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Il personaggio

Federico Graziani, ex manager ora vignaiolo. “Mi dedico solo ai miei vini sull’Etna”

29 Gennaio 2021

Federico Graziani non è più uno dei manager di Feudi di San Gregorio.

Ha deciso di dedicarsi soltanto ai vini che produce da alcuni anni sull’Etna. Il 2021 comincia così con una nuova vita. Diciamo da vignaiolo a tutto campo. Non più da produttore di vino del fine settimana. Per l’azienda di Sorbo Serpico della famiglia Capaldo è stato negli ultimi otto anni prima manager per l’alta ristorazione e poi ha curato i progetti per il canale Horeca e per la distribuzione dello champagne Boizel importato sempre dalla cantina campana. Ma ormai c’è spazio solo per l’Etna come racconta a Cronache di Gusto. “Ho voglia di far crescere l’azienda nata nel 2012. Il desiderio è quello di dedicare tutte le mie energie a questo progetto. Ci sono otto ettari di cui già cinque vitati e circa 22 mila bottiglie prodotte. C’è tanto da fare. E adesso completeremo anche il lavoro di un nuovo vigneto a piede franco, piante senza portainnesto, una nuova scommessa a Feudo di Mezzo. Grazie sempre al lavoro di Maurizio Pagano de I Vigneri, la squadra super collaudata e allestita da Salvo Foti”. Che resta una sorta di mentore per tutte le scelte che sono state fatte fin qui da Graziani in questa parte di Sicilia.

L’obiettivo per questa piccola azienda è quello di produrre a regime circa 40-45 mila bottiglie con i nuovi vigneti che man mano saranno impiantati. Al momento tre etichette in tutto, tra cui un bianco buonissimo ed Imperdibile per la nostra Guida ai Vini dell’Etna (clicca qui per acquistarla>), il Mareneve 2018 ottenuto da uve coltivate a 1.200 metri di altitudine che stupisce per finezza e sapidità. E a queste si aggiungerà anche una quarta etichetta. Ad aprile uscirà il Rosso di Mezzo che prende il posto di Profumo di Vulcano che non è uscito con l’annata 2018. “Dedicarsi a questo progetto vorrà dire per me seguire anche tutta la parte commerciale. Niente distributori. Farò tutto io, conosco un poco questo mondo – sorride Graziani -. E ovviamente trascorrerò molto più tempo sull’Etna. Penso che l’enoturismo sia una risorsa importante per questo territorio che ha tantissimo da raccontare, far vedere e fare assaggiare. Poi, non dimentichiamolo, c’è anche l’olio che abbiamo cominciato a produrre. L’Etna anche per questo potrà dare grandi soddisfazioni. La prossima estate la trascorrerò tutta qui, vista vulcano”.

La prima volta di Graziani in questo territorio è stata nel 2006. Lui, nato a Ravenna, una vita da sommelier tra Gualtiero Marchesi, Cracco e per finire da Aimo e Nadia, aveva la grande curiosità di sapere cosa fosse quest’Etna. Nel 2008 acquista il primo vigneto, nel 2010 esce la prima bottiglia. Ora si divide tra Passopisciaro e Conegliano dove vive con la moglie, Anna Maschio, il cui cognome è quello della nota famiglia di distillatori. Conclude Graziani: “Chi lo avrebbe detto che in pochi anni questo territorio sarebbe diventato fra i tre più importanti d’Italia? Dico Langhe, Montalcino ed Etna, al pari della Valpolicella…”.

C.d.G.