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Vini e territori

Bernhart (Consorzio Alto Adige): “Ecco perché i nostri vini sono un mondo di contrasti”

16 Settembre 2021
Castel_Mareccio Castel_Mareccio

di Marco Sciarrini

Si sono da poco spenti i riflettori sull’evento, organizzato dal Consorzio Vini Alto Adige Alto ed arrivato alla sua terza edizione: Alto Adige Wine Summit 2021.

Evento che si è tenuto a Bolzano dedicato al meglio del patrimonio enologico altoatesino e che ha per tema “Un mondo di contrasti”. La manifestazione ha visto degustazioni pregiate, prime assolute di annate recenti, visite ai vigneti e incontri a tu per tu con i vignaioli, alla scoperta della produzione vitivinicola altoatesina che trae dalla varietà climatica, ambientale e territoriale quelle caratteristiche determinanti che rendono unici questi vini. Non poteva mancare anche l’abbinamento con i piatti tipici della zona, accompagnate anche da rivisitazioni degli chef più ricercati del comprensorio altoatesino. L’Alto Adige Wine Summit rappresenta la principale manifestazione enologica del territorio che ogni due anni riunisce a Bolzano e dintorni i più importanti giornalisti e professionisti del mondo del vino, provenienti da Italia, Germania, Svizzera, Benelux e Gran Bretagna. “Chi partecipa all’Alto Adige Wine Summit 2021 – spiega Eduard Bernhart, Direttore del Consorzio Vini Alto Adige – può scoprire il grande patrimonio enologico che racchiude il nostro territorio in prima persona. Un’edizione mai così ricca di eventi che si sono articolati sia in appuntamenti fisici sia in incontri digitali grazie ai quali gli ospiti dell’Alto Adige Wine Summit hanno avuto l’opportunità di conoscere personalmente i 78 produttori altoatesini che hanno arricchito la kermesse con le loro eccellenze enologiche. Un vero e proprio viaggio alla scoperta del mondo enologico altoatesino, per conoscere e degustare le etichette di grandi e piccole aziende vitivinicole che rendono grande e apprezzato nel mondo il nostro territorio. Lavoriamo ogni giorno per dare supporto ai 5 mila produttori altoatesini e a un territorio che rappresenta una perla nel panorama enologico nazionale e internazionale. LìAlto Adige Wine Summit è parte di una strategia che promuoviamo per esaltare il territorio altoatesino e per raccontare la varietà enologica dell’Alto Adige. Un mondo di contrasti è stato il tema di quest’edizione, che ha reso omaggio a quella molteplicità di vitigni, terreni e microclimi che rendono esclusivi i vini che produciamo”.

(Castel Mareccio)

Il Wine Summit 2021 ha aperto i suoi battenti al Castel Mareccio, a Bolzano, dove tra le storiche mura del XIII secolo i produttori di spumante altoatesini hanno dato il loro benvenuto agli invitati. L’altro appuntamento è entrato nel vivo con degustazioni esclusive nell’ambiente ampio e luminoso della Sala Carroponte, all’interno del parco tecnologico “Noi” di Bolzano. Oltre 260 i vini in degustazione, un percorso attraverso anteprime assolute, degustazioni varietali, che hanno fatto assaporare tutte le sfaccettature dei vitigni e della cultura enoica dell’Alto Adige e verticali per gustare appieno le peculiarità delle varie annate. Sono state realizzate sei visite ad altrettanti vigneti che hanno condotto i partecipanti nel cuore della produzione enologica altoatesina per scoprire le numerose peculiarità geografiche e varietali del territorio e approfondire, con i viticoltori locali, specifici percorsi tematici: il clima, le vigne, i terreni e il microclima, il futuro sostenibile e l’influsso della montagna. Sono state anche realizzate delle trasmissioni digitali per i rappresentanti di Hong Kong, Giappone, Russia e Stati Uniti e incontri personali tra esperti locali e internazionali, ma anche con autorevoli rappresentanti del mondo del vino provenienti dal mercato asiatico e americano impossibilitati ad essere presenti all’evento a causa della pandemia. Negli incontri virtuali i produttori altoatesini hanno le proprie referenze a importanti stakeholder del mercato americano.

(Vigneti Abbazia di Novacella)

“Il contesto attuale, e le relative limitazioni, non hanno fermato la volontà di voler coinvolgere anche i più autorevoli interlocutori del mercato enologico americano in questa manifestazione per noi così importante – racconta Bernhart – infatti, rappresenta una quota significativa del nostro export e per questo è nostra priorità consolidare le relazioni e mantenere un dialogo sempre più fruttuoso con i nostri stakeholder di riferimento”. Ad “ingolosire”, e questo è il termine più appropriato, la grande e antica arte culinaria con chef stellati e vignaioli, che hanno proposto imperdibili e insoliti abbinamenti tra grandi vini e piatti eccezionali, fino ad arrivare a 2.000 metri sulle baite dell’Alpe di Siusi, nel cuore delle Dolomiti, dove i vini altoatesini sono stati proposti con la cucina alpina. “Indipendentemente da dove e con quale forma si svolgono gli eventi, il nostro obiettivo resta quello di raccontare i contrasti del nostro territorio e l’Alto Adige Wine Summit 2021 rappresenta un’occasione unica, un momento privilegiato per dare voce alla diversità dei nostri terroir e dei nostri vini”, conclude Andreas Kofler, Presidente del Consorzio Vini Alto Adige.

(Parco tecnologico Noi di Bolzano)

Un tema emerso, e del quale il Consorzio ha molto riguardo, è la cosiddetta “Agenda 2030 del Consorzio Vini Alto Adige”, che stabilisce un obiettivo fondamentale per l’intero settore: la sostenibilità. Tanto caro questo argomento che tutte le aziende vitivinicole altoatesine hanno concordato e sottoscritto. L’Agenda 2030, infatti, si articola in cinque ambiti d’intervento, per ciascuno dei quali sono indicate delle misure mirate e assai ambiziose da realizzare entro i prossimi dieci anni, tutte volte a garantire una gestione più oculata delle risorse e uno sviluppo sostenibile. Il ciclo delle misure da adottare inizia dal suolo e dalla sua coltivazione, che dovrà garantirne nel tempo l’integrità e la fertilità. Per esempio, nei prossimi anni si passerà a una concimazione esclusivamente organica, si sostituiranno le fibre sintetiche con materiali biologici e si ottimizzerà l’uso delle risorse idriche. Parallelamente e coerentemente, si è deciso di imboccare la strada della sostenibilità anche nelle tecniche di coltivazione, adottando tutte le misure possibili per promuovere la biodiversità nei vigneti. Nella vinificazione, invece, si punta a un rilevamento dettagliato e alla successiva riduzione della cosiddetta impronta di carbonio, ossia delle emissioni di anidride carbonica. In questa falsariga s’inserisce anche un obiettivo che l’Agenda 2030 stabilisce per l’ambito chiamato “territorio”, ossia realizzare un’economia locale circolare, promuovendo le filiere locali, le distanze ridotte e il riciclaggio.