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L'azienda

Degli Azzoni Wines punta sul Trentino (e sulle bollicine): presentato il progetto LeVide

28 Settembre 2020
vigna vigna

di Michele Pizzillo

Esordio in Trentino anche per il gruppo “Degli Azzoni Wines”, a cui fanno capo aziende agricole presenti nelle Marche, in Toscana e nel Veneto, con annesse ampie estensioni vitate.

Un gruppo importante anche sotto l’aspetto qualitativo della propria produzione vinicola, visto che i vini ottenuti dalle uve sia autoctone sia di vitigni internazionali, conquistano premi nei principali concorsi enologici internazionali. Adesso Aldobrando, Filippo e Valperto degli Azzoni presidiano anche una terra dalla spiccatissima e storica vocazione vitivinicola come il Trentino, con un progetto presentato da Valperto degli Azzoni nel corso di una degustazione virtuale. E’ un progetto molto ambizioso, dice Valperto degli Azzoni “in cui crediamo fortemente e che vede ottime prospettive di sviluppo. Ciò in parte è dovuto al momento favorevole che le bollicine in generale stanno attraversando,ma una buona quota del successo di Trentodoc è legato senz’altro all’alta qualità del prodotto, che nasce in realtà produttive soprattutto medio-piccole, che prestano da sempre alla produzione un’attenzione e una cura particolari”.

Questa è la strada scelta dai Conti degli Azzoni per il Trentino. Cioè, una struttura produttiva di dimensioni più contenute rispetto alle aziende del gruppo presenti in Veneto, Marche e Toscana. Anche perché si punta sulle cosiddette bollicine di montagna, tant’è che il nome scelto per i primi metodo classico è Altilia, per richiamare sia le alte cime che sorgono nei luoghi dove lo spumante nasce, sia la qualità e le dimensioni che si propone di raggiungere. La prima produzione è di 30.000 bottiglie. L’obiettivo diciamo più immediato, è quello di arrivare in poco tempo a 100.000 bottiglie. Il nome dell’azienda, che ha sede nel comune di Predaia, invece, è LeVide. Un nome che nel dialetto locale vuol dire, “le viti” e rappresenta un toponimo diffuso nel circondario, a riprova del fatto che in questa zona la coltivazione della vite ha una storia che risale molto indietro nel tempo. Nei siti archeologici del luogo è ampiamente testimoniata la venerazione che gli antichi abitanti (i Reti) avevano per il vino, quasi sempre protagonista dei loro riti religiosi. Aggiunge Valperto degli Azzoni, “e da qui la storia del vino si è dipanata come “fil rouge” dell’economia agricola della valle. Il suolo, il clima, l’esposizione sono l’ideale per far nascere una materia prima di altissima qualità, sulla quale il nostro enologo, Massimo Azzolini, ha tutto l’agio per esercitare le competenze acquisite in anni e anni di esperienza. Le ha trasferite tutte nelle nostre bottiglie di AltiliA dai due Brut Millesimato del 2015 al Brut Rosè, che sono i primi frutti del nostro progetto”. Un progetto basato sul concetto, espresso da Valperto degli Azzoni durante la degustazione, che “chi fa il vino deve amarlo per forza: perché deve curarlo, corteggiarlo, vivere con esso un rapporto che si può a buon titolo paragonare ad una storia d’amore. A maggior ragione questo vale per un metodo classico; chi lo produce sa che dovrà avere la costanza di seguire un processo che sarà lungo, complesso, quasi intimo, che si compirà nella penombra smeraldina della bottiglia, in cantina”.

Altilia Trentodoc brut millesimato 2015

A base di uve Chardonnay raccolte nella prima decade di settembre e sottoposte a pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata in acciaio inox. Il vino resta a contatto con i lieviti per 24 mesi. Il risultato è un vino dal bouquet elegante e pieno con piacevoli sentori di pasticceria secca. In bocca è pieno, di buona struttura oltre ad essere caratterizzato da una bella sapidità e un’ottima freschezza che permettono a queste bollicine di accompagnare tutto il pasto.

Altilia Trentodoc extra brut millesimato 2015

Per produrre queste bollicine, in vino base ottenuto da uve Chardonnay, viene messo in bottiglia insieme a lieviti selezionati nella primavera successiva alla vendemmia e rimarrà, poi, 30 mesi sui lieviti. All’atto della sboccatura l’intervento è minimo per conservare – e sentirli poi nel bicchiere – i sapori e i sentori dell’uva appena vendemmiata raccolta. E’ un vino dal bouquet ricco e con delicati sentori di fiori bianchi e di pasticceria secca. Riempie la bocca con la sua vivacità e le note minerali molto persistenti.

Altilia Trentodoc brut rosè

In questo caso lo Chardonnay è in compagnia del Pinot nero, con uve fermentate in acciaio inox a temperatura controllata. Nella primavera successiva alla vendemmia si arriva al tiraggio e dentro le bottiglie inizia la rifermentazione. Il vino resta a contatto con i lieviti per 36 mesi. Di colore rosa antico, perlage fine e persistente, al naso si percepiscono i sentori di frutti rossi conferiti dal Pinot. Aromi fruttati che poi riempiono la bocca, con la fragolina di bosco che resta piuttosto persistente sino alla fine.

LeVide
Borgo Italia, 22 – Predaia (Trento)
t. 071 72331615
www.levide.it
info@levide.it