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Il caso

Emergenza cinghiali, devastano vigne, campi e frutteti: “L’Europa faccia qualcosa”

07 Novembre 2019
Emergenza_cinghiali Emergenza_cinghiali


(La protesta a piazza Montecitorio a Roma)

Oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l'emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. 

E' quanto emerge dal primo Dossier Coldiretti/Ixe' sull'emergenza animali selvatici in Italia, presentato in occasione del blitz in piazza Montecitorio a Roma con migliaia di agricoltori, allevatori, pastori insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini oltre a cittadini e rappresentanti delle istituzioni e dell'ambientalismo. Un allarme condiviso dall'Autorità per la sicurezza alimentare Europea (Efsa) che ha appena lanciato un appello urgente agli Stati dell'Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l'accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana. Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città.

La fauna selvatica rappresenta in generale un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%). Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c'è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l'equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un'opinione. 

Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, un italiano su 2 (53%) ritiene che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. Le preoccupazioni dei cittadini  sono fatte proprie dalle amministrazioni territoriali come dimostrano le ultime posizioni assunte dai Governatori, dai sindaci e dagli amministratori sui territorio, a partire dalla Conferenza delle Regioni che ha definito i selvatici “un'emergenza nazionale”. Sulla stessa linea l'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni che, per bocca del suo presidente Antonio Decaro (primo cittadino di Bari), ha denunciato come i cinghiali rappresentino un problema di sicurezza per i cittadini, chiedendo ai Ministeri dell'Ambiente e delle Politiche agricole l'attivazione di un tavolo tecnico per capire come arginare il fenomeno. Posizione condivisa anche dall'Upi, l'Unione delle Province italiane, secondo la quale “la moltiplicazione di questi animali sta mettendo in serio pericolo la sicurezza degli automobilisti”.  

“I risultati dell'indagine sono la prova evidente del fatto che ormai anche la maggioranza degli italiani considera l'eccessiva presenza degli animali selvatici come una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull'economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l'esigenza di intervenire al più presto.

C.d.G.