agroalimentare italiano più venduto negli States mentre le esportazioni di olio di oliva sono state pari a 420 milioni ma a rischio è anche la pasta con 349 milioni di valore delle esportazioni. Un settore fino ad ora in crescita nel 2020 nonostante l’emergenza coronavirus con un aumento del 10,3 per cento nel primo quadrimestre dell’anno.

Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti che a differenza dei vini francesi erano scampati alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Se entrassero in vigore dazi del 100 per cento ad valorem sul vino italiano una bottiglia di prosecco venduta in media oggi al dettaglio negli Stati Uniti a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite. Allo stesso modo si era salvato anche l’olio di oliva Made in Italy anche perchè la proposta dei dazi aveva sollevato le critiche della North American Olive Oil Association (Naooa) che aveva avviato l’iniziativa “Non tassate la nostra salute”. Ora però Trump in piena campagna elettorale sembra ignorare le sollecitazioni dall’interno e dall’esterno degli Stati Uniti mettendo a rischio il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy fuori dai confini comunitari e sul terzo a livello generale dopo Germania e Francia.

“Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza della difesa di un settore strategico per l’Unione europea che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo. “L’Unione europea – ha aggiunto Prandini – ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy 1,2 miliardi in quasi sei anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa poichè il nostro Paese – ha concluso il presidente della Coldiretti – si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”.

C.d.G.